Brutta notizia quella delle lettere di licenziamento che la Beta Spa ha spedito ai ventuno dipendenti di Tvrs, l’emittente televisiva recanatese in attività dal 1979 ed ora destinata a ridimensionarsi. Brutta non soltanto per la maggior parte di quelle ventuno persone, fra cui cinque giornalisti. E non soltanto per il tramonto di una realtà che nel corso di ben trentaquattro anni ha svolto il compito non facile di farsi apprezzare da migliaia e migliaia di fedeli spettatori. Ma brutta per un’altra ragione, che più in generale riguarda l’esistenza, la natura e la qualità dell’informazione cosiddetta locale in un settore importante come quello televisivo, dove adesso, se mi limito a considerare le emittenti nate e cresciute nel Maceratese e dotate di discreta audience, ne rimane solo una: Video Tolentino, molto seguita nell’entroterra, ben diretta e con ampi spazi riservati, appunto, all’informazione. Troppo poco, per un territorio di oltre trecentomila abitanti. Un tempo c’era Telemacerata, ma anch’essa mutò identità passando a un gruppo prima toscano ed ora emiliano e continua sì a occuparsi di cronaca locale in un quadro regionale e ultraregionale col nome di “èTv” (fra l’altro svolge le riprese in diretta delle sedute consiliari del capoluogo) ma, insomma, le radici non sono più le stesse. E questo conta.
Non a caso ho parlato di qualità dell’informazione, che in gran misura dipende dagli assetti proprietari e dai contingenti interessi economici e politici degli editori. Ebbene, nonostante i forti limiti finanziari e dunque produttivi, a me pare che in fatto non certo di quantità ma di qualità l’informazione locale sia, nel suo piccolo, migliore di quella nazionale, nel senso di più autonoma, più oggettiva e, se mi si consente di estremizzare il giudizio, meno faziosa. Il che riguarda la televisione, la carta stampata, le radio e i quotidiani online. Per quanto concerne la carta stampata, vero è che le pagine locali del Resto del Carlino (nettamente il più diffuso in provincia), del Corriere Adriatico e del Messaggero dipendono da editori – Riffeser e Caltagirone – i cui interessi economico-politici pesano e non stanno nel nostro territorio, ma, sarà magari per convenienze diffusionali, alle rispettive redazioni locali viene concesso un certo margine di autonomia da cui risulta un evidente vantaggio per la qualità, come ho detto, di ciò che si scrive e si pubblica, ovviamente in sintonia con una linea dettata dall’alto ma con esiti pratici che di questa linea non sono di automatica, meccanica e passiva esecuzione.
Che cosa intendo per qualità dell’informazione? Lo dicono un paio di principi deontologici del giornalismo. Il primo: rispettare la verità sostanziale dei fatti. Il secondo: tenere distinti i fatti dalle opinioni. Ebbene, su questi due punti gli ultimi vent’anni hanno registrato un impressionante declino sia nella carta stampata sia nelle emittenti televisive e radiofoniche, nel senso che i fatti vengono sistematicamente subordinati alle opinioni e troppo spesso non si tiene conto della verità sostanziale dei fatti, così impedendo alla pubblica opinione di farsi un’idea pur approssimativa della verità, che, magari con sfumature diverse, dovrebbe essere, ogni volta, una sola. Questo severo giudizio sulla qualità dell’informazione nazionale non si riferisce a tutte le testate singolarmente prese. Vi sono eccezioni importanti, ma la media è sconsolante. E a farla peggiorare contribuiscono casi di totale militanza politica come quelli del “Giornale”, di “Libero” e, sull’altro versante, del “Fatto quotidiano”. Dopodiché, a scalare, ce ne sono altri, e in ogni campo, televisione, radio, online. Organi d’informazione, voglio dire, finalizzati non a informare ma a fare proseliti e a demonizzare gli avversari, e a farlo, ripeto, con uno stile smaccatamente di parte.Nella nostra provincia operano 39 giornalisti professionisti (il giornalismo è il loro unico mestiere) e 292 pubblicisti (il mestiere prevalente è un altro). Ebbene, nonostante i limiti economici e strutturali di cui ho già detto – la sproporzione delle forze in campo è enorme – ma forse anche grazie a questi limiti, i giornalisti che operano in provincia sono posti nella condizione di lavorare con un buon margine di autonomia professionale, il che favorisce la qualità del prodotto. Sono forse più bravi dei loro colleghi nazionali? No, sono semplicemente più liberi. Questo, ma fino a un certo punto, nella carta stampata. E con maggiore evidenza nelle emittenti radiofoniche (considerando le più importanti, in provincia ne esistono sei: Multiradio di Tolentino, Radiolinea di Civitanova, Radio Erre di Recanati, Radio Nuova di Macerata, Radio Cuore di Recanati, e mi scuso se involontariamente ne dimentico qualcuna), in quelle, pochissime, televisive e in quelle, ancora più rare, che operano in Rete, nel Web, nell’Online.
Qual è la situazione provinciale in quest’ultimo settore, nuovo ma dotato di una forza che gli viene da tendenze e da realtà di livello mondiale? E’ una situazione di “working in progress”, come s’usa dire: i soggetti in attività, da noi, non sono più di due, uno dei quali, a Civitanova, non gode ancora di notevole rilievo. Ma il futuro lascia prevedere che essi siano destinati ad aumentare. Uno, intanto, ha già spiccato il volo e in un pugno d’anni ha assunto un’importanza che va oltre i confini della provincia. Mi riferisco, l’avrete capito, a “Cronache Maceratesi”. E lo faccio con un minimo d’imbarazzo, consapevole del rischio di cadere nella fattispecie del “conflitto d’interesse” per il fatto che la mia firma vi compare da tempo. Mi fermo allora a qualche dato oggettivo: oltre venticinquemila “visite uniche” – non ripetute – al giorno, oltre trecentomila al mese, primo posto in Italia per l’indice di visibilità nel rapporto fra “visite uniche” e popolazione di riferimento, quasi seimila coloro che si sono registrati per intervenire, commentandoli, sugli articoli quotidiani. E, ciliegine sulla torta, due premi, uno dei quali su scala nazionale. Dal settembre del 2008, quando Matteo Zallocco ebbe l’idea di fondare questo giornale, “Cronache Maceratesi”, dunque, di strada ne ha fatta parecchia e in totale autonomia proprietaria, direzionale e gestionale da interessi di altra natura. E qui mi riallaccio al discorso generale che ho cercato di fare all’inizio, ossia al grado di autonomia delle varie testate rispetto alle pressioni, alle convenienze e agli interessi “extra-aziendali” di chi le possiede: quanto tale grado è minore tanto peggiore è la qualità dell’informazione ai fini di una reale crescita democratica della società. Ed è in questo che, nel suo piccolo o nel suo piccolissimo, l’informazione locale mi sembra migliore di quella nazionale.
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sinceramente trovo che tra i principali quotidiani a diffusione nazionale non ne esistano di “non schierati”, si preferisce puntare allo zoccolo duro dei propri affezionati piuttosto che stimolare il dibattito e la conoscenza dei fatti. pertanto trovo ormai un’offesa il finanziamento pubblico alla carta stampata e l’odioso canone rai, questa si che sarebbe una battaglia di civiltà…
La maggior parte dei quotidiani nazionali sono illeggibili ed i contributi statali all’editoria sono stati elargiti in modo vergognoso. Dopotutto se e’ politicizzata (nel senso dispregiativo del termine) l’agcom, cosa si vuole pretendere.
Oggi vi e’ un eccesso d’informazione non regolata dal filtro della qualità. Anche i motori di ricerca divulgano informazioni a singhiozzo, orientate da chissà quali interessi.
Sul fenomeno CM ci si può interrogare e su una cosa si deve porre l’attenzione: il successo deriva dall’intuizione iniziale e dalla progressiva crescita professionale della redazione. Ma non e’ tutto, i lettori-interventori contano molto. E siccome l’informazione spesso tocca da vicino le persone locali, il livello di attenzione sulla verità dei fatti ed il giudizio a volte ficcante, necessitano di un continuo vaglio prudente. Questo credo pesi sempre di più sul direttore ma al tempo stesso deve essere motivo d’orgoglio.
Voglio segnalare il merito anche di un’altra testata locale, Emmaus, settimanale in cui la notizia e’ accompagnata da significative riflessioni.
L’ editoriale del Dott. Liuti è come sempre molto diretto, essenziale e soprattutto analizza bene l’ argomento. È il mio parere s’intenda, condivido appieno la definizione di stretta militanza politica (aggiungerei…padronale!) per i due quotidiani Libero ed Il Giornale, sono meno d’accordo per Il Fatto Quotidiano, che secondo me ne ha….sempre per tutti, in particolare per chi opera fuori dalla legge e non credo sia sua la colpa se a finire quasi sempre sulle stesse sue prime pagine sia il nome…….del Cavaliere!!!
Cordialmente,
Antonio Oro.
Sempre preciso Liuti nell’eposizione.
Due piccoli appunti.
Mentre “Il Giornale” e “Libero”, campano con i finanziamenti pubblici e, con i soldi pubblici (cioè con i nostri soldi), fanno sfacciatamente politica pro bisononno condannatop Silvio “Il Fatto Quotidiano”, partigiano anch’esso, vive senza prendere una lira di finanziamento pubblico
Quindi Giornale e Libero non possono essere messi sullo stesso piano del il Fatto in quanto non credo che, senza l’aiutino statale, resterebbero aperti.
Una delle forze di CM, fin dal suo inizio, è la possiblità dei lettori di intereagire, commentare, confrontarsi: il sale della Democrazia e della Partecipazione che ha fatto si che un quotidiano on-line, di una piccola città di Provincia, diventasse un punto di riferimento Nazionale (e scusate se è poco!!)..
L’informazione
Primo deve essere libera! (Già qui è un problema serio se sei libero se tagliato fuori dai potenti, non gli servi per farsi pubblicità)
Si deve dire sempre la verità! (Qui nasce il secondo problema come ogni giornale è pilotato e non libero, cosi capite bene cosa succede, poi se dici la verità, Quale bugia è questa VERITA’ )
Terzo cosa significa l’articolo se si sa tutto questo?
Tutte le cose si sanno da molto tempo la banca delle marche il cosmari ecc. ma perché? Tutti sanno e sanno come funziona, anici degli amici e nessuno dice mai nulla o tutti aspettano di prendere qualcosa da tutto?
Spero che la guardia di finanza sia meno compassionevole di come è stato trattato il Montepaschi di Siena!!!
Chi è libero e preso per matto ed è emarginato da una società corrotta come quella in cui viviamo!
…..dimenticare di citare Repubblica e’ un evidente segno di faziosita’.
Mettere sullo stesso piano Libero con il Fatto è come considerare il Corriere un giornale politicamente non schierato.
Per queste e altre ragioni, ci teniamo stretto CM che è una eccellenza tutta nostra.
E’ sempre un piacere leggere Giancarlo Liuti, perchè, a parte ciò che dice, è una penna qualificata vecchia maniera e dovrebbe insegnare ai giovani come si scrive un articolo molto meditato. Il ruolo della stampa su carta è diverso da quello on-line. Il vantaggio di un giornale come Cronache Maceratesi è quello che, salvo rari casi in cui si è impediti ad intervenire su particolari notizie, puoi lasciare un tuo commento, accettato o meno dai lettori, ma libero di apparire e di essere apprezzato o contestato. La carta stampata non può permetterselo.
Ormai la democrazia come la conoscevamo è finita: il cittadino non conta più un bel niente, nè ha gli strumenti di base che aveva un tempo per poter fare conoscere la sua voce all’interno dei partiti. Un paravento di democrazia sembrerebbe averla il Movimento 5 Stelle, ma è una illusione: basti guardare cosa avviene a livello nazionale e locale, dove se c’è qualcuno che esprime la sua opinione, o viene zittito, oppure viene ignorato. Non parliamo del PdL, elitario. Non parliamo del PD, falsamente democratico con le sue ormai farsesche “primarie”. Con il nuovo che avanza mediante un Renzi – rottamatore dei rimasugli comunisti per una nuova DC camuffata – che vuole il potere senza dirci cosa vorrebbe fare… Dice solo “ghe pensi mi”: sembra un Berlusconi privo di fondi suoi, ma ricco di fondi altrui.
Sarò costretto a non votare più, non dico per il PD, ma pure per i “grillini” e per qualsiasi altro partito o movimento. Questa falsa democrazia gestita al vertice mi dà la nausea. D’altra parte quale sovranità nazionale abbiamo? Non battiamo più carta moneta e le cose vengono decise in Europa e nei potentati. Se non direttamente da Oltre Oceano, magari da “Skull and Bones”, Teschio e Ossa, la società segreta di cui fa parte il vicepresidente USA John Kerry, che sposò la vedova di un altro Skull an Bones. Se andate a vedere è tutto un fiorire di logge, di Trilaterale e Gruppo Bilderberg, che governano l’Italia.
In fondo al tunnel non vedo la luce, ma la tragedia. C’è un risveglio delle coscienze non più sui problemi del solo lavoro, ma proprio sull’essenza dell’essere umano. Però, chi gestirà il “nuovo Risorgimento”? Il Papa non può farlo, poiché il cambiamento spirituale radicale presuppone metodi che sono incompatibili col messaggio cristiano. In parole semplici si tratterebbe di impacchettare ogni forma di parlamentarismo e portarla in una discarica di concentramento… E’ eccessiva questa opinione pure per Cronache Maceratesi? “Modererà” questa mia opinione?
E già che ci sono, non credendo più nella forma democratica falsa e bugiarda come l’attuale, mi permetto di scrivere che considero fortunati gli Egiziani che hanno le forze armate dedicate e al servizio dell’ordine nazionale e che hanno sistemato il cancro democratico della farsesca “primavera araba” che avrebbe costretto l’Egitto verso uno Stato confessionale non laico.
Purtroppo in Italia non abbiamo una Casta militare all’altezza di mettere ordine in un Parlamento che ha chiuso con le funzioni costituzionali e vivacchia solo perchè fin che sono sulla poltrona i parlamentari mangiano.
Scendendo giù, fino a Macerata, vediamo l’estrema confusione che è nella testa degli amministratori e del consiglio comunale: forse un Podestà con pieni poteri farebbe meglio della cinfrusaglia che governa la Città. Comunque, niente paura, cari politicanti: non abbiamo Forze Armate pronte a prendere il potere. Quindi, continuerete a mangiare e a fare danni e a mettere al comando ministri inutili come la Kyenge.
Un detto Boero afferma: “Un Africano può uscire dalla jungla, ma la jungla non uscirà mai dall’Africano”.
Da quello che posso vedere ogni giorno il successo di cronache maceratesi è basato su un grande lavoro e sulla capacità di dare informazioni tempestive e complete su tutti i settori. Non penso sia una cosa facile e da quello che vedo sono pochi a riuscirci… Spesso resto impressionato dalla tempestività e dalla qualità delle notizie che tra l’altro sono moltissime!!! Ho voluto cogliere questa occasione per fare i complimenti alla redazione da un lettore che apre cm 5-6 volte al giorno anche se interviene molto raramente…
No, l’informazione locale non è affatto meglio di quella nazionale. Per lo meno quella marchigiana, una delle peggiori in assoluto d’Italia. Viene citato il caso di Tvrs, ma lo sapete che i servizi di questa tv venivano fatti solo a pagamento? L’equivalente di ciò che sulla carta stampata sono i cosiddetti “redazionali”, anche se mentre sui giornali viene inserita la dicitura “informazione a pagamento”, in tv non è stato mai fatto. Microfoni messi sotto il politico, l’ente pubblico o l’azienda di turno, tutti lasciati parlare in libertà. E non è un caso unico, anzi. E’ quasi la norma nell’informazione locale (tempo fa venne fuori lo scandalo di una tv emiliana che offriva interviste ai politici locali a pagamento, ci furono polemiche perché si erano prestati anche alcuni esponenti del M5S). Avete mai visto un giornalista locale fare una domanda scomoda a un politico locale? Avete mai visto una polemica forte di una testata locale contro un atto di un ente pubblico o di un’impresa locale? Io no. E per la verità – fatte pochissime eccezioni (tra le quali metto questo sito) – vedo un’informazione locale buona solo a copiare e incollare comunicati stampa senza un minimo di filtro. E, ripeto, qui nelle Marche il fenomeno è molto più spinto che in altre Regioni, dove ci sono delle realtà locali di livello buono e a volte eccellente (con punte come Telenorba che fanno invidia anche ad alcuni network nazionali). Ma come al solito nella regione che continua a guardarsi solo l’ombelico convinta di essere “l’isola felice” non ci si è accorti che di felice, ormai, è rimasto ben poco. E che invece siamo indietro su quasi tutto. Informazione compresa.
L’informazione divulgata dai mass-media è sempre un’informazione di parte.
Alcuni organi di informazione sono più corretti di altri e si sforzano di raccontare oggettivamente i fatti, altri sono più evidentemente tendenziosi e parziali.
È bene sapere in partenza che le informazioni che ci vengono fornite sono sicuramente selezionate e presentate in modo tale da far si che ci formiamo più facilmente un’opinione piuttosto che un’altra.
La manipolazione avviene anzitutto in due maniere.
La più evidente riguarda il modo di presentare un fatto: di uno stesso evento è infatti possibile fornire semprediverse versioni, a seconda del punto di vista da cui lo si osserva.
Più importante, e spesso meno considerata, è laselezione delle notizie: è infatti impossibile che gli organi di informazione possano raccontarci tutti i fatti avvenuti nel mondo; scegliere quali notizie dare e quali ignorare, è un’arma potentissima, perchè vuol dire che qualcuno può decidere cosa possiamo o meno conoscere.
La manipolazione delle informazioni è una limitazione gravissima della nostra libertà.
L’uso di unlinguaggio faziosonell’esposizione dei fatti, determina unpregiudizionella valutazione delle informazioni e, quindi, uncondizionamento, a volte nascosto, che indirizza l’opinione pubblica verso una concezione a priori stabilita dal divulgatore dell’informazione stessa.
Il ricorrere, durante un’esposizione, a termini che hanno già di per sè una connotazione negativa (estremista, clandestino, integralista …), inducono l’ascoltatore a schierarsi, così come immagini capaci di suscitare indignazione.
Le immagini e i termini usati durante la trasmissione delle informazioni, non sono affatto oggettivi; sono gli strumenti di controllo e condizionamento delle masse, che gli organi divulgatori utilizzano sapientemente.
Ma allora, come possiamo continuare a tenerci informati, senza temere di essere condizionati?
L’unica soluzione in grado di tenere basso il grado di manipolazione, è quella di utilizzare più organi informativi possibili, in maniera tale da subire sì dei condizionamenti, ma di diverse origini e forme; questo farà in modo che, nella non conformità dei dati fornitici, ci si faccia necessariamente un’idea propria.
È fondamentale sviluppare il propriosenso critico, avere la capacità di leggere ed interpretare i messaggi che i mass-media ci lanciano in ogni istante, affinare l’arte di selezionare e pesare le informazioni. Per sviluppare questa qualità è indispensabile coltivare cultura e conoscenze, ma soprattutto abituarsi al confronto con gli altri, alla discussione e alla lenta ma consapevole formazione di una propria opinione ed un propriopunto di vista.