Il bilancio è stato approvato in Camera di Commercio questo pomeriggio
Un momento della riunione di ieri pomeriggio
di Marco Ricci
(foto di Lucrezia Benfatto)
Le riforme varate dal governo centrale, con il 35% di tagli al diritto annuale pagato dalle società nel 2015, con ulteriori tagli spalmati nei prossimi due anni e che arriveranno al 50% nel 2017, hanno messo in ginocchio la Camera di Commercio di Macerata costringendo il Consiglio ad approvare questa sera, con sedici voti a favore e dieci astenuti, un bilancio preventiv0 2015 che è difficile non definire lacrime e sangue. Ridotti i contributi alla Quadrilatero e riservaando delle disponibilità rimaste circa il 40% alla Ex.It. -la società collegata operante per agevolare le esportazioni delle piccole e medie imprese – ciò che resta libero nel bilancio della Camera di Commercio di Macerata non supera i 600.000 euro. E dunque azzerati i contributi allo Sferisterio, a Musicultura e a Civitanova Danza, con tagli lineari di circa il 35% che vanno a colpire praticamente tutte le forme libere di spesa, dai gettoni di presenza della giunta a quelli dei consiglieri i quali, in un prossimo consiglio, andranno a votare per il loro azzeramento. Anche la pubblica enoteca di Macerata avrà disponibilità solo per i primi quattro mesi di attività del 2015, sebbene Assuero Zampini, presidente di Coldiretti, si è detto disponibile, da parte degli agricoltori, ad utilizzare i fondi europei per un progetto che possa permettere all’enoteca maceratese – che avuto quasi 15.000 presenze nell’ultimo anno – di sopravvivere. Una situazione drammatica che colpisce non solo un ente in media più virtuoso rispetto alle altre Camere marchigiane, ma anche l’intera provincia e le aziende che vi operano, in particolare quelle del tessuto artigiano e agricolo che nel maceratese vivono una crisi senza precedenti. Si può forse disquisire se tutte le risorse siano utilizzate nel migliore dei modi, come è accaduto oggi tra i consiglieri camerali, resta il fatto che le disponibilità a favore dello sviluppo economico, della promozione del territorio e della piccole e medie imprese e della loro necessità di essere accompagnate verso i mercati esteri, sono state ridotte al lumicino, per scelta di uno Stato incapace di qualsiasi risparmio nelle amministrazioni centrali e inefficace nel distinguere tra i veri carrozzoni – tra cui alcune Camere di Commercio che possiedono perfino autostrade o aeroporti – da quelle strutture locali che, magari con tutti i loro difetti e le possibilità di risparmio, risultano piuttosto efficienti come quella di Macerata.
Alcuni dei consiglieri
Una mazzata, quella approvata per forza di cose oggi dal consiglio della Camera di Commercio, che per il nostro territorio si va ad aggiungere ai tagli alla Provincia e alla drastica contrazioni delle erogazioni a cui è costretta, a causa dei problemi di Banca Marche, anche la Fondazione Carima. Una ventina di milioni di euro in totale tolti al turismo, alla valorizzazione delle imprese, del territorio e ai servizi sociali, senza che nessuna altra integrazione pervenga da Roma dove i tempi, al di là della crisi economica, sembrano non cambiare mai se non per gli altri. Un dato di fatto il quale, ovviamente, non può essere in generale una scusa per il mantenimento delle inefficienze locali a partire, ad esempio, dai costi politici dell’amministrazione provinciale. Che i tempi siano cambiati e che la necessità di adeguarsi sia ormai imprescindibile è una considerazione fatta propria in primis dal presidente della Camera, Giuliano Bianchi, il quale ha mostrato tutta la sua determinazione nel voler perseguire l’accorpamento con le Camere di Fermo e Ascoli. Una volontà seguita da tutto il consiglio camerale che sembra però scontrarsi con le titubanze delle altre due Camere di Commercio. “Non si può continuare a difendere davanti a questi cambiamenti epocali il proprio orticello – ha spiegato Giuliano Bianchi – e anche se la mia proposta è stata accolta con una certa resistenza, sono convinto che questa sia la strada giusta.” Una strada, quella dell’unificazione dei tre enti, approvata all’unanimità dal Consiglio il quale, in subordine, qualora la volontà di Macerata non fosse condivisa da Ascoli e Fermo, potrebbe guardare ad una sinergia con Ancona e Pesaro.
Più di qualche frizione si è avuta sui tagli ai dipendenti, con il presidente Bianchi che avrebbe voluto azzerare due voci, per totali 20.000 euro, destinati alle borse di studio e a un fondo di malattia. “I tempi sono cambiati e alcuni privilegi oggi non sono più difendibili”, ha detto il presidente dopo aver rivendicato un’azione di risparmio sul fronte dei costi del personale portato avanti negli anni – magari senza troppa condivisione pubblica- che oggi però consente ai dipendenti della Camera di Commercio di guardare con un certo ottimismo al futuro, senza dover immaginare forme di mobilità come potrebbe accadere per altri enti. Sul punto sono venuti gli interventi di Stefano Massimiliano Ghergo e di Marco Ferracuti i quali hanno difeso la cassa assistenziale dei dipendenti, circa un per cento nella spesa complessiva per il personale. “Sarebbe accanirsi contro le disgrazie”, ha sottolineando Ferracuti ricordano allo stesso tempo la mancanza di tagli ai premi di produttività per l’unico dirigente rimasto. Oggi infatti, tra gli applausi del consiglio, ha salutato la Camera di Commercio di Macerata la vice segretaria Maria Leonori, ormai prossima alla pensione. Le sue funzioni verranno prese dal segretario generale, Mario Guadagno, riducendo così il costo del personale senza dover ricorrere a una nuovo dirigente apicale. “Mi auguro però – ha continuato Marco Ferracuti – che i premi di risultato non verranno accumulati da un’unica figura la quale ha visto alcune somme aumentare dal 2011 ad oggi.” Il compromesso finale, cioè il taglio di solo il 35% anche di questi 20.000 euro destinati ai dipendenti, ha permesso l’approvazione del bilancio anche da parte del sindacalista della Cisl, con Giuliani Bianchi, più che convinto del suo indirizzo iniziale, che ha accettato e votato l’emendamento finale per non spaccare il consiglio.
Il voto conclusivo, con dieci astenuti, ha visto tra le altre voci in dissenso quella di Stefano Gregori il quale, oltre a non gradire “i tagli lineari”, ha sottolineato le pochissime risorse a disposizione per i giudizi arbitrali anche di fronte a quelle destinati ad altri progetti, “un compito istituzionale dell’ente, quello dell’arbitrato, che aiuta l’intero mondo produttivo, dalle aziende, ai clienti, ai cittadini è che è stato reso al limite dell’inoperatività“. Questo anche di fonte ai circa 30.000 euro destinati alle singole associazioni di categoria per operare con propri progetti, una forma di suddivisione delle risorse camerali che ha alimentato qualche perplessità. Difficile dire, al di là di tutto, chi tra i consiglieri potesse oggi ritenersi soddisfatto dello scenario che si presenta per la Camera di Commercio, sebbene questa prima bozza di bilancio 2015 possa venire corretta nei prossimi mesi quando saranno più chiare le risorse a disposizione. E’ ovvio, davanti al drastico taglio di risorse, che la Camera maceratese non si pone adesso solo l’obiettivo di migliorare la propria spesa e di ridurre i propri costi di funzionamento, quanto di come continuare ad erogare alle imprese i propri servizi. Una preoccupazione, al di là delle divisioni, condivise dall’intero consiglio. E i prossimi anni, quando si abbatteranno sulla Camera tagli di risorse ancora maggiori, non lasciano prevedere niente di buono.
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Era ora che cominciassero a tagliare….paura? Certo chi è vissuto come parassita dello Stato ha paura,,dovrà andare a lavorare, per quanto riguarda lo sferisterio e musicultura che si finanziassero da sole e’ finita l’epoca dei soldi pubblici ai compagni di merende…a dimenticavo io pago profumatamente la camera di commercio…sarà ora di pagare di meno un ente inutile
Ma oggi la Camera di Commercio è ancora indispensabile?
Oppure è un carrozzone inutile??
Qua siamo davvero arrivati al diluvio universale, e – ironia della sorte – persino una pubblica enoteca viene ridotta ad aver l’acqua alla gola. E speriamo che l’importante istituto riesca a salvarsi, assieme a tutta l’Arca, proprio come Noè (l’inventore del dolce liquore che allegri ci fa).
@ gianfranco, penso proprio che sia inutile come tanti altri enti super stipendiati …il tesoro, il provveditorato agli studi (CSA), l’INAIL, l’Inps….e che dire delle inutili comunità montane??? La ricchezza di un paese dovrebbe basarsi proprio sul turismo (tra cui un mare pulito, ….considerando quest’estate tutti i divieti di balneazione che ci sono stati), e la cultura, dove sistematicamente ci sono tagli.
dovrebbero essere eliminati tutti i premi e distribuirli per migliorare il territorio con le sue bellezze artistiche, purtroppo questa è un’utopia!
Cari Amministratori, Politici e Gestori, sono 5 anni che noi comuni mortali stringiamo la cinghia e ci arrangiamo in tutte le maniere per “passà a nuttata”. Il vostro risveglio, tardivo, non mi preoccupa affatto, anzi me ne compiaccio. Peccato che, poco o tanto che sia, il vostro stipendio sia ancora SICURO, mentre noi abbiamo ancora tante incertezze.
Non si capisce, dall’articolo, se quei 30.000,00 euro “destinati alle singole associazioni di categoria, per operare con i propri progetti” (leggasi, per farci gli affari propri), siano stati convalidati oppure annullati anche per i prossimi anni. Spero la seconda che ho scritto……………………
Bastano I soldi per la paghetta del presidente? Sennò che ce lo fate sapere, io guadagno 1500 euro al mese, che mi costa rinunciare a 5/10 euro al mese per il bene della nostra città?!
Tutte quelle persone che pensano….
Che costano e decidono per i tagli.
Il primo taglio mandarli a casa.
Le camere di Commercio non servono a NIENTE.
Sostituire con un computer.
anche nella cultura c’è un magna magna non ve credete….e forse anche di più che in altri settori. Inoltre li lavorano sempre gli stessi, e se non ha una tessera di partito di sinistra o se non sei collegato con i sindacati non lavori manco per il cavolo.
Tranquilli che le poltrone restano solide!
se le camere di commercio sono inutili o sostituibili da un camputer altrettanto inutili sono:
prefetture
questure
province
provveditorato degli studi
notai
commercialisti e simili tipo caaf
Aci
30-50% delle forze dell’ordine
almeno 50 % di Comune ecc..
La vera cultura non tremerà per il taglio di fondi pubblici (specie pensando a chi non arriva a fine mese). Anche perché la vera cultura non vive di finanziamenti pubblici, ma di studio, militanza, onestà intellettuale, talento. Della serie che se c’è qualche fondo si può pensare (voci di spesa alla mano, certificate e rimborsabili) a iniziative di tenore più ampio. Altrimenti si aggiusta il tiro (come facciamo da sempre in molti) e si dà fondo alla capacità di arrangiarsi. Perché una cosa, solo quella ma quella senz’altro, è certissima: “la cultura si mangia”, e non “con la cultura si mangia”.
Ma se le funzioni delle CCIAA passassero a quel che resta delle province visto che non sanno più che c… fare?