Adesso, a bocce quasi ferme, si può riflettere su due vicende che hanno coinvolto Cécil Kyenge, la donna nera di origini congolesi, da molti anni italiana a tutti gli effetti e ora ministro dell’integrazione. Prima vicenda: l’altro giovedì, sull’ingresso della sede maceratese del Pd compare un manifesto di Forza Nuova con la scritta “Kyenge torna in Congo”, il che, oltre a suscitare indignazione da parte del sindaco Romano Carancini, del segretario comunale del partito Paolo Micozzi, del neodeputato Irene Manzi e del consigliere regionale Angelo Sciapichetti, induce la procura ad aprire un’inchiesta per istigazione all’odio razziale nei confronti di Tommaso Golini, il giovane coordinatore provinciale di Forza Nuova, con perquisizioni domiciliari tendenti a scoprire le prove del reato, fra cui eventuali residui della colla con la quale il manifesto è stato attaccato al muro, ma lui si dichiara innocente.
Seconda vicenda: sabato scorso, a Milano, il giovane nero Mada Kabobo, un immigrato irregolare del Ghana che ha in corso una pratica per l’asilo politico, viene colto, alle sei del mattino, da un raptus omicida e senza motivo aggredisce, a caso e a picconate, i rari passanti, ne uccide tre e ne ferisce un quarto, dopodiché, sulla scia delle affermazioni del deputato europeo Matteo Salvini, leader della Lega milanese, vari esponenti leghisti si scagliano contro Cécile Kyenge, alla quale, per via del suo schierarsi a favore dello “ius soli” – cittadinanza italiana a chiunque nasca in Italia – e della sua solidarietà umana verso i migranti africani giunti via mare rischiando la morte, attribuiscono la responsabilità di avere in qualche modo provocato – anzi, istigato – la pazzia stragista di Mada Kabobo.
Ora, ferma restando l’inaudita atrocità della tragedia milanese, mi chiedo per quale ragione la procura meneghina non abbia aperto un’inchiesta su certe prese di posizione, perché se scrivere “Kyenge torna in Congo” è istigazione all’odio razziale a me sembra che lo sia molto di più tracciare un rapporto quasi criminale fra Cécile Kyenge e Mada Kabobo. Non c’entrerà, mi chiedo ancora, che la Lega governa la Regione Lombardia e che, di conseguenza, le spalle dei leghisti, Matteo Salvini compreso, sono assai più robuste di quelle di Tommaso Golini? Anche la magistratura, dunque, ha i suoi pesi e le sue misure? Da un articolo di Gian Antonio Stella su “Sette”, ad esempio, ho appreso che il tribunale di Monza ha inflitto undici mesi a un nero senegalese ridotto alla fame e padre di un bambino in fasce per aver rubato una confezione di latte in polvere in un supermercato, mentre il tribunale di Trento si è limitato a soli quattro mesi per un bianco italiano che adescava ragazzine offrendo ricariche telefoniche in cambio di loro foto da nude per poi smerciarle nel giro dei pedofili.
Difendo quel manifesto? Difendo Golini? Nient’affatto. Forza Nuova è una formazione politica parafascista e pararazzista che riscuote un modestissimo seguito anche a Macerata – per fortuna non siamo a Roma – e soprattutto in ambienti giovanili. Dietro a quella scritta, dunque, c’è una visione della società che si colloca all’opposto non solo della mia ma anche del diffuso civismo della città. Che nelle parole “Kyenge torna in Congo” ci sia del razzismo non si può negare. Giusta, quindi, la reazione degli esponenti politici locali del Pd, di Sel, dell’ex Idv, della sinistra radicale e dei Cinquestelle (purtroppo sono mancate le reazioni del centrodestra, dove i pur pochi voti leghisti non sono mai da buttare) e condivisibile, anche come deterrente, l’iniziativa della procura. Ma se si ritiene che il manifesto maceratese di Forza Nuova contenga gli estremi di un così odioso reato, mi pare che tali estremi siano molto più evidenti nelle parole dette e scritte dai vari Salvini, i cui proclami in tema di integrazione – proclami, si badi bene, tollerati, a Milano, dal Pdl – meriterebbero, anche e specialmente quelli, l’attenzione dell’autorità giudiziaria. Tutto qui.
Ma lasciamo perdere e veniamo allo “ius soli” e allo “ius sanguinis”: il diritto di cittadinanza che deriva dal luogo – il “suolo” – in cui si è nati, e quello che, invece, deriva dall’etnia – il “sangue” – dei genitori. Il dibattito è aperto, non solo in Italia, e Forza Nuova ha, in proposito, una rigida ma legittima posizione a favore dello “ius sanguinis”. Ciò che mi colpisce è tuttavia l’atteggiamento mentale e culturale dei suoi giovani, dai quali, proprio perché giovani, mi aspetterei una maggiore apertura al futuro, verso i processi in atto nel mondo: la globalizzazione, la libera circolazione non solo delle merci ma pure delle persone, l’affermarsi, ormai inarrestabile, di un superiore “ius vitae”, il diritto che semplicemente deriva dall’essere nati e dall’appartenere al genere umano.
Il concetto di cittadinanza – “soli” o “sanguinis”, non importa – riguarda scelte legislative che continuamente mutano e si evolvono da paese a paese. Centocinquant’anni fa occorreva il passaporto per andare dalle Marche in Toscana, da decenni alla cittadinanza italiana – o francese, o tedesca – si va sostituendo la cittadinanza europea, e già si profila una cittadinanza più ampia, quella ispirata dall’Onu, quella dello “ius vitae”. La Kyenge è ministro dell’integrazione e a Forza Nuova questa parola non piace:“Basta con gli immigrati”, grida, “ognuno stia a casa sua!” (ricordo che la stessa frase andava di moda, negli anni Cinquanta, a Torino, con cartelli sui portoni che dicevano “non si affitta ai meridionali”, ma la migrazione interna che allora portò milioni di “terroni” nelle aziende del nord fece da leva al boom economico nazionale). Passi per i vecchi, chiusi nella nostalgia degli irripetibili passati delle frontiere, delle dogane, delle autarchie. Ma i giovani? Mi rendo conto che corrono tempi difficili, soprattutto per loro. E che la crisi economica esaspera anche le questioni legate ai flussi migratori. Non si è davvero giovani, però, se non ci si pone con coraggiosa spavalderia di fronte al futuro. E il futuro sta nell’integrazione fra diversità di luoghi, di sangui, di culture e di tradizioni.
Rispettare le leggi del paese in cui si è scelto di vivere, certo. E la Kyenge le rispetta. Non le si deve chiedere altro. E non ha senso, se non per una ottusa visceralità di stampo razzzista, pretendere che non possa diventare italiana e ministro del governo italiano se prima non ripudia – disprezza, condanna, misconosce – la sua terra natale. Nel Congo vige la poligamia e la Kyenge ha trentaquattro fratelli nati da molteplici madri. Ma non propugna l’avvento della poligamia in Italia, figuriamoci. Dice soltanto che da congolese come sente ancora di essere nel profondo dell’animo non si può e non si deve costringerla a demonizzare le proprie origini, la propria infanzia, i propri legami familiari.
Il Congo è un paese ricchissimo di materie prime, il suo faticoso cammino nella modernità incontra tanti ostacoli ma va avanti. Fossi giovane come i giovani di Forza Nuova, insomma, mi batterei per un avvenire nel quale possa esserci la prospettiva di una mia meritata e proficua affermazione personale in un’impresa italiana che magari operi nel Congo, senza che eventuali “forzanuovisti” congolesi mi obblighino a praticare la poligamia e a maledire la monogamia, con l’affissione, altrimenti, della scritta “torna in Italia”. Questa è, per l’appunto, l’integrazione. E questo è, per l’appunto, il futuro.
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Ha ragione l’autore. In questi vent’anni c’è stata troppa tolleranza verso un partito razzista ed eversivo come la lega nord. Razzista anche contro tutti gli italiani nati sotto il Po.
Caro Sig. Liuti inanzi tutto mi complimento con lei per la stesura dell’ articolo,è pur vero che la lega ha osato troppo in materia di coesione nazionale,e,spesso si ritrova ad essere razzista sfacciatamente…Forza Nuova si sa è un partito di destra,che però accusa giustamente lo stato,quando questo si fa promotore della globalizzazione,e,difende un ministro che in passato ha trascorso in Italia diversi anni come clandestina…Siamo il paese dei balocchi per gli stranieri che vogliono delinquere,obbligare i cittadini a rispettare le leggi non è ne illegale,ne razzista…Dal 2008 ad oggi,inizio della crisi,le presenze di stranieri in Italia si sono triplicate;questo dovrebbe far riflettere chiunque:Cosa vengono a fare gli stranieri se non c’è lavoro????Perche nonostante tutto sono stati lasciati entrare??Io ritengo che la risposta sia politica:questi sgraditi oggi,domani saranno voti…Causa effetto dunque!!Gli Italiani in difficoltà notano come sono trattati gli stranieri,e come sono trattati loro:2 pesi x 2 misure!! il fatto grave però credo che sia nell’atteggiamento dello stato:far diventare gli italiani “razzisti” sembrava essere cosa impossibile…..ma i nostri governanti ci stanno riuscendo proprio bene….. Se non volevano la leganord o forza nuova dovevano pensarci prima,se questi esistono è perchè qualcuno gli da credito e li vota…
non voglio entrare nel merito Kienge ma Macerata comincia a diventare la città di delinquenti, puttane, drogati, clandestini…………..vogliamo continuare?
Girate la sera in certe zone invece di stare arroccati nei palazzi del potere cari sindaco, assessori, consiglieri benpensanti etc ………
L’ITALIA AGLI ITALIANI (e ai regolari)
“loquendi libertatem custodiamus” (Parlando custodiamo la libertà).
I multiculturalisti rifiutano l’universalità delle idee illuministiche di democrazia, diritti umani, legge, considerate manifestazioni di arroganza culturale.
fonte : Europa multietnica di Giulio Meotti
L’iniziativa di Forza Nuova, che, per quanto sgradevole, tuttavia a mio avviso non integra estremi di reato, ha avuto il sicuro effetto negativo di chiudere ogni possibilità di libero ed autentico dibattito sul controverso tema dello “ius soli”.
Una volta tanto non sono d’accordo con Liuti. Infatti, invito anche io la dottoressa in oculstica Kyenge a ritornarsene nelle terre dei Bakunda, la sua tribù, che è lontana culturalmente anni luce da altre tribù congolesi come i Bakongo e i Bajakà, e milioni di anni luce dalla Cultura italiana, per esercitare la professione di medico e curare le tremende malattie agli occhi che esistono in quelle regioni tropicali.
Ricordo che i medici sud sudanesi ritornavano, all’epoca della querra di indipendenza sud sudanese, in Sudan ad esercitare, o a lasciarci la pelle per malattia, come William Renzi Tembura, figlio dell’ex-re degli Azande.
Comprendo che la vita in Italia sia comoda, che ci si sposi pure. Ma gli aiuti ricevuti dagli Italiani erano per farla ritornare nel Terzo Mondo ad aiutare la sua gente. Certo, la sua tribù si esalterà nel sapere che la Kyenge è diventata Ministro della Repubblica italiana. “Andiamo tutti in Italia, dove, se non Ministro, si potrà diventare almeno sindaco di una città come Macerata – viene trasmesso col tam-tam in tutto il territorio.
Cosa c’è di più globalizzante di una legge che stabilisce che chiunque nasca in Italia diventi cittadino italiano? E della possibilità di entrare clandestinamente in Italia senza essere perseguiti penalmente? E’ una goduria resa possibile dalla idiozia della cosiddetta Sinistra e dal buonismo peloso di certe compenenti clericali della Chiesa cattolica.
Questi idioti multiculturalisti e mondialisti stanno facendo entrare, ad esempio, i Musulmani a frotte. Credono – i poveri idioti, come idiota era Marx che credeva che i capitalisti si sarebbero convertiti al marxismo di fronte alla bellezza del comunismo – che i musulmani si convertiranno alla democrazia…
La democrazia – i musulmani – ve la daranno sulla coccia, poichè è l’emirato e il califfato ciò che il Corano contempla… I musulmani, possono non essere più credenti praticanti, ma rimangono legati alla Umma. Per adesso stanno buoni. Ma, quando saranno in numero sufficiente a poter contare politicamente, ci inchiappetteranno con la pretesa di avere per i musulmani leggi e tribunali islamici, che non contrastino quindi con i dettati del Corano…
La cosa, comunque, non dovrebbe interessare la Sinistra massimalista e surrealista, perchè a perderci sarebbero i Cristiani. Però, non tengono conto che il Corano condanna l’omosessualità. Per cui i musulmani imporrebbero agli omo – in massa presenti a Sinistra – di “convertirsi” alla normalità etero.
Altrimenti… sgozzamento.
Su queste pagine avevo già chiesto se la famiglia, meglio il clan, del Ministro Kyenge aveva, durante la rivolta filomarxista dei Simba, parteggiato per questa moltitudine di assassini, esaltati dall’Unità e da altri progressisti, oppure aveva dato appoggio ed uomini alla truppe katanghesi, ausiliarie del Quinto e del Sesto Commando mercenario, inquadrato nell’esercito regolare congolese e sostenuti dall’ONU.
Il nostro Liuti dovrebbe conoscere, dato che suonava nell’orchestrina in cui era suo fratello, un nostro concittadino maceratese, diventato poi Maggiore del Quinto Commando. Il nostro concittadino si batteva nella consapevolezza che stava fermando l’infiltrazione marxista in Congo e in quella parte dell’Africa ad opera dei Simba, armati e foraggiati dai maoisti cinesi e dall’Est europeo, ed addestrati dai mercenari cubani castristi, comandati da Che Guevera, che dovette alla fine fuggire in tutta fretta di fronte ad un attacco del Quinto Commando. Poi, come si sa, si andò a “suicidare” in Bolivia.
Io verrò definito “fascista”, dopo queste mie affermazioni. Al che “me ne frego” – come avrebbero detto i veri fascisti della Marcia su Roma – di tutti questi venditori di fumo della Sinistra, che col multiculturalismo, eccetera, e col buonismo di certi cattolici teorici, stanno infiltrando la nostra Italia, la nostra casa, di gente extracomunitaria, soprattutto musulmana, che creerà un sacco di confusione e ci farà fare la fine del Kossovo.
Chi si azzarderà a replicare lo farò a pezzi.
Indubbiamente Forza Nuova è razzista, ma la scritta “kyenge torna in Congo”, presa di per se stessa (cioè indipendentemente da chi può averla scritta), istiga all’odio razziale quanto il proverbio “Moglie e buoi dei paesi tuoi”. Di conseguenza io penso che qui si voglia chiudere la possibilità di libero ed autentico dibattito (come dice Bommarito) e – detto forse più chiaramente – che si persegua l’obiettivo di criminalizzare non il razzismo ma il dissenso; un gioco al quale credo che Forza Nuova si presti, tra l’altro, ben volentieri.
Formazioni estremiste come Lega e FN esistono nel panorama politico italiano e in qualche caso presenti addirittura in Parlamento a causa del sistema proporzionale. Il sistema proporzionale, abolito per referendum dagli italiani nel 93′ e riproposto dalla partitocrazia più tardi, ha questo effetto: aumenta la tensione, la litigiosità, favorendo gli estremismi. Insomma come avvenne in Germania e in Italia durante gli anni venti. Hitler e Mussolini sono nati e si sono sviluppati grazie al sistema proporzionale.
Unica soluzione per cambiare la politica di questo paese è il sistema elettorale che vige in Gran Bretagna e Stati Uniti: Maggioritario uninominale a turno unico. Il resto sono solo stratagemmi più o meno grossolani per salvare le poltrone di corrotti, ignoranti e delinquenti.
E’ un sistema che garantisce governabilità e democrazia. Non fa vincere estremisti, demagoghi e populisti e che mette al centro della scelta dell’elettore la persona e non il partito, le idee e non le ideologie. Un sistema che favorisce il BIPARTITISMO e non il caos ridicolo della nostra politica.
La politica italiana si può cambiare! Si faccia il MAGGIORITARIO UNINOMINALE A TURNO UNICO, come nei paesi anglosassoni.
Il ” problema ” della Cittadinanza Italiana agli extracomunitari, che hanno superato il 10% della popolazione è oramai evidente ed ineludibile. Ma non è il momento giusto per affrontarlo nel modo migliore, o meglio democraticamente condiviso; con il rischio che ora, un provvedimento Governativo dall’alto rischierebbe di peggiorare l’attuale situazione Sociale,già fortemente tesa. Anzi, a mio parere, la nomina a Ministro di origini Congolesi, della Dottssa Kyenge, in questo particolare momento di crisi economica e sociale Italiana mi è sembrata più una “Provocazione Politica”in una situazione di Kaos governativo che certo non aiuta ad affrontare l’attuale momento drammatico in cui versa l’Italia . Inoltre , gli attuali partiti al Governo, impegnati a rifarsi una “faccia credibile” nei confronti dell’elettorato tradizionale di riferimento, cercheranno di ampliare tale base di consenso ,aprendo a nuovi settori della Società, con l’estensione Facile dei Diritti agli extracomunitari,appunto con la Cittadinanza ed il relativo diritto di Voto. La materia deve essere oggetto di REFERENDUM propositivo tra i Cittadini e non merce di scambio lasciata in mano ai Partiti. D’altronde, mi sembra che attualmente in Italia, sono in vigore norme che non vietano l’acquisizione della Cittadinanza Italiana.Certamente è da snellirne l’iter burocratico, come del resto avviene per l’applicazione delle altre leggi spesso costretti a subire dagli Italiani, purtroppo!
Carissimo Giancarlo,
qualche anno fa a Riccione, durante una tre giorni letteraria, discutendo con l’amico Franco Loi sui destini della poesia oggi in Italia, Franco se ne uscì dicendo che ormai non c’erano più speranze perché “il popolo ha tradito” (disse così). Tentai di controbattere, di sanare quella che era – nel suo tono di voce – una ferita aperta. Ma forse aveva ragione lui. Era nella linea del pasoliniano “Io non ci credo più”: ma aggravata. Perché Pasolini aveva intuito il guasto a monte; Loi registrava quello alla base.
Io rimango sconcertato, nelle fattispecie che tu oggi esamini nel tuo splendido corsivo, di fronte al popolo che difende, senza rendersi conto della gravità potenziale, un insulto gratuito scambiandolo per opinione. Sanno bene che le cose sono differenti, ma si impongono di difendere ideologicamente la parte che sentono più vicina alle loro idee, fino al punto di mistificarne (per poterle giustificare) anche le (quanto meno) cadute di stile: questo atteggiamento è anti-popolare, perché il popolo sempre, nei momenti di difficoltà o pericolo, sa farsi solidale e materno, sanamente complice dei più deboli. Perché il popolo ha una sua bella istintività, coglie per grazia di stato il buono e il giusto delle cose. E’ la saggezza perfettibile, ma reale, che pone le basi dei sistemi democratici. Ma forse ha ragione lo sguardo profetico del poeta Loi: se l’ideologia riesce a vincere sull’umanesimo, addirittura con naturalezza, forse – c’è da temere – torna a tirare un brutto vento che credevamo morto per sempre. Deve trattarsi – credo e temo – di gente che non ha letto Pratolini, che in generale ha letto poco o nulla, preferendo fidarsi del principale mezzo di “infornazione”: la tv (gente cresciuta a pane e talk show, a cominciare da quei beceri duelli gestiti da Funari, fino a quelli del presente).
Quanto alla Lega, che tu da sognatore releghi al Nord, ricorda che esiste anche qui: che addirittura vanta candidati e talvolta eletti tra la nostra gente, ossia tra quei terroni contro cui la principale “idealità” del bossismo e dintorni si è sempre posta e rilanciata: masochismo? Anche. Tontoloneria? Talvolta. Tragica immedesimazione con chi fa la voce grossa per coprire e dimenticare le proprie miserie? Spesso. Modo furbino per tentare di giustificare un egoismo danarolatrico, che ha conosciuto qualche fortuna nel recente passato sul lavoro sottopagato degli stranieri? Perché no?
Ecco, amico mio: non sono più in grado di arrivare alle conseguenze di questi atteggiamenti (o preferisco evitarmelo). Le cause possibili mi bastano e mi avanzano per inorridire. Un abbraccio.
@ PiGi
Mi spiace, ma è l’esatto contrario di quanto affermi. Non c’è sistema elettorale più mitigato e mitigante di quello proporzionale, che – per governare – costringe alla mediazione. E’ quando appaiono i personalismi, i dualismi e gli individualismi, che si scatena la litigiosità.
@ Pesciaioli
Tra i maceratesi non si sono mai registrati né delinquenti né drogati né puttane?
Ahahahahahahahahah……..