di Giancarlo Liuti
C’è una singolare assonanza fra la parola “Swap” e la parola “Suap”. La prima si riferisce ai titoli finanziari cosiddetti tossici che a partire dagli Stati Uniti hanno scatenato la crisi economica mondiale. La seconda riguarda solo Macerata, ma l’azienda di materiali plastici “Suap Giorgini” è anch’essa tossica – “industria insalubre di prima classe”, viene definita in base a parametri di livello europeo – e anch’essa minaccia di provocare una crisi, stavolta politica, nei rapporti fra la neonata giunta Carancini e la sua stessa maggioranza in consiglio comunale. Vero è che la Conferenza dei Servizi – un organismo cui però non compete la decisione in materia di varianti al Piano regolatore – ha dato al suo assenso all’insediamento del Suap ed è vero che la precedente giunta Meschini era favorevole a tale progetto. Ma ora deve pronunciarsi il nuovo consiglio, cui spetta il compito di risolvere definitivamente la questione in un senso o nell’altro. E non è ancora chiaro – anzi, è scurissimo – se la linea Carancini, che fin dalla campagna elettorale si oppone al Suap, avrà il sostegno di tutto lo schieramento – meglio: di tutto il Partito democratico – che l’ha condotta alla vittoria sul centrodestra.
Pur non osando dar credito alle insistenti voci su comitati di affari e personali conflitti d’interesse, noi condividiamo le ragioni portate avanti da una decina di associazioni ambientaliste, da varie liste civiche (di sinistra, di centro, di destra) e, ampiamente, dall’opinione pubblica. Tali ragioni concernono non soltanto il rischio d’inquinamento ambientale ma soprattutto ciò che vuol essere Macerata come città gelosa del proprio paesaggio (“valle incantata”, ha poeticamente definito quella zona lo scrittore Marco Ricci ), della propria storia (la vicina abbazia di San Claudio è un tesoro da proteggere e valorizzare senza se e senza ma), della propria vocazione ad affrontare il futuro con uno spirito che per civiltà e per cultura è estraneo all’ingannevole mito dei capannoni sempre e dovunque. Ma c’è dell’altro. La Giorgini intende spostarsi da Montecosaro a Macerata portando il proprio insediamento da cinquemila a settantamila metri quadrati (quattordici volte di più) ma con un aumento dell’occupazione di appena cinque unità. Quale vantaggio ne trarrebbe la comunità maceratese in termini di occasioni di lavoro? E non finirà che buona parte di quell’area sarà prima o poi destinata ad altre finalità speculative?
Sono queste, in buona sostanza, le ragioni che ci inducono a schierarci dalla parte di chi è contro il Suap. Ma per onestà intellettuale non escludiamo che possano esservi ragioni a favore del Suap e che siano altrettanto plausibili. E’ noto, infatti, che all’interno del Partito democratico locale coesistono due diverse concezioni dello sviluppo: una che nella programmazione del territorio privilegia il controllo dei pubblici poteri sull’imprenditorialità privata nel timore dei danni che quest’ultima, per sua natura votata al profitto, può arrecare a quell’utilità sociale di cui si parla nell’articolo 41 della Costituzione, e una che invece è più aperta alle iniziative economiche dei singoli ritenendole fondamentali per la crescita delle occasioni di lavoro, del reddito procapite e dunque del benessere collettivo, senza ignorare i vantaggi che vengono alle casse comunali dai cosiddetti oneri di urbanizzazione. Due concezioni che non vanno demonizzate a priori e che a seconda dei casi concreti non sono incompatibili fra loro, anche se, trattandosi di uno stesso partito, sarebbe auspicabile, in sede magari congressuale, l’affermarsi di una linea univoca.
Resta comunque un confronto che, se aperto e posto con limpidezza all’attenzione dei cittadini, può perfino dare dignità al dibattito politico. E invece sta accadendo una cosa assai deprimente. Mentre da una parte le ragioni dei contrari al Suap vengono esposte con dovizia e chiarezza di argomenti, sì da risultare convincenti anche per chi non è, come noi, un esperto di materiali plastici e di procedimenti amministrativi, dall’altra parte, quella dei favorevoli, ci si nasconde, si cerca di prendere tempo, si parla d’altro, si continua a ripetere “prima vediamo le carte”. Ma quali carte? Quelle del gioco delle tre carte? Deprimente, sì. Passi per le opposizioni, che evitano di schierarsi in attesa di capire qual è il modo migliore – per loro, non per il bene comune – di creare difficoltà a Carancini. Ma il Pd? Per esprimere un’idea di Macerata come il Pd intende che essa diventi (“comincia una nuova storia”, no?) non servono cavilli avvocateschi, riserve mentali, code di paglia, fantomatici timori da Tar. Chi nel Pd vuole il Suap deve venire allo scoperto ed esporre le ragioni per cui questo insediamento industriale può rivelarsi utile alla città. Non le conosciamo, non ce le dicono. Anzi, con un banale trucco dialettico destinato a confondere la gente, si fa addirittura credere che anche i “pro-Suap” sarebbero in cuor loro “contro-Suap”, ma, purtroppo, l’arrivo degli stabilimenti Giorgini è ormai inevitabile perché ci sono le “carte”. Ripetiamo la domanda: quali carte, e per quale motivo così imperative da mortificare la volontà del consiglio comunale? Nessuna risposta. Ancora il gioco delle tre carte. Con un modo di far politica che non esitiamo a definire, esso sì, insalubre di prima classe. E questa non è forse la prova che le vere ragioni dei “pro-Suap” non ci sono, o sono deboli, o, peggio, sono inconfessabili? Insomma, come dicemmo a proposito delle furbate messe in giro da Capponi per evitare le conseguenze della sentenza del Consiglio di Stato, si va delineando una ulteriore presa in giro, stavolta di opposto segno politico, della buona fede dei cittadini.
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Come sempre impeccabile signor Liuti. Un bellissimo articolo che pone la domanda che facciamo da mesi ai signori del PD che “devono leggere le carte”:
quali benefici può portare alla città un insediamento in una zona che anni fa un certo Pambianchi aveva giudicato intoccabile (rivista il Picchio)?
Le risposte non vengono date perchè NON POSSONO ESSERE DATE.
Al contrario di quanto infatti afferma spesso Maulo, con invidiabile spirito protettivo, ci sono forti interessi personali nell’operazione che fanno capo a personaggi del PD.
Non mi meraviglierei se scoprissimo che stanno tutti lavorando per insediare in quella zona un’azienda alla quale fu rifiutata l’autorizzazione tempo fa.
Ma io ho una grande fantasia!!! non fate caso alle corbellerie che scrivo.
Lasciando da parte “quello che c’è dietro”, che ognuno è autorizzato a supporre visto il silenzio confusionario di chi è chiamato a decidere, occorre essere chiari: in quella zona, Giorgini o non Giorgini, non va edificato nient’altro che sia funzionale allo sviluppo turistico/ricreativo dell’area San Claudio.
Analisi impeccabile di Liuti:
Da tempo nel PD la contrapposizione non è tra chi è a favore dello SUAP Giorgini e chi è contro, ma tra chi vuole parlarne e chi agita il “solito” spettro del rischio di spaccature al solo pensiero che emergano le normali e giuste divergenze al solo discuterne.
Dalla sua fondazione, il PD Maceratese ( ma, da membro dell’ A.R. del partito, posso affermare che è così anche a livello regionale) il PD teme il confronto, il dibattito democratico, ancorchè acceso, sulle questioni……
Siamo al paradosso per cui , tra i vari coordinatori di circolo, c’ è chi si fa vanto di non aver , in quasi 3 anni, votato mai una mozione!!
Peccato che a questa ricerca spasmodica di unanimismo non abbia fatto da contraltare un’ immagine di…..unità..
Prendendo atto che, un partito che ormai evidentemente si sta sempre più configurando come una fusione a freddo tra varie sensibilità, non può non avere posizioni discordanti su alcuni temi, non si capisce in cosa consista l’ accezione del termine “Democratico” del suo nome,se, al suo interno, si evitano i confronti e le scelte a maggioranza laddove si profilino posizioni distanti e difficilmente conciliabili.
Così continuaiamo ad intavolare sterili discussioni, non nel merito delle questioni, come giustamente dice Liuti, ma sul semplice fatto se si debba o meno confrontarsi su alcuni temi.
Peggio ancora un partito in cui consistenti aree di elettori-militanti-dirigenti, si ritrovano a dover richiamare costantemente il partito al rispetto di quei percorsi e di quelle regole dettate, non già dal solo buon senso o da una opportunità evidentemente innovativa, ma addirittura dallo stesso statuto.
Per questo continuiamo a sprecare tempo e fiato nel l’ inesistente dilemma ” primarie sì, primarie no” in vista delle prossime elezioni provinciali!!
E’ in buona sostanza allo stesso tempo un pregio e un difetto del Partito Democratico: quello di esere , a quasi tre anni dalla fondazione, un cantiere ancora aperto.
Aperto anche al contributo di chi non rappresenta nessuna “ex” tradizione ma nasce politicamente con il PD.
Sarebbe però ora che cominciassimo a stringere i tempi per chiuderlo, quel cantiere e ad aprirci ai problemi delle persone, ormai evidentemente disorientate tra un centrodestra chiaramente allo sbando e una centro-sinistra in cerca di …autore.
Senza scomodare Pirandello, dobbiamo prendere atto che , inevitabilmente , dal momento che si è scelto di abbandonare il progetto veltroniano per un soggetto che superasse le tradizioni di provenienza e si è scelto di fare del PD non un “partito nuovo” ma (solo) un “nuovo partito”, l’ inevitabile presa di coscienza di valori comuni e largamente condivisi non potrà esser indolore, né si potrà procastinare all’ infinito un momento di confronto, continuando a paventare quelle divisioni che esistono già e che su questioni come la Giorgini, emergono in tutta la loro nuda spigolosità.
Ne va della credibilità del Partito Democratico!!
Bravo Liuti in parte, spetta alla Giunta Carancini decidere perchè così ha voluto la cittadinanza. L’opposizione deve solo controllare che la decisione sia chiara. Quindi non spetta al centro destra decidere ma Carancini che deve essere il tutore della città, se lui ha detto no è perchè ha lamaggioranza per dirlo, altrimenti si dovrebbe dimettere. Poi la mia umile opinione è che li ci andrebbe un bel parco con il passaggio della ciclabile che insieme a Prenna proponemmo in campagna elettorale. Questo è e rimane il mio sogno!
Caro Renna lei fa un pochino di confusione tra l’attività politica e l’attività amministrativa.
Ovvimente il centrodestra ha perso e quindi è fuori dalla stanza dei bottoni, ma è anche vero che per la SUAP Giorgini (cioè per il si o per il NO) sono chiamati ad esprimersi i Consiglier itutti, quindi anche quelli di opposizione.
Quindi quando si chiede, con insistenza, di sapere come voteranno è una richiesta legittima, in quanto anche i Consiglieri di opposizione rappresentano la città.
E se nel pantano consociativistico del PD non tutti fanno una bella figura (certe giustificazioni -di alcuni Consglier che si sa benisimo di chi sono i burattini- sono veramente patetiche) anche dall’opposizione i salti mortali all’indietro di Tacconi ed il silenzio di Pistarelli sono comunque da stigmatizzare pechè anche loro non sono chiari.
O megio preferiscno essere ambigui proprio perchè anche dentro il centrodestra ci sono gochi e giochini che è meglio non rivelare.
Ovvio che se la SUAP Giorgini venisse rifiutata con il DETERMINANTE voto delle opposizioni il Sindaco dovrebbe prenderne atto e tornare a fare subito l’avvocato, senza se e senza ma.
Caro Cerasi siamo daccordo per una volta.
Leggere le carte!……sembra facile.
Io ne ho lette un pò, poi ho dovuto farmi un grafico per capirci qualcosa. Si, perchè se nel Suap comprendete avvocati, commercialisti e architetti viene il giramento di testa.
Buona lettura!
Sono finalmente contenta di trovare un articolo, quindi, dietro, un giornalista, che parli chiaramente del motivo del contendere, un motivo esclusivamente partitico: se motivo politico fosse avremmo già risolto la questione da tempo e, comunque, adesso, potremmo già dare per scontato il risultato del voto del Consiglio comunale in materia.
Un sentito grazie a Giancarlo Liuti al quale assegno d’ufficio, come mentore, Mimmo Candito (La stampa), particolarmente grande in questi giorni dai microfoni di Prima pagina a Radio3.
Si fa giustamente un gran parlare della Suap Giorgini,
-Mi scuso con il sig. Liuti ma questa volta il suo articolo non mi è piaciuto, non per come è scritto ci mancherebbe altro, ma per le motivazioni e gli appigli che danno il nulla osta alla realizzazione dell’opera e a chi sarà favorevole.-
72.000 mq di capannoni alti 4 metri che cambiano e distruggono una realtà agricola, naturale e architettonica (abbazia San Claudio) Ma dei 120.000 mq di pannelli alti 4 metri in via di autorizzazione a soli 3/4 km più a sud della Valleverde, a 500 metri dal Borgo Antico con “chiesetta” di Sarrocciano, Una delle zone più fertili e naturali del fiume Chienti, ripeto Un mostro di 4 metri di altezza grande come 12 campi da calcio.
Nessuno ne vuol parlare?
Nessuno si è ancora pronunciato? (Escluso il Consigliere di Corridonia Sandro Scipioni, che ringraziamo, unico a votare contro la variante proposta).
Forse c’è dietro qualche potere forte e intoccabile?
Ringrazio per l’attenzione
Distinti Saluti
Tonino Quattrini
Mi scusi per la precisazione ma il termine Swap non indica assolutamente quello che dice. Lo swap è un contratto finanziario che serve nella pratica operativa a trasformare una passività o una attività ad esempio da tasso variabile a tasso fisso o viceversa. Sono strumenti essenziali ed indispensabili per la gestione finanziaria delle imprese e permettano di controllare i rischi finanziari.
Tali strumenti non hanno nulla a che fare con i titoli cosidetti “tossici” dei quali evito la descrizione tecnica.
Massimo Raparo
Studio Cogliandro Raparo
Analisi e Consulenza Finanziaria Indipendente.
Un altro plauso al prof. Liuti. Sottoscrivo al 100%.
Il prof. Liuti in un articolo ha sintetizzato in maniera perfetta ciò che sta vivendo la città di Macerata in questo momento…ma continuo ad avere la netta impressione che se la Suap dovesse passare i veri motivi non li sapremo mai…mentre sono chiarissime le ragioni di chi non la vuole…
Se il Suap passa, cade la giunta, Carancini si rafforza, i ‘notabili’ del PD (eufemismo… meglio chiamarli ‘contabili’) devono scomparire dalla circolazione, Carancini si ricandida con altre forze e vince a mani basse.
In tutto ciò qualche consigliere rischia di prendere un sacco di mazzate, ma speriamo il tutto rimanga nel lecito.
Le tesi di chi è a favore hanno qualcosa di tautologico.
Siccome siamo a favore allora siamo a favore, o se non siamo a favore allora saremo a favore perchè qualcuno è sicuramente a favore.
Tutto un favore, insomma.
@Tonino Quattrini: riunitevi in comitato, fatevi sentire, scrivete articoli e qualcuno vi verrà dietro perchè ormai la gente si sta sensibilizzando alla questione della salvaguardia dell’ambiente e del nostro paesaggio. In pochi, al di fuori di Corridonia, dove forse se ne è parlato di più, sono a conoscenza di questo progetto.
Stiamo già definendo le iniziative, si sta organizzando già un comitato di cittadini, ma purtroppo abbiamo pochi riscontri sulla stampa, non so i motivi ma spero che sia solo per motivi di spazio. Cmq continueremo a parlare.
L’iniziativa NON è contro il fotovoltaico ma alle regole che non ci sono, alle speculazioni e agli impianti mastrodontici e di troppo elevato impatto ambientale.
Avremmo modo di parlarne
La ringrazio
Tonino Quattrini
@axel
Carancini se l SUAP passa può ricandidarsi con uno schieramento diverso (quale?) ma sarà più facile che un cammello passi per la cruna dell’ago piuttosto che….
@Quattrini
la questione impianti fotovoltaci in zona agricola (intendo quelli di grande potenza collocati a terra) e’ ormai un problema di interesse nazionale
le recentissime sentenze della suprema corte e del Tar Piemonte hanno inferto un duro colpo ai tentativi di regioni e comuni di porre un limite al loro diffondersi indiscriminato sui suoli agricoli anche fertili e tutelati paesaggisticamente
non per questo, in attesa di regole che da sette anni avrebbero dovuto essere emanate dalla conferenza stato-regioni, bisogna arrendersi ad assistere
allo scempio del nostro fragile e prezioso territorio
anche la regione Marche sta per emanare linee guida piu’ restrittive in tema di valutazione di impatto ambientale per impianti superiori a 200 kwp
certamente non e’ sufficiente rispetto a quanto sarebbe necessario
intanto e’ bene che si crei un fronte comune che vigili sui singoli progetti
il ccordinamento per la tutela del paesaggio ha già promosso diverse iniziative in merito e altre sono in previsione
bene fate a far nascere un comitato ad hoc per verificare ogni possibilita’ di contrasto ma servono competenze tecnico giuridiche specifiche
Non credo che domani avremo grandi sorprese. Un vuoto desolante quello dei “partiti”(soprattutto quelli con la P maiuscola!) cosa potremmo mai aspettarci di buono?…invece fuori qualcosa si muove…
Egr. sig. rpiccia
è vero che oramai è il TAR che impone alla politica le scelte, basta vedere la vicenda Euroinga, azienda inquinante proposta a Morrovalle, nonostante il comitato dei cittadini sia riuscito ad imporre al comune di bocciare la richiesta, il TAR ha cancellato e dato ragione alla Euroinga.
Non è detto che la stessa cosa possa accadere a Macerata per la Suap Giorgini, anzi li purtroppo è più facile di Morrovalle. Ma questo non ci deve impedire di batterci per ciò che riteniamo giusto, in difesa del territorio e della salute pubblica.
Morrovalle, nello specifico tema degli impianti Fotovoltaici, ha stilato un regolamento e delle direttive e se lo ha fatto Morrovalle perchè non dovrebbe farlo Corridonia?
Se aspettiamo la regione stiamo freschi! Poi qui non si tratta di impianti di 200 Kwp ma stiamo parlando di un impianto di 6039 Kwp con pannelli di circa 4 metri di altezza.
Comunque non ci rassegniamo e continuiamo la protesta.
Però dovremmo metterci d’accordo.
Ogni scelta comporta dei prezzi.
Meglio avere delle centrali elettrriche che ci inquinano a petrolio o carbone oppure avere qualche pala eolica sui monti, che rovina il paesaggio, ma che ci permette di respirare meglio?
Meglio un industria insalubre, che a corsa lunga farà venire malatie polmonari, o degli non estetici pannelli fotovoltaici che deturpano il paesaggio ma non inquinano?
Qui si vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca, ed invece qualche compromesso bisogna farlo, quindi meglio un paesaggio rovinato ma i polmoni buoni, piuttosto che un paesaggio integro e industrie inquinanti.
@ Quattrini
il Comune di San Costanzo (PS) era stato il primo comune d’Italia ad approvare un regolamento che vietava gli impianti fotovoltaici sul suolo agricolo; l’ha dovuto ritirare a seguito di un ricorso al TAR con relativa richiesta di danni…
Ripeto: le norme regionali e comunali hanno solo una funzione di “deterrenza” nei confronti del soggetto che fa richiesta; senza linee guida nazionali assisteremo ad una sorta di “giungla normativa” con esiti incerti e installazioni a “macchia di leopardo” prive della necessaria pianificazione preliminare di indirizzo
@Cerasi
concordo pienamente sul contenuto essenziale del suo intervento: è più importante tutelare la salute che il paesaggio… noi del coordinamento per la tutela del paesaggio sosteniamo che è possibile coniugare entrambe le cose a condizione che finalmente in Italia si cominci a fare programmazione seria nel settore energetico con criteri di integrazione con la pianificazione paesaggistica e ambientale… un paesaggio sano, bello e vitale è premessa per il nostro benessere psico-fisico
Sig. Quattrini, sulla vicenda Euroinga il TAR non ha dato alcuna ragione al privato, ma con una sentenza molto salomonica ha rimandato ad un più approfondito esame da parte dell’ amministrazione..
C’ è già tanta disinformazione in giro, non aggiungiamone altra..
Sugli impianti fotovoltaici: concordo con il Sig. Quattrini che , lo spostamento dell’ obbiettivo dalla produzione di energia pulita al mero profitto sta generando dei mostri, ma vale la pena ricordare che molti comuni hanno adottato regolamenti molto stringenti , altri hanno paura di farlo sempore per timore di…ricorsi in sede di tribunale amministrativo.
Mi pare un pò …parossistico dal momento che ogni delibera amministrativa può essere soggetta a ricorso al TAR.
Allora che facciamo?
Le amministrazioni rinunciano a svolgere il proprio compito e mettiamo alla guida dei Comuni i giudici dei tribunali aministrativi??
Il caso citato dal Sig. rpiccia andrebbe approfondito nel merito, perchè le sentenze bisogna leggerle nelle motivazioni e quel regolamento non è stato rigettato in quanto tale, ma perchè mancante di tutta una serie di motivazioni.
E’ sempre e solo un problema di rispetto delle procedure, non di merito!!
La verità è che ci sono troppi amministratori improvvisati che hanno paura per semplice ………..inadeguatezza!!
In linea di principio le amministrazioni Comunali sono sovrane nel dettare le linee di sviluppo energetico, industriale, produttivo e commerciale nel proprio territorio e i tribunali amministrativi servono solo in caso di mancata ottemperanza alle procedure di competenza o per …..non competenza negli atti oggetto di esame.
Un SUAP è solo una procedura che serve ad accellerare l’ iter di una pratica, ma non toglie nulla al diritto dell’ amministrazione di rigettare la richiesta conseguente di variante urbanistica, proprio perchè di semplice variante si tratta e come tale, soggetta ad un esame dell’ amministrazione che la valuterà sulle basi di propri indirizzi programmatici di sviluppo delle varie aree del territorio comunale.
Sul caso Euroinga, nonostante la sentenza non dica un bel niente se non riafffermare la corretteza della procedura e le prerogative dell’ amministrazione, il comune di Morrovalle, ha proposto riscorso al Consiglio di Stato.
Prima di citarlo come esempio sarebbe bene attendere l’ esito…….no?
caro Liuti, complimenti per la classe, lo stile, la rappresentazione del problema: la conclusione interna al PD (ore 02.00 del 9 luglio), alla fine del dibattito interno tutto razionale e laico, è un’unanimità condivisa (e poco sofferta) per un vincolo paesaggistico-turistico a tutta l’area da decidere a livello intercomunale (con un conseguente no all’insediamento Giorgini) e la ricerca di un’area alternativa per tutte le possibili attuali e future richieste di industrie insalubri, che da qualche parte hanno pure da essere collocate visto che sono necessarie e tutti noi ne usufruiamo. Il dibattito è stato tutto esplicito e franco, ma non sono emersi motivi inconfessabili (lei mi dirà che i motivi inconfessabili non possono certo emergere): ma sinceramente è la sola parola che non condivido del suo articolo: CHI SOSTIENE OPINIONI DIVERSE io lo rispetto e lo ascolto e in questo caso credo che le opinioni diverse avessero una sincera e disinteressata fondatezza, anche se io ritengo più decisive le ragioni del no a l suap giorgini.
Spett.le sig. Principi
La EUROINGA era ed è ancora più grave della GIORGINI. La EUROINGA si insediava in zona già lottizzata, cioe non in zona agricola come prescrive la legge eppure il TAR a bloccato il ricorso del comune. Che poi sia per “un più approfondito esame da parte dell’amministrazione” Ma cosa si deve approfondire se l’EUROINGA chiede di costruire su una lottizzazione già destinata ad aziende di seconda classe?
Non facciamoci prendere dal “qualunquismo” della disinformazione, perchè l’accusa di disinformazione è l’arma per permettere lo scempio.
Sig rpiccia
Il TAR si può pronunciare nel merito e nel rispetto delle regole previste.
Ma quando le regole non sono state prese e scritte il TAR che cosa puo fare?
Fa quello che accade, prende le decisioni a posto delle amministrazioni, e senza regole vince sempre il “privato” a discapito del bene comune.
Spett.le sig. Cerasi
Ogni scelta comporta dei prezzi.
È giusta la sua affermazione, ma la politica deve stabile le regole e i criteri in difesa del bene comune.
IO, Noi siamo per l’energia prodotta con il Fotovoltaico, MA qui non stiamo parlando degli impianti sui capannoni industriali, sugli edifici pubblici e privati, e non stiamo parlando di piccoli e medi impianti a terra in zone agricole.
Non abbiamo contestato, nella stessa zona, l’impianto realizzato di 2 ettari con pannelli alti 2 metri e non parliamo di impianti da 2.000 / 3000 kWp su 2 / 3 ettari (30.000 mq) di terreno agricolo.
Stiamo contestando un impianto di 6.039 kWp grande 12 ettari (120.000 mq) con pannelli alti 4 metri (altro che i 70.000 mq di capannoni della Giorgini come impatto visivo), adiacente l’AVIO superficie, a 500 metri dell’Antico Borgo di Sarrocciano, su una zona protetta dell’alveo fluviale che l’amministrazione comunale di Corridonia ha modificato in consiglio comunale pochi giorni fa (creando un pericoloso precedente che permette la modifica della legge sulla protezione dei fiumi ad ogni edificazione privata).
Ogni scelta comporta dei prezzi?
Ma qui, quale è il prezzo per il bene comune?
Il verde, la natura e il paesaggio è un bene primario dell’umanità, chiediamo, anzi VOGLIAMO che la politica stabilisca le regole, che determini la grandezza max, la potenza max, l’altezza max dei pannelli. VOGLIAMO che le amministrazioni diano i criteri di gestione del proprio territorio in rispetto del bene comune.
Chiediamo troppo? Non penso.
Personalmente non voglio che tutti siano d’accordo con noi, ma che se ne discuti e che ognuno si assumi le proprie competenze. Parliamone.
La ringrazio
Tonino Quattrini Fronte Verde
Caro sig. Quatrtini,
Molti aspetti sono intercorelati: inquinamento, aumento della popolazione, sfruttamento del suolo, agricoltura e allevamento, ecc. ecc.
Cercare ogni volta di dare una risposta parzialead un problema globale mi sembra che sia come mettere una piccola pezza quando ne servirebbero molte; insomma chiudere la stalla quando oramai i buoi sono tutti quasi usciti e rallegrarsi (e magari fare anche grandiose feste) perchè dentro da cento ne rimangono cinque….
Da oltre 70 anni, ad esempio, il motore a scoppio (nonostante le migliorie) non si è più praticamente evoluto: dissipa la maggior parte dell’energia prodotta come calore e, con tutta la tecnologia disponibile, mi pare assurdo che non si riesca ancora a fare un motore potente ed ecologico.
Solo adesso ci si accorge che le case disperdono calore, ma ancora ci sono solo timidi aprocci a nuovi modeli di costruzione (le cosiddette classi A di risparmio energetico) poichè tutta la filiera edilizia (costruttori, materiali, architetti, ecc.) è ferma mentalmente e culturalmente a 30/40 anni fa.
Abbiamo una fonte inesauribile di energia ed invece che promuovere una legge che obblighi tutti a istallare panneli solarie micro eolico stiamo ancora cercando di sfruttare carbone/petrolio (e chissà quanti interessi e mazzette corono).
Certo si devono fare dele scelte, che coinvolgeranno non solo la nostra generazione, ma anche quelle future.
Scelte che non sempre saranno “stilisticamente” belle (penso all’eolico sulle montagne: il paesaggo va a farsi benedire), scelte che dovrano imporci nuovi modeli di sviluppo.
Ma la classe politica (non solo itaiana) è pronta???
Come possono gli USA chiedere un uscita decisa dal petrolio quando le loro imprese sono piene di azionisti mediorientali?
Come si può cognugare sviluppo ed ecosostenibilità in India dove l’inquinamento ha valori altissimi?
Ha ancora senso continuare a massacrare la foresta amazzonica?
Decisioni che devono essere prese a livello internazionalee che comporterano sacrifici e costi per tutti.
L’antico proverbio indiano diceva: ” noi non abbiamo ricevuto il Mondo in eredità dai nostri padri, lo abbiamo preso in prestito dai nostri figli”.
Riusciremo a preservare la Terra per le prossime generazioni?
Del resto, sembrerebbe, che non ve ne siano altre nell’Universo: questa abbiamo e questa dobbiamo mantenere….