Sono 32.314, gli stranieri censiti nel 2011, pari al 10,1% del totale residenti in provincia di Macerata che, fra le 110 province italiane è al 18esimo posto dopo Ravenna e prima di Lodi. Numero che è quasi triplicato nel periodo tra il 2001 e il 2011, mentre la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita dello 0,8%.
Dai dati emerge che la comunità più numerosa è quella rumena con il 13,6% di tutti gli stranieri, seguita da quella macedone con il 13,5% e da quella albanese con una percentuale del 12,3%. Subito dopo c’è la comunità pakistana con l’8,7% e quella marocchina con il 7,3%.
Tra i Comuni più popolati da cittadini stranieri in provincia ci sono Sefro con il 19%, Pioraco con il 18,7% e Porto Recanati con il 18,6%. Da sottolineare anche il dato che riguarda l’età media che, per gli stranieri è di 30,6 anni, la più bassa nelle Marche (quella italiana che è di 46,2 anni). I minori sono 7.941, il 24,6% di tutti gli stranieri (il 15,6% di tutti i minorenni censiti in provincia). Nell’anno scolastico 2011-2012 sono 6343 gli studenti stranieri (in maggioranza maschi) di ogni ordine e grado iscritti nelle scuole maceratesi, pari al 13,9% del totale degli studenti; sono diminuiti solo nella scuola primaria, anche se in questa categoria ci sono più del 35% degli studenti stranieri; la nazione più rappresentata è la Macedonia (16,2% sul totale studenti). Nell’anno accademico 2011-2012 sono 327 gli studenti iscritti all’Università di Macerata (2,9% di tutti gli iscritti; in maggioranza donne), 484 nell’Università di Camerino (6,2%; in maggioranza uomini); gli immatricolati sono, rispettivamente, 73 a Macerata (5,4% del totale) e 84 a Camerino (6,8%), in maggioranza donne.
Crescono anche i matrimoni con almeno uno straniero che, rispetto al 2010 sono aumentati del 4,3%,dato che è pari al 15,1% di tutti i matrimoni celebrati in provincia.
Il 52,2% è di genere femminile con 109,3 donne ogni 100 maschi. Nel 2001 il dato era pari a 92,9 donne ogni 100 maschi. Per quanto riguarda il saldo migratorio, nel 2011 si parla di 2005 unità di cui 1893 stranieri. Il contributo migratorio interno degli stranieri, invece, è stato negativo con meno 330 unità per il tasso migratorio interno, mentre quello estero è stato positivo per più di 2200 unità.
I lavoratori extracomunitari contributori Inps nel 2011 sono 14242 (per quasi due terzi, uomini), con un incremento dell’11,9% rispetto al 2010; il settore economico maggioritario è quello della produzione di calzature e pelli (18,6%), seguito dal commercio (14,5%) e dall’edilizia (10,9%).
La Cassa integrazione guadagni (Cig) ha riguardato 1133 tra operai e impiegati extracomunitari (per 84,5% sono uomini), con una diminuzione del 20% rispetto al 2010; il 34,8% riguarda il settore edile e del genio civile, il 20,5% il settore produttivo delle calzature e dell’abbigliamento
Il numero di pensioni nel 2011 e riguardanti lavoratori stranieri sono 623, pari allo 0,4% di tutte le pensioni erogate in provincia, l’importo annuo complessivo è poco superiore ai 3 milioni di euro, per una media di circa 4980 euro annui,per quasi il 56% si tratta di pensioni assistenziali Inps; il maggior numero di beneficiari è di cittadinanza albanese (159 persone).
L’attività dei Centri per l’impiego, l’orientamento e la formazione (Ciof) ha riguardato per i cittadini stranieri 21331 assunzioni e 15552 cessazioni, il 26,2% e il 26,9% dei rispettivi totali e la tipologia di contratto più rappresentata (più di un quinto tra assunzioni e cessazioni) è quella a tempo determinato; gli iscritti alle liste Ciof sono soprattutto maschi (52% circa), rumeni (13,2% degli stranieri) e albanesi (11%).
Gli infortuni sul lavoro dei cittadini stranieri sono stati 813 nel 2011, pari al 18,1% di tutti gli infortuni dei residenti maceratesi (-4,5% rispetto al 2010), di cui 53 in agricoltura (+ 12,8% sul 2010) e 757 nei comparti industria e servizi (-5,6%); rumena (115 persone) e macedone (106) le comunità più colpite.
Gli imprenditori attivi e iscritti alla Camera di Commercio sono, nel 2011, 3967 (quasi tre su quattro sono uomini) con un aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente e, se maschi, sono soprattutto marocchini (11,6%) e macedoni (11,2%), se femmine sono per lo più cinesi (18,8%) e rumene (13,2%); il settore economico maggioritario è il commercio al dettaglio (25,1%) insieme a quello dei lavori di costruzione specializzati (23,6%)
Nell’anno d’imposta 2010 i contributori stranieri hanno redatto 23250 dichiarazioni dei redditi, pari al 9,7% di tutte le dichiarazioni presentate dai residenti maceratesi (rispetto al 2010, l’incremento è pari al 4,9%); la fascia di reddito più rappresentata è quella compresa tra i 15mila e 20mila euro (20,2% di tutte le dichiarazioni degli stranieri), inoltre gli stranieri si concentrano nelle fasce con redditi più basse (fino a 5mila euro), con percentuali sul totale superiori al 20%
I contribuenti stranieri e titolari di partita Iva si concentrano nei settori delle costruzioni (32,8%) e del commercio all’ingrosso e al dettaglio (25,1%).
Questi i dati emersi durante la presentazione del Rapporto Immigrazione 2012 con i dati consolidati dall’Istat al 2011 relativi alla presenza straniera nel territorio della provincia di Macerata che si è tenuta questa mattina nella sede della Prefettura.
Il Prefetto Pietro Giardina, ha espresso un particolare apprezzamento agli enti ed ai referenti che hanno partecipato ai lavori dell’Osservatorio, considerata l’importanza e l’attualità del fenomeno dell’immigrazione. Un ringraziamento particolare ha voluto esprimere ai ragazzi della classe IV° dell’Istituto Scolastico ITC Alberico Gentili, che, con la guida della professoressa Catarini hanno curato e presentato un capitolo dell’indagine conoscitiva realizzato interamente dagli studenti. (GUARDA IL VIDEO)
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non serve che ce lo dicano le percentuali…basta passeggiare nella città!!
tra dieci anni saranno la meta’….so soddisfazioni….
Abbiamo i migliori…Sai che soddisfazione..
o la media è un pelo più alta o abitano tutti sotto casa mia
Ma qualcuno dei nostri politici (tutti geni, eh?!) si è mai chiesto come mai a Londra, Parigi, Amsterdam, Toronto, New York, si trovano immigrati provenienti da tutti i paesi del mondo e di qualsiasi estrazione sociale e formazione culturale mentre qui da noi arrivano quasi esclusivamente da una decina di stati e quasi tutti di estrazione sociale-culturale bassissima? importiamo malviventi e bassa manovalanza poco qualificata ed esportiamo i nostri ricercatori, gli scienziati, i laureati e ultimamente anche gli imprenditori. Siamo al capolinea.
Sarà un caso, ma io conosco rumeni, albanesi, macedoni, pakistani e marocchini che lavorano e sono tutti brave persone. Certo, se fanno come i pakistani che figlioano a ripetizione, tra venti anni saranno in grado di orientare la politica a favore dell’Islam. A quella data io non ci sarò più e quindi saranno cavoli di chi rimane. Ma, è meglio un buon musulmano che un cattivo cristiano…
come al solito la gente fa di tutta un erba un fascio
Ce ne siamo accorti……. ieri infatti botte assurde in piazza e chi sono ….. ovviamente….. stranieri !!!!!!…. picchiate anche delle ragazze !!!!….. allucinante !!!!!!!
E comunque benvenuti quelli che vogliono vivere qui in modo serio e onesto,ma questa è comunque l’Italia. Mi riferisco in particolare alla storia dei crocefissi nelle aule. Premesso che io li lascerei solo nelle chiese e a casa di chi vuole tenerseli, ritengo che in ogni caso a protestare perché il crocefisso gli da fastidio debba essere al limite un italiano. L’anno scorso ho passato 3 mesi a Parigi per motivi miei, tante cose m’hanno fatto incazzare o ridere beffardamente sul loro modo di fare e di vivere (senza generalizzare) ma non m’è mai saltato in mente di pretendere che qualcuno facesse come gli dicevo io,cambia questo,non mi guardare,la strada è lercia,non pisciare sui muri ecc. Se non ti sta bene torna a casa. Chiaro che se notavo un’evidente presa per il culo nei miei confronti rispondevo a tono (spesso sopra le righe). Ritengo che anche in Italia nessuno abbia il diritto di offendere uno straniero solo perché straniero,mentre invece abbia tutti i diritti di voler dare fuoco a quei rotti in culo di stranieri che stanno sbracati davanti alla Caritas a fumare e a guardarti ridendo.
O a quelli che all’anagrafe strillano “solo in Italia fate pagare 50 centesimi per i documenti” o quello che è. Andate altrove se non vi sta bene come funziona qui. O fatevi passare i quattrini da chi vi difende a spada tratta. Semmai sono gli Italiani a poter protestare per questo. Ma sono anche sicuro che nessuno straniero per bene abbia mai protestato per un cazzo di crocefisso o per 50 centesimi.
Chiudo con una considerazione personale più che ovvia ( o che almeno dovrebbe esserlo) : uno straniero che si comporta bene è un cittadino sempre benvenuto. Un italiano farabutto è un farabutto. Uno straniero delinquente deve essere mazzolato alla grande. Non capisco perché per molti l’essere straniero deve essere considerata una specie di attenuante. Anzi. Un paese ti ospita e tu porti guai? Ma vai a sputare sangue tu e chi ti difende.
Provo a vedere se riesco a raggiungere quota 40 manine rosse…
Ricordo che venti anni fa al posto di rumeni e albanesi ci si accaniva con napoletani e meridionali in genere. Forse è una nostra necessità ontologica l’avere qualcuno cui scaricare le colpe per le cose che non vanno.
Del resto, all’estero anche noi italiani facciamo la nostra misera figura. Ricordo una volta all’aeroporto di Bruxelles (volo Ryanair): tutti i gate avevano file ordinate e silenziose di persone in attesa di imbarco. Sul gate con destinazione Roma una bolgia scalmanata e vociante, una ressa per passare prima degli altri. Poi, visto che danno la precedenza di imbarco a chi ha bambini, c’erano splendidi connazionali che avanzavano facendosi largo nella folla urlando “children children” e portandosi dietro un sagnellone da almeno 12 anni… ed è solo uno delle cose che voi umani non potete immaginare che ho visto.
Forse prima di prendercela con gli altri, dovremmo fare una bella analisi di coscienza. Non è che siamo tanto nelle condizioni di giudicare…
Poi ci sono molti irregolari….
Quindi, in Provincia, ci sarà complssivamente circa il 15% (ma credo di più) della popolazione residente NON italiana.
Molte indgini sociologiche indicano nella cifra del 10% di non “indigeni” quale campanello di allarme oltre il quale cominciano i rigurgiti xenofobi e razzisti, anche senza alcina causa apparente.
Inoltre, con una stuazione climatica economica tendente alla bufera/tornado come quella italiana, il rischio che gli atteggiamenti anti-immigrati (che rubano il lavoro, che rubano le case, che fanno figli come conigli, ecc. ecc. ecc.) possano, prima o poi, sfociare in qualche casino vario non è da sottovalutare…
L’unica strada da poter percorrere, credo, sia quella dell’integrazione: sei in Italia, nessuno ti costringe a restare, pertanto ti adegui e rispetti le nostre leggi, paghi le tasse, non crei casini…
Un ipotesi di lavoro, onde prevenire d evitare ghetti, potrebbe essere quella di prendere in considerazione uno sbarramento nella vendita/affitto di case/locali commerciali.
Se in uno stesso condominio (o una stessa via commerciale) già ci sono un 10-15% di persone NON italiane deve essere fatto divieto di affittare/cedere/vendere abitazioni e locali ad extracomunitari, in modo da evitare che una strada, una via, un quartiere, sia “invasa” da una sola etnia con la conseguenza che in quella zona si possa creare un ambiente chiuso e separato dal resto della città.
Altre emigrazioni (anche italiane) in precedenza hanno dimostrato che “rinchiudere” troppi emigranti in una stessa zona fa si che la comunità non si apra, che vi siano regole non in linea con l’ordinamento, che vi possano essere nuclei di delinquenti, che diventa difficile (per chi vuole integrarsi) uscire dal ghetto, ecc. ecc.
Invece si deve fare in modo che chi voglia possa integrarsi agevolmente, e chi non voglia gli venga ipedito di sfasciare il tessuto economico/sociale.
10.1 % della popolazione(dato del 2011), sommato ad un altro 8/10% di irregolari sfiorerebbe il 20% dei residenti. In pratica 1/5 dell’intera popolazione. Se poi aggiungiamo che gli stranieri si concentrano nei centri dove sorgono aziende importanti o con poli industriali/artigianali, in questi ultimi sfioriamo il 30% dei residenti.
Non ho nulla contro chi viene in Italia per vivere onestamente e dar da mangiare ai propri figli. Ma l’attuale situazione non ci consente di garantire agli immigrati una vita dignitosa nel nostro Paese, se non a discapito di noi Italiani di nascita.
Inoltre, spesso le nostre culture e i nostri usi sono molto distanti e chi viene nel nostro Paese cerca di imporra la propria senza rispettare la nostra.
Il discorso della concentrazione residenziale degli stranieri, come illustrato da Cerasi, coincide con le mie idee. L’esempio Hotel House dovrebbe essere un monito alla classe dirigente e politica: un esempio da non più ripetere.
Io rimango dell’opinione che il problema sia un altro. Ve ne accorgerete a breve quando neanche gli stranieri vorranno insediarsi nel nostro territorio (compresi quelli occuparti in lavori di “bassa manovalanza”).
L’immigrazione è sinonimo di benessere. Se qualcuno vuole cambiare tutta la sua vita per stabilirsi in un territorio non suo è perche crede che ci siano delle opportunità da sfruttare.
Tra qualche anno se continuiamo di questo passo, quella percentuale del 10% vedrete che diminuirà per la felicità di molti. Ma sarà solo uno dei tanti indicatori che il nostro territorio non è attrattivo o competivo. A quel punto potrete scorazzare tranquillamente nella vostra bella landa desolata.
@ Andrea Filoni (commento n. 12):
Grazie per l’iniezione di buon senso, merce sempre più rara di questi tempi.
Però intravedo un’obiezione al tuo ragionamento, nel senso che, se in Italia continuiamo così, secondo me potrebbero anche, tra non molto, capitarci tra capo e collo flussi migratori di miliziani mercenari, perché mi sa che in Italia, se dovesse accadere, non saremmo capaci di fare da soli neanche nel menarci tra di noi..
I maceratesi ringraziano per questa bellissima notizia!!:(
Stiamo facendo una scelta economica non indifferente: la nostra competitività la stiamo basando sulla riduzione dei costi del personale quindi minore specializzazione. Che sia la scelta sbagliata è evidente, chi vorrebbe fare concorrenza sui prezzi a romania, india, cina? Poi verranno albania, macedonia, bulgaria, brasile, indonesia (tanto per fare nomi a caso), poi verrà la volta dell’africa colonizza dagli asiatici… Insomma, auguri, ce ne è di che restringersi la cinghia!
Dimenticavo, nell’entroterra stiamo assistendo ad un fenomeno di “immigrazione” leggermente diverso: inglesi, olandesi, australiani, tedeschi, irlandesi…stanno venendo a vivere, lavorare o anche solo a soggiornare qualche mese nelle nostre campagne. Nessuno si lamenta, portano ricchezza e diversità culturale. Noi però che facciamo? Li spenniamo, costruiamo pannelli fotovoltaici sui campi anziché sui tetti, raddoppiamo elettrodotti da 380kv a pochi metri l’uno dall’altro, facciamo leggi con le quali favoriamo l’incenerimento dei rifiuti, gli speculatori del biogas, dell’eolico… Insomma non è che questa politica sia molto condivisa dai cittadini onesti.
@Andrea Filoni (commento n°12)
Bravo ,pero’ fuggire per poi criticare chi rimane é troppo facile ,ciaoooooooooooooooooooooooooo
Non pensavo che servisse uno studio per capire di vivere all’estero.
Comunque sia a me gli stranieri non danno fastidio purché abbiano una cultura che si avvicini alla nostra.
Mi spiego.
Se in regione arrivano extracomunitari che con il loro sapere possono dare un contributo alla crescita del paese ben vengano, ma se devo convivere con arroganti convinti che a loro sia tutto dovuto, persone che non hanno voglia di fare nulla, che spacciano, che coltivano la prostituzione, che vivono di furti ecc…… be i mie figli non hanno bisogno di questo, piuttosto preferisco emigrare verso un paese più civile insieme ai nostri ricercatori in patria straniera.
(Lo stesso dicasi per gli Italiani “straieri in casa”).
Forse mi sbaglio, ma …..