di Matteo Zallocco
<<Qua non c’è più una lira>>. La frase pronunciata a “microfoni spenti” dal sindaco Carancini fotografa la situazione attuale dello Sferisterio Opera Festival. Saranno solamente due i titoli della stagione 2011, un cartellone misero presentato stamattina dal direttore artistico Pier Luigi Pizzi.
<<Ci siamo trovati di fronte a un quadro di riferimento completamento diverso rispetto al passato – ha spiegato Carancini – visto che il Governo costringe gli enti territoriali ad un drastico ed inaccettabile taglio. Il budget della produzione artistica (3,3 milioni di euro il totale) sarà ridotto del 15%, dovremmo rinunciare a circa 500 mila euro>>.
Una batosta che va ad aggiungersi ad una biglietteria che piange e che quest’estate ha raccolto meno del previsto: <<Si profila uno sbilancio – conferma il sindaco -, di quanto non sono ancora in grado di poterlo dire con precisione, parliamo di circa il 20-30% in meno>>.
Due, dicevamo, le opere in cartellone per la prossima stagione lirica: Un ballo in maschera (4 recite) e Rigoletto (5 recite). <<E’ un omaggio a Verdi – dice Pier Luigi Pizzi -. Un ballo in maschera manca da Macerata da diversi anni e qui allo Sferisterio vide protagonista Luciano Pavarotti. Ci sarà anche un’opera al Teatro Lauro Rossi , con la collaborazione di Ancona, il titolo sarà reso noto dopo il loro Consiglio di Amministrazione in programma per l’8 settembre>>.
Il tema del SOF 2011 è “Libertà e destino”. La stagione dovrebbe indicativamente iniziare il 28 luglio e terminare il 13 agosto. <<Di fronte a questi tagli il Cda si è ritrovato con le spalle al muro – conferma Pizzi – ma non è la prima volta che ci troviamo di fronte alla necessità di ridurre. Ciò non toglie che cercheremo comunque di migliorare, si può fare di più a livello di sponsor e se arriveranno potremmo trovare interessanti proposte collaterali, oltre agli Aperitivi culturali che hanno portato grandi personalità a Macerata e restano una colonna del SOF”.
Quale futuro per il SOF? “Andremo avanti mantenendo comunque un equilibrio di bilancio – risponde il sindaco e presidente dell’Associazione Sferisterio – . La nostra volontà è quella di non arrenderci e ricercare con forte determinazione nuove fonti di finanziamento, a partire dal coinvolgimento deglli sponsor, su cui lavoreremo a partire da oggi presentando un progetto credibile. Essere vicini allo Sferisterio sarà un importante valore di identità per le aziende”.
Erano tre i titoli proposti dal Maestro Pizzi. Quale è stato tagliato? “La Tosca – risponde il direttore artistico – che sarebbe stata la prima opera ripresa per due stagioni consecutive. Non ci piangiamo addosso perchè sappiamo che il Festival può crescere rendendolo vivo per tutto l’anno e non solo per 15 giorni. Ci sono in cantiere una serie di iniziative, vogliamo coinvolgere tutto il territorio e tra le novità stiamo pensando anche ad un allestimento nell’antico teatro romano di Helvia Recina”.
La Tosca non si offenda, qui non c’è più una lira…
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Forse – e dico forse – va riletta anche alla luce di questi fatti la marcia indietro del Maestro Pizzi rispetto al programma “pesante” inizialmente proposto per il 2011…..E, del resto, la forza dei numeri (in questo caso quelli – ridotti – delle risorse disponibili) fa giustizia di ogni velleità pur apprezzabile…..
E’ uno scandalo!!!
I cittadini maceratesi vogliono conoscere il dettaglio delle spese dello Sferisterio e nessuno lo fornisce alle associazioni ed ai comitati che lo chiedono perchè è probabile che dietro a questi bilancio si annidino “arricchimenti” di incompetenti.
Mi è giunta notizia di costi per il marketing (affidato su raccomandazione ad amici di un presidente di un importante ente locale) pari a 250mila euro.
Chi percepisce 250mila euro per pubblicizzare il Macerata Opera Festival (Sof sembra una loffa!! inventata da Pizzi perchè probabilmente si vergogna di lavorare a Macerata) deve portate 3000 persone ad ogni opera e soprattutto non deve sbagliare le stampe (sono stati stampati deplianti con errori marchiani, da incompetenti).
Spero che Romano Carancini legga questo mio sfogo perchè piuttosto che fare una stagione ridicola è forse meglio pensare ad un appuntamento biennale che darebbe possibilità più ampie di organizzazione e farebbe organizzare eventi culturali meno costosi nell’anno di vuoto.
Fateci sapere quanto percepisce Pizzi, per cortesia.
Fateci sapere quanto ha preso Lombardi per questo fallimento, per cortesia.
Fateci sapere perchè lavorano pochissime aziende locali per la stagione, per cortesia.
Fateci sapere quanti biglietti risultano pagati e diteci anche perchè continuate a dare centinaia di inviti. visto che non c’è più una lira, per cortesia.
Fateci sapere perchè noi maceratesi dobbiamo pagare questi giochetti, per cortesia.
Fateci sapere come mai mezza Italia non sa neanche cosa sia lo Sferisterio, per cortesia.
Fateci AVERE IL DETTAGLIO DEI BILANCI……non quelli “aggiustati”…quelli veri.
Grazie
Quello che non riesco proprio a capire è come sia possibile che fino a circa 15 anni fa lo Sferisterio era una realtà conosciuta in ambito mondiale, venivano importanti cantanti, le realizzazioni delle scenografie erano migliori, i direttori di orchestra erano di primo piano e tutto, semberebbe, si riusciva a fare avendo dei bilanci sani e nessun mutuo sulle spalle.
Sicuramente avranno influito i tagli alla Cultura, sicuramente sarà anche colpa della crisi economicha che ci ha colpito, presumibilmente non si è riusciti a migliorari, miglioramento che sarebbe stato necessario per ai vertici.
Però è, più o meno, dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso che chi ha avuto responsabilità nello Sferisterio non ne ha azzeccata una.
Cioè sono circa 15 anni che (nonostante i cambi di Direttore Artistico, Sindaci, Presienti Provincia e Consigli di Amministrazione vari) la Stagione Lirica allo Sferistrio è sempre più scivolata verso la mediocrità, l’incompetenza, le spese che non si sanno bene quali siano, il pubblico sempre calante, una qualità genereale sempre più povera di idee e contenuti.
Ed è veramente prendere per il fondoschiena la cittadinanzia esaltare gli Aperitivi Culturali, appuntamento anche interessante ma che non ha avuto alcuna eco fuori dalla nostra città e non ha portato un aumento di pubblico in Arena….
Aggrapparsi agli Aperitivi, per tentare di nascondere una delle tante ultime stagioni fallimentari, è veramente essere alla canna del gas….
Qualcuno sa spiegarmi perchè, nonostante le annuali dichiarazioni di entusiasmo che si sono suiccedute negli ultimi 15 anni, l’Arena Sferisterio è diventata la barzelletta dell’Opera Mondiale?
Negli anni ’80, fino all’inizio degli anni ’90 lo Sferisterio era una realtà importante a livello planetario.
Forse i maceratesi non lo percepivano, ma avevamo frotte di turisti stranieri che enivano all’Opera.
Le Stagioni di Macerata Opera (nome mille volte più azzeccato dell’insipido Sof) erano tenute in alta consideraizone da tutti i giornali specializzati (NON solo italiani, ma SOPRATTUTTO esteri), lo Sferisterio (pur con tutti i suoi limiti) era un palco di indiscutibile spessore in tutta Europa.
Poi il tracollo, lo scivolamento verso la mediocrità, l’incapacità (e la boria) di molti che ci hanno messo mano non essendo capaci di fare nulla se non ingigantire la voragine dei debiti.
Un Consiglio di Amministrazione, sicuramente negli ultimi 15 anni, mai all’altezza.
Dei Direttori Artistici, oramai finiti (ma che qui fingevamo fossero ancora “pezzi da novanta”), che nulla hanno dato alla città.
Presidenti e Vicepresidenti che, annualmente, si riempivano la bocca ma che, all’atto pratico, hanno dimostrto tutta la loro poca capacità.
Allestimenti, via via, sempre più miseri.
Per non parlare poi dell’aspetto pubblicitario e popagandistico che sono almeno 10 anni (ma forse di più) che fa acqua (e incompetenza) da tutte le parti.
Credo che l’unica cosa sia da azzerare tutto.
Via chi ha scadentemente diretto negli ultimi anni, via l’agenzia pubblicizzaria che non ha pubblicizzato, via un Consiglio di Amministrazione che ha dato immensa prova di tutti i suoi limiti.
E per cortesia i vertici politici (che non ne capiscono nulla di lirica, non a caso le ultime dichiarazioni del Sindaco sono li a dimostrarlo, ma non è che i Presidenti -passato ed anche quello trapassato- della Provincia abbiano fatto meglio) si limitino ad amministrare (cercando di nonspendere e spandere inutilmente) evitando di intervenire su scelte culturali e musicali di cui sono completamente digiuni.
E restiamo comunque in attesa dei bilanci degli ultimi anni…..
Ricordate i tempi in cui lo Sferisterio era affidato ad un giovane ragazzo maceratese? Claudio Orazi che ci fu poi portato via dall’Arena di Verona.
Era il periodo in cui la Stagione Lirica cresceva e cresceva la popolarità del marchio SFERISTERIO nel mondo. Marchio che poteva rappresentare un valore per gli eventuali sponsor.
Caro Gianfranco,
la stagione lirica di Macerata “godeva” dell’appellativo di “maceratata” sin da venticinque anni fa, contrariamente a quello che ti / vi facevano credere comprando qualche redazionale. Chi la chiamava così? Semplice: i musicisti, i musicologi, i critici (accademici e non), etc.
Ridevano del fatto che una Stagione con pretesa di essere lirica si dotasse di un’Orchestra non dell’Arena e – quel che è più grave – in organico ridotto a causa del troppo piccolo golfo mistico. Idem dicasi per il Coro.
Che poi venissero grandi cantanti è vero (io ho memoria mirabile di un Pavarotti ancora magro, pensa te…, in una edizione del Rigoletto con S. Milnes; ricordo pure una Fedora Barbieri ormai in finale di carriera, etc. etc.), ma il vero colpo di fortuna della nostra Arena lo firmarono Ken Russell, Svoboda e cioè gli allestimenti scenici originali e spesso provocatori. Non fu la musica, voglio dire. Macerata non è mai stata Parma né Torre del Lago, nonostante le rette intenzioni e la tenacia encomiabile e indimenticabile del grande Carlo Perucci.
E se qualcuno si imbarazza di fronte al direttore che sostituisce il cantante, come accaduto quest’estate, vorrei ricordare che alla ribalta nazionale e internazionale ci siamo finiti qualche anno fa col tenore impallinato per davvero nella Tosca (e all’epoca Pizzi non c’era).
Io ricordo sempre – con imbarazzo e dispiacere – che Claudia Colombati, allora docente di Storia della Musica qui a Macerata, nonché membro del Consiglio d’Amministrazione del Comunale di Bologna – non ebbe mai la grazia non dico di un incarico o di una richiesta di consulenza, ma nemmeno di un invito ad uno spettacolo. I “locali”, che oggi da più parti vengono sollevati come bandiera di una colossale ingiustizia, in precedenza hanno fatto il buono e il cattivo gioco, occupando tutti gli spazi e serrando le fila.
Quanto agli Aperativi Culturali, Gianfranco, io non sarei così drasticamente contrario: non hanno avuto rinomanza mondiale? Mi pare normalissimo: solo un pazzo potrebbe credere che appuntamenti conviviali giocati sulla parola possano sedurre l’ecumene. Credo invece importantissimo che siano stati frequentatissimi, sia di mattina che di pomeriggio; significa che la città è vigile e desiderosa di incontro e di dialogo. Lavorerei piuttosto su questo aspetto.
Pensando anche alla Rassegna di Poesia che ho organizzato per dieci anni nel Cortile Municipale, certo: se avessi avuto i soldi che contemporaneamente gestivano altri o lo stesso Sferisterio, avrei invitato tutti i Premi Nobel viventi. Eppure, sia pure a fronte di un contributo risibile, sono venuti egualmente in tanti: Alberto Cappi, Domenico Adriano, Rodolfo Di Biasio, Franco Loi, Arnoldo Foà, Guy Goffette, Gianni D’Elia, Glauco Onorato, Lorenzo Anelli, Neri Marcorè, giusto per ricordarne alcuni… Era sempre pieno di gente non addetta ai lavori (la Spaziani mi chiese come riuscivo a coinvolgere tanti giovani), ma non mi ha punto la vaghezza di star scrivendo la Storia! La vera novità, invece, era che la città si interessava, ormai l’appuntamento era una tradizione, la gente non mancava mai. E su quello puoi costruire davvero qualcosa di importante. Tutto il resto sono chiacchiere della serva.
Detto questo, concordo con te (con tutti gli altri qui sopra) che un Ufficio Stampa che si rispetti non può attribuire l’Attila a Vivaldi (come purtroppo è successo) o sbagliare le date degli spettacoli nelle brochures ufficiali.
Qualità e competenza non hanno residenzialità. Però esistono: ora, “locali” o “extralocali” purché si diano. E per fare questo, la politica si preoccupi (come dice Garufi) della città dolente, che alla cultura e allo spettacolo debbono pensarci altri.
Bilanci dettagliati di tutti gli anni…!!!! Mi unisco alle rischieste! Perchè non si organizza una racolta firme???
Per quello che sta a me le dimissioni di Pizzi sarebbero un atto dovuto. Inoltre reputo che la medesima scelta dovrebbe essere operata da parte di tutto il Consiglio di amministarzione, come del resto sarebbe già accaduto in una qualsiasi ditta privata che presentasse un bilancio del genere.
Aggiungo che purtroppo la realtà ha dimostrato quello che molti comuni cittadini (ma non gli esperti, i giornalisti e gli amministartori; ps. pubblicati i verbali del Consiglio di amministarzione sulle scelte delle opere emerge solo la voce contraria del Presidente Capponi …) avevano predetto già da un anno: con i titoli in cartellone quet’anno non si andva da nessuna parte e così è stato (-30% al botteghino), nonostante un mese fa si fossero fatti proclami sulla positività di questa stagione.
Quanto ai bilanci proprio non capisco perchè i cittadini non possano sapere come vengono spesi i soldi pubblici, mi unisco a quanto detto da Fazi.
Quanto accaduto è l’ennesimo segnale della caducità di questa città, ma è anche ciò che vogliono i maceratesi, peccato.
Per fortuna che negli ultimi 15 anni le amministrazioni sono sempre state di sinistra, altrimenti la colpa sarebbe stata di Berlusconi. A scusate forse la colpa è dell’anno poi revocato in cui ha amministrato la Provincia Capponi. ahahahahah
Ci tengo solo a precisare che i vari errori delle brochures ufficiali e l’errore nel libro di sala sull’Attila di Vivaldi NON SONO ASSOLUTAMENTE DA IMPUTARE ALL’UFFICIO STAMPA DELLO SFERISTERIO OPERA FESTIVAL BENSì ALLA MIRUS CHE SE NE è OCCUPATA! IL LAVORO DELL’UFFICIO STAMPA NON è STAMPARE IL LIBRO DI SALA O CORREGGERNE LE BOZZE, COSI COME NON GUARDA LE VARIE BROCHURES… Se le cose non si sanno per favore informatevi, non date la colpa a chi non ce l’ha! GRAZIE
Chissà perchè, a quasi un mese di distanza, all’ingresso dello Sferisterio sulle volte ci sono ancora i pannelli delle opere….
.
.
.
PS: visto che sembra che vi siano 2+1 differenti strutture che dovrebbero seguire la pubblicità-propaganda qualcuno sa spiegarmi, DETTAGLIATAMENTE, quali sono gli specifici compiti e le differenze tra la Mirus e l’Ufficio Stampa??????????
Si stanno evocando questioni diversi e su piani diversi. Parto dalla prima: nessuna agenzia, la Mirus, in questo caso,si prenderebbe la “colpa” di una svista sulle bozze. Cè da far luce sul “correttore” di bozze. Anche chi non è del mestiere sa bene che la “stampa” è “successiva” ad un “testo” approvato e “corretto” da terzi. Orazi: Claudio aveva prodotto cose egregie. Ma qui si dimentica che il “deficit” che si era portato dietro era di svariati miliardi, aumentati dal “tonfo” della Ricciarelli. Si dimentica che il Comune e la Provincia “coprirono” con un muto il deficit.A mia memoria ritengo che lo Sferisterio era più “controllato” ( finanziariamente) quando era sotto l’egida del Comune. Anzi, mi pare di ricordare che quando fu assessore Bruno Mandrelli ci fu un anno con un attivo ( credo un 150 milioni), cosa rara.Il problema sostanziale che viene fuori da questo interessante dibattito, anche da parte, in particolare di Cherubini e altri che chiedono ( e giustamente) il bilanci e le responsabilità è il seguente: a cosa serve un Consiglio di Amministrazione? A mio avviso, stando così le cosa, a nulla o quasi.La verità, ma è una mia opinione, è che l’Associazione è obsoleta. Sia dia più spazio ai privati, si cambi lo statuto. Il pruincipio di “corresponsabilità” e ” cogestione” deve essere una proposta politica coraggiosa. Non stiamo parlando dell’acqua che è un “bene pubblico essenziale”. Ritengo che si non si va verso questa direzione, ognuino, rimpallerà le responsabilità.Per ultimo: esistono, da quasi trenta anni,professionisti maceratesi che hanno, nel loro ruolo, “costruito” lo Sferisterio. Questa Scuola maceratese deve essere protagonista di una azione “risorgimentale”. Qui c’è competenza e non non dobbiamo peccare di provincialismo e portare “l’acqua calda con le orecchie” agli “esteri” ( con il permesso di Bossi).
un primo commento che voglio fare è: ma possibile che si debba sempre e comunque elogiare il lavoro dei “maestri”? ed ancora peggio sopportare i presuntuosi e incapaci delfini/figlioli dei “maestri”?
per secondo lascio a voi il commento a qualche piccolo fatto, recuperati da interno del SOF quale sono (condivido pienamente che il cambio di nome, oltre ad essere orribile, è un enorme errore!):
per le tre opere del 2010 allo Sferisterio, sono stati noleggiati i costumi presso la sartoria teatrale Tirelli, come in ogni allestimento di Pizzi a Macerata e altrove. Non volendo considerare il fatto che dal 1964 il signor Pizzi lavora con questa sartoria e sembrerebbe ne sia SOCIO, valutiamo qualche numero:
– 8/10 solisti per opera, circa 30, non più di due costumi in media per cantante, circa 60 costumi
– 80 coristi, in media due costumi per opera di cui uno uguale per tutte, circa 320 costumi
– 16 ginnasti (???), un costume per opera, circa 48 costumi
– 20 tra mimi e figuranti, in media un costume e mezzo per opera, 90 costumi
circa 520 costumi (fondamentalmente gli stessi per tutte le opere! guardare le foto) e di questi alcuni realizzati a Macerata dalla sartoria del festival!
il punto è che alla sartoria Tirelli ne sono stati ordinati 1600, che sono poi stati trasportati, Roma-Macerata, sballati e catalogati dalle sarte del festival, scelti dal regista/costumista/facciotuttoio, e più di due terzi rimballati e rispediti, Macerata-Roma, alla sartoria. Ovviamente questi costumi sono disegnati da Pizzi, e confezionati da Tirelli, per altri allestimenti, quindi molto ben conosciuti dal “maestro”!
A cosa è servito tutto questo?…vi assicuro non per scegliere le taglie!
ALLA generale de ’la forza del destino’, il baritono non canta per problemi non ad un gomito, che sarebbe stato preoccupante per un tennista, ma alla VOCE (opps! è un cantante!). QUATTRO giorni dopo, alla vigilia del debutto, il baritono non è guarito! di solito si debutta dopo uno due giorni, ma siamo al SOF e ce la prendiamo comoda, qualcuno direbbe ‘per fortuna’, così si ha il tempo di pensare ad una cover per il baritono. Ma nessuno ci ha pensato! Si va in scena di fronte all’unica serata di pienone, con una pantomima inventata all’ora di pranzo. Con un discreto baritono che cantava dalla buca, mentre qualcuno mimava la scena. Agli occhi del pubblico ci si salva dando ‘la colpa al destino’ e alla causa di forza maggiore. Mah!
Quattro giorni dopo, la seconda recita, altra serata gremita! il baritono non si è ancora rimesso! a questo punto qualcuno avrà sicuramente chiamato una cover?! assolutamente NO!!! e il baritono della ‘prima dalla buca’?…al “direttore artistico” non piaceva, è stato letteralmente mandato a casa!!! quindi viene ‘acchiappato’ l’unico cantante disposto ad andare in scena anche senza sapere l’opera con 24 ore di preavviso! purtroppo un disastro!
altri quattro giorni dopo, l’ultima replica! nel frattempo si fa studiare la parte al cantante della seconda! ma si tenta ancora col baritono titolare, che in extremis si concede! evviva! si riesce a fare una recita a modo! (comunque c’era anche il baritono della ‘prima dalla buca’, richiamato da casa al volo, perché non si sa mai!)
Solo un commento: quanto sarà costato questo giochino?…per non parlare dell’immagine!
Ultima considerazione, ma ce ne sarebbero mille da fare, su quello che quest’anno è accaduto al Lauro Rossi!
Forse chi ha sbagliato a scrivere gli autori delle opere sui libretti di sala, una volta visti gli allestimenti di Gasparon, si è sentito sollevato vedendo, e sottolineo vedendo, che tra un opera e l’altra non c’era alcuna differenza!
Come hanno potuto tutte quelle persone, che ho visto con i miei occhi, complimentarsi con l’artefice di spettacoli così insulsi, approssimativi e assolutamente privi di stile se non lontanamente quello del Papi! Scale e colonne, colonne e scale! Qualcuno giustamente ha chiesto se fossero le stesse della ‘cleopatra’ appena fatta da Papi! Ovviamente no! Tutto nuovamente Rifatto!
E chiudo citando il costo della scenografatura finto marmo di scale e colonne, pretesa dal Gasparon, del tutto fuori budget, ad una settimana dal debutto: oltre ventimila euro! Il tutto fatto fare a ditta esterna, quando tra lo staff tecnico, quest’anno con paghe ribassate, possiamo annoverare fior fiori di scenografi e decoratori!!!
se così si dirige e amministra un festival?!
@Poveri noi
Io non mi meraviglio che ci siano delfini, amici, amanti che seguono la scia della lumacartistica.
Accade più o meno ovunque che ci sia il solito codazzo servile che si porta dietro il capo.
Il problema sorge quando le “seconde file”, coloro che avrebbero difficiltà a mantenere la famiglia, se non fossero nel codazzo del principe, si erigono a espertoni-intenditoroni-specialistoni trattando tutti gli altri (ma soprattutto coloro che ne sanno molto di più)come incompetenti.
Altrove i delfini, consci del loro ruolo subalterno, hanno un basso profilo, eseguono diligentemente i compiti loro assegnati, non si erigono a fotocopiadei maestri poichè hanno un minimo di dignità.
Purtroppo invece a Macerata è la fiera della vanità.
La maggior parte di coloro che gravitano nell’Opera (pur essendo alcuni degli incapaci totali) si erigono a sommi pontefici.
Tralasciamo poi quanto da lei detto sui costumi: se confermato il maestro Pizzi, e la sua corte dei miracoli, andrebbero IMMEDIATAMENTE accompagnati all’uscita e gli si impedirebbe di restare un giorno in più all’interno del SOF che io, lo ripeto, lo richiamerei Macerata Opera visto che “sof” (come già stato detto) è un rumore troppo simile ad un’evacuazione ascoltata nei gabinetti pubblici
Fino a ieri le notizie erano che l’ultima stagione lirica si era chiusa con un avanzo di amministrazione. Ora tutti questi commenti disfattisti. Perchè? Sarebbe importante sapere come realmente stanno le cose?
Caro Gianfranco,
il compito dell’Ufficio Stampa è intrattenere appunto rapporti con la stampa locale, nazionale ed internazionale: si invitano giornalisti che scriveranno il pezzo dando loro l’accoglienza; scrive i comunicati, quindi le ultime notizie che riguarano il festival e si diramano poi a tutta la stampa cartacea e online!!! Un Ufficio stampa prepara le cartelline con il materiale che serve al giornalsta per scrivere la recensione sull’Opera e prepara gli accrediti stampa assegnandoli la sera dello spettacolo a ciuscun accreditato; tra i compiti c’è quindi anche quello di divulgare materiale fotografico che arricchisce il pezzo del giornalista! Poi la rassegna stampa.. e tanto ancora.
NON RIGUARDA l’Ufficio stampa la gestione degli sponsor ad esempio, la promozione, il libro di sala… è tutto un altro lavoro.
Cordialmente,
Fiorella
@Pierangeli
Grazie per la precisazione
.
.
@Mattioli
“La risposta, amica mia, soffia nel vento,
la risposta soffia nel vento”
http://dailymotion.virgilio.it/video/x1jz4w_bob-dylan-blowing-in-the-wind_music
Ci permettiamo solo una precisazione: a Macerata l’Ufficio Stampa non si occupa del Libro di sala; in qualsiasi altro teatro italiano che ci risulta (ma basta vedere Le Muse o il Rof a noi più “vicini”) è compito dell’Ufficio Stampa “STAMPARE (redigere; della stampa se ne dovrebbe occupare la tipografia) IL LIBRO DI SALA O CORREGGERNE LE BOZZE”; è da questo motivo che nascono le incomprensioni, o forse solo da una sovrapposizione di ruoli e dalla mancanza di comunicazione tra i vari uffici che dovrebbero, a rigor di logica, interagire? Noi siamo solo spettatori, non possiamo conoscere certe dinamiche interne, ci rapportiamo solo a ciò che vediamo a Macerata, confrontandolo con altre realtà.
@Cerasi/Cherubini ci uniamo a voi nel voler visionare il dettaglio dei bilanci dell’Associazione Sferisterio, ma ci risulta che, a causa delle ferie degli addetti negli uffici competenti, fino ad una settimana fa nessun tipo di materiale era pronto per essere visionato.
A questo punto, anche noi vogliamo comprendere la differenza tra ufficio stampa e agenzia di comunicazione.
Guido Garufi solleva una questione meritevole di approfondimento. C’è una proposta di modifica dello statuto dell’associazione arena sferisterio licenziata dall’associazione stessa circa cinque anni fa, poi arenatasi. Credo sarebbe opportuno riprenderla: nessuno stravolgimento immediato della struttura ma piccoli passi verso una governance più tecnica. Il PD si farà parte diligente per la ripresa della discussione alla quale riterrei utile chiamare tutte indistintamente le rappresentanze consiliari per un contributo positivo. Personalmente, poi, ringrazio Guido per aver ricordato alcune stagioni in cui il bilancio era sotto controllo: per onestà va detto che, si, c’ero io ma non da solo, fu un buon lavoro corale.
In ogni caso un tentativo va fatto: non sono in grado di prevedere alcun esito, naturalmente, ma penso che, altrettanto naturalmente, le proposte di modifica non toglieranno nulla di quanto oggi già abbiamo come collaborazioni e sponsorizzazioni.
A me piacerebbe sapere anche quanti lavorano nell’Ufficio Stampa e quanti nell’agenzia di comunicazione (e quanto guadagnano…), visto che i compiti del primo sono ridotti, rispetto a quelli di tradizionale e universale competenza.
@Davoli
Piacerebbe saperlo in molti; chissà che il Presidente dell’Associzione non dia finalmente la possibilità di visionare i bilanci particolareggiati.
Nuovo intervento di Deborah Pantana (Pdl), vice presidente del Consiglio comunale:
Nella delibera 119 del 10/11 dicembre 2001, prot. 40029, a pag. 10 Meschini dice: Non puntare sulle produzioni al Teatro Lauro Rossi se non accompagnate da specifici finanziamenti che ne assicurino la copertura delle spese anche se i proventi di biglietteria sono del tutto ininfluenti”. Tale delibera all’epoca fu votata dal consigliere dei DS Carancini il quale invitava nel suo intervento a votarla in quanto affermava che “è la delibera migliore possibile… e traccia ….. linee di indirizzo per quanto riguarda il futuro”. Oggi nel 2010, da Sindaco Carancini afferma che a causa della mancanza di fondi nella prossima stagione lirica verranno rappresentate solo due opere allo Sferisterio ed una al teatro Lauro Rossi in co-produzione con Ancona. Di fatto dalle sue dichiarazioni sono emerse tutte le problematicità che sapevamo: la stagione 2010 risulta essere in perdita e a questo punto è giusto che i cittadini sappiano chi si assumerà l’onere di coprire questo debito, forse il CDA dello Sferisterio o alla fine l’intera collettività maceratese? Inoltre se non ci sono i soldi per fare tre rappresentazioni chi paga l’allestimento al Teatro Lauro Rossi, visti i pochi posti a sedere e quindi l’ininfluente ritorno economico? Sono domande che sorgono spontanee dopo la conferenza stampa di sabato, che in qualche modo segna il primo passo per far sì che anche lo Sferisterio venga piegato alla logica della politica di Ancona. E’ sempre la vecchia storia!
Cerà, a me però piacerebbe visionare anche i bilanci dettagliati degli scorsi dieci anni. Guarda un po’…
Pure a me degli utlimi 10 anni….
Facciamo la racconta firme o petizione on line???
Per completezza bisognerebbe capire perchè, da stagioni in attivo (più o meno fino a metà degli anni ’90 del secolo scorso) si è passati a stagioni in rosso con tanto di mutuo che, se non ricordo male, si aggirava sui 10 miliardi…
scusi Garufi sbaglio, ricordo male?, o la Banca Marche ed altri sponsor si sono defilati perchè non si dava l’adeguato spazio ai privati?
Guido, sostanzialmente buona la tua opinione, almeno secondo me. Ma attento a Sgarufare troppo,potresti mettere in difficoltà le tre scimmiette…
è inevitabile che accada: un vero intellettuale o è extra-potere oppure non è.
Per Mus e jack: si, mi pare proprio questo il problema. In altre parole, io tento di dire: se si vuole cambiamo strada e diamo più corresponsabilità ai “privati”. Dove per privato non intendo, naturalmente, solo la Banca.Tra l’altro, tutto questo servirebbe come cartina al tornasole.Cioè: ma davvero i privati sono interessati? Vediamo. Se si, ebbene, siano accolti con pari dignità e “governino” anche lo Sferisterio. Ciò non significa che il Pubblico sia assente, ma cogestisca. Qaundo Giorgio ( Maschni) fu eletto per la prima volta, durante un incontro casuale,gli dissi: ” attento Giorgio perchè lo Sferisterio è una bomba ad orologeria” ( intendeveo dire del danaro, ovviamente). Giorgio mi disse scherzando ( si era insediato da quattro giorni e ovviamente non conosceva tutti i reticoli): ” ma dai Guido…”. Per la verità non parlavo a caso. Non fui forse io a scoprire,per la prima volta, nel 1998, l’ammanco? Non fu partendo da quella data, con suiccessive analisi che fu “ricostruito” il “buco” ? Che vogliamo fare? Ecco dunque la mia proposta e mi fa piacere che Bruno Mandrelli sia sulla medesima corda.Carancini è da poco Sindaco, lui eredita solamente una gestione.Sono convinto che si aprirà a nuove ipotesi. Sarebbe un bene per tutti.
Guido: il Sindaco eredita una gestione e siamo tutti d’accrdo.
Sicuramente fino all’altro ieri non era addentro a tutti i meccanismi dell’Associazione.
Sarebbe ingiusto pretendere che in pochi mesi possa risolvereuna situazione che si è incancrenita in anni…….
Ma dal 2000 è stato capogruppo prima dei Democratici e poi del PD: non facciamo finta che queste cose non le sapesse (fino a che non ha indossato la fascia tricolore) perchè il tempo delle favole è finito.
Niente crociate a Macerata
L L’editoriale
immagine esterna dello Sferisterio
immagine esterna dello Sferisterio
Sferisterio all’interno
Sferisterio all’interno
Prima di tutto i fatti: un calo di pubblico oscillante tra il 20% e il 30%, una settimana abbondante di maltempo che ha fatto saltare la serata inaugurale (con il Faust) e la malattia del baritono Marco Di Felice, previsto Don Carlo nella Forza del Destino, che ha condotto alla presenza di sostituti in due recite sulle tre previste. Chiuso il sipario sul SOF 2010 le polemiche impazzano a Macerata a causa di risultati considerati scarsi, cui deve aggiungersi l’imbarazzante refuso che, nel libro di sala, attribuisce a Vivaldi la composizione dell’Attila a fianco di una criticabile traduzione di Faust. Le polemiche si sono acuite all’annuncio della Stagione 2011: solo due titoli in Arena (Un ballo in Maschera e Rigoletto) più un terzo da definire al Lauro Rossi, in coproduzione con Ancona. Nell’Italia musicale che naviga nella crisi, insomma, lo Sferisterio non fa eccezione, ma la bolla scoppiata quest’anno (anche per quanto riguarda il pubblico) è solo l’ultima goccia di una situazione che si protrae da anni. Fino al 2002 il programma dell’anno successivo veniva annunciato all’inizio della stagione, consentendo a chi veniva da fuori di acquistare i biglietti per l’anno dopo, permettendo a chi organizzava di avere un rapido “polso” della situazione. Il 2003, quando venne annunciato il programma 2004 (la prima stagione ricciarelliana con Les Contes d’Hoffmann, Francesca da Rimini e Simon Boccanegra), fu il primo anno in cui non vennero rese note le date per la stagione successiva che, oltretutto, uscì in internet solo a partire da febbraio – marzo 2004. Da notare che era già presente in bilancio un ampio buco, frutto della precedente gestione, che avrebbe dovuto portare a una promozione più attenta e incisiva per evitare débacle di pubblico come quella del titolo verdiano (poco più di 900 spettatori all’ultima recita). Il 2005 vide “trionfare” ancora una gestione non ottimale di cantanti e spettacoli: ne uscì male il Don Carlo, ne uscì male la Tosca (fischiatissima per la regia che, invece, fu la cosa più interessante della serata) e si salvò, in parte, l’Andrea Chénier per la solidità del cast e la raffinatezza dello spettacolo. Con il 2006 inizia la gestione Pizzi, che riesce a venire a capo di diverse gatte da pelare: la rassegna diventa un festival vero e proprio, vengono introdotti gli Aperitivi Culturali (un momento di incontro quotidiano con la cittadinanza presso gli Antichi Forni della città) e si cerca di creare unità legando le opere a un tema comune. Il primo anno fila liscio, ma poi incombono la sfortuna e i tagli ministeriali. La sfortuna è quella che ha impedito a Mariella Devia (rimasta purtroppo vedova in quel 2007) di partecipare a una Maria Stuarda montata appositamente per lei, i tagli sono stati quelli che hanno costretto la stagione 2008 ad un allucinante balletto di titoli: dapprima vennero annunciati Don Giovanni, Salome, Carmen, Manon Lescaut e un dittico composto dall’Amor Brujo e Cavalleria Rusticana in Arena, cui si sarebbero aggiunti Neues vom Tage di Hindemith e la prima ripresa in epoca moderna della Cleopatra di Lauro Rossi nel teatro omonimo. Rimandato da subito Don Giovanni al 2009 la stagione ha visto perdere pian piano Hindemith e il dittico mentre Manon veniva sostituita con Tosca e Salome si cambiava in Attila. Nel 2008, infine, la notizia che anche l’Attila sarebbe saltato: la notizia, però, non venne adeguatamente diffusa nel sito internet e il (prevedibile) risultato furono molti turisti delusi e arrabbiati che scoprirono la cosa solo al loro arrivo estivo a Macerata.
Tutti questi spettatori persi negli anni non si recuperano in poco tempo.
A ciò si devono aggiungere la leggerezza e l’approssimazione di alcuni aspetti della Stagione 2010.
La leggerezza si è ravvisata nella gestione della malattia di Marco Di Felice: colto da laringite all’antegenerale il baritono non ha partecipato né alla prima né alla seconda recita, sostituito nel primo caso da Elia Fabbian in buca mentre un mimo recitava e nel secondo caso da un Carlo Guelfi giunto all’ultimo minuto e palesemente impreparato. La malattia di Di Felice era però nota dal 23 luglio, come ha detto lui stesso in un comunicato: oggi per risparmiare spesso si rinuncia alle cover ma tra il 23 e il 31 luglio (data della prima) si sarebbe potuto trovare un sostituto.
L’approssimazione, spiace dirlo, è stata in un sistema promozionale che ha puntato tutto sul turismo estero e extra regionale lasciando la città di Macerata sguarnita di brochure e depliants fino a fine giugno (la stagione, quest’anno, era nota da marzo nei suoi dettagli) senza contare i già citati errori marchiani nel programma di sala (che a Macerata non è a cura dell’Ufficio Stampa ma dell’Ufficio Promozione). Per ragioni geografiche e pratiche non ci si può, ahimé, permettere di trascurare il bacino di pubblico della Provincia e della Regione. Ragioni geografiche perché Macerata, a differenza di Pesaro, non è situata al centro di rotte commerciali e di comunicazione frequentate e intense; ragioni pratiche perché un’arena di 2500 posti deve tener presente ogni singolo spettatore interessato.
Il risultato è stato paradossale: alla prima dei Lombardi alla Prima Crociata il pubblico era poco numeroso ma, all’ultima recita della stessa opera, le presenze sono aumentate circa del 25% (dichiarazioni del sindaco Carancini su Il Messaggero Marche del 13 agosto): si pensi a quanto ha potuto il passaparola (ma Macerata lo aveva già visto con I Racconti di Hoffmann del 2004, in continua crescita fino all’ultima recita) e si pensi a cosa avrebbe potuto un lavoro più intenso e proficuo con il territorio.
Ora c’è chi parla di rendere lo Sferisterio una manifestazione biennale, c’è chi rimpiange i bei tempi andati senza pensare al buco in bilancio che quei tempi portarono: la realtà è che se si vuole investire in una manifestazione lirica come evento culturale in grado di promuovere il territorio (La Repubblica ha recentemente pubblicato un’indagine che vede le Marche preferite dai turisti americani anche per la presenza di regolari stagioni liriche) bisogna crederci e investire.
È di moda, a Macerata, essere pro o contro Pizzi, ma non si deve dimenticare quanto di buono è stato apportato nei suoi anni: ad esempio è grazie alla sua gestione che lo Sferisterio è approdato nei negozi di dischi in maniera continuativa e regolare (non più occasionale) in una serie di dvd, veicolo promozionale di grande efficacia. Ovviamente la polemica ha investito anche i titoli: la scarsità di pubblico sarebbe stata causata da una supposta scarsa popolarità dei titoli 2010… Poco popolari Faust e Forza del Destino? Non è una frase condivisibile: basti pensare a quanto avvenne a Macerata nel 2006. La super popolare Turandot vide allargarsi macchie di vuoti dalla terza alla quinta recita, faticando a riempirsi mentre il Flauto magico mozartiano collezionò tre trionfali “tutto esaurito” con tanto di bagarini all’ultima recita, tenuta in sospeso fino all’ultimo per il tempo ballerino (e si sa quanto la minaccia di pioggia possa influire, all’aperto, sullo sbigliettamento giornaliero).
La dimostrazione è che chi vuole viene a teatro… se lo spettacolo è di qualità.
Ma c’è la crisi… già… la crisi. Il presidente della Form – Orchestra Filarmonica Marchigiana Renato Pasqualetti avanzava l’ipotesi, in una lettera aperta diffusa alla stampa, della creazione di un organismo unico in grado di coordinare le realtà marchigiane rispettandone le diversità. Perché invece non pensare ad un’orchestra regionale di cui si possa fare carico la Regione per fornirla a un prezzo “politico” alle sue istituzioni? Perché non fare lo stesso con il coro? Tra le spese in forte crescita per il SOF 2010 rispetto al 2009 ci sono appunto quelle di orchestra e coro, salutate con estremo stupore anche da addetti ai lavori: la realtà, invece, è che nel 2010 ci sono state cinque opere con orchestra e coro contrapposte alle due con orchestra e coro e al Don Giovanni dell’anno precedente… ecco spiegata la crescita. Con un aiuto come la gestione economica della Form si avrebbe già un primo abbattimento dei costi unito alla garanzia di lavoro per i musicisti marchigiani e a un’opportunità di risparmio concreta per i teatri, non più costretti a risicare sulle prove.
Per il futuro potrebbe essere necessario correggere il tiro su alcuni aspetti del SOF: per ovviare a possibili periodi di prolungato maltempo si potrebbe pensare anche ad allungare la stagione con pause più lunghe tra le varie tornate di recite, il che, forse, aiuterebbe anche una maggiore percezione dell’evento da parte della città. Una felice intuizione fu la Cleopatra di Lauro Rossi, accolta da un pubblico felice, festante e contento di applaudire l’opera dimenticata di un concittadino: perché non sviluppare questa linea?
Perché non prevedere la presenza di balletti? La vicina Civitanova sperimenta danza contemporanea e ricerca ma lo Sferisterio potrebbe ospitare le coreografie classiche di Petipa. Tra l’altro la serata di danza del 2007 con la Ferri e Bolle fu un trionfo pazzesco al botteghino.
Perché, infine, non prevedere la possibilità di un abbonamento a tutti gli spettacoli della stagione o riprendere allestimenti anche degli anni precedenti la creazione del festival? Le Contes d’Hoffmann e Andrea Chénier di Pizzi, La Traviata o la Lucia di Svoboda, Aida o Turandot di De Ana o la Carmen di Deflo sono tutti spettacoli che riscossero grandi trionfi e che potrebbero diventare un “marchio” per lo Sferisterio.
Investire nei teatri, e questo non vale solo per SOF ma per tutta l’Italia, significa anche investire nella qualifica del proprio territorio e nel turismo. Senza di quello si perde una significativa parte della tanto strombazzata “italianità”.
Gabriele Cesaretti
Oramai finita e digerita la Stagione Lirica 2010 mal si capisce perchè tutt’ora troneggino all’ingresso dello Sferisterio le mezzelune con ancora indicati i titoli delle opere.
Eppure, finita l stagione, sul palco si sono succeduti cantanti, spettacoli, addirittura il Vescovo….
… I nostri sapienti “curatori di immagine” (ma che io li mandereia curare la terra, visto che altro non sono capaci di fare, sebbene lautamente pagati) credono che lasciare le mezzelune con le date delle Opere trascorse possa servire ad accendere la curiosità degli spettatori di altri eventi???
A proposito: vorrei sapere se qualcuno di questi espertiin comunicazione avesse studiato alla Cepu, allora si che si capirebbero tante cose….