Bianchini tra regionali e comunali:
«Ricci generoso, ma ha perso a Pesaro.
Macerata? Nessun veto, scelta rapida»

POST VOTO - L'ex assessore alla cultura analizza il risultato, contesta la legge che, a suo dire, favorisce i territori di Ancona e Pesaro. E sulle prossime amministrative: «Dobbiamo parlare ai territori, in particolare alle frazioni dove i dati sono terrificanti per il centrosinistra nonostante chi governa abbia cancellato ogni attività. Basta versare il nostro sangue per gli altri»

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Massimiliano Sport Bianchini

di Luca Patrassi

Il candidato civico di “Avanti con Ricci” Massimiliano Bianchini (787 preferenze, di cui 358 in città) ha archiviato, con qualche sofferenza, la partita delle regionali ed ora mette nel mirino il prossimo turno elettorale per le comunali maceratesi senza però dimenticare di annotare cosa è accaduto ai seggi domenica e lunedì scorsi.

Allora Bianchini, da che parte si inizia?

«Partiamo da un dato, si è perso ampiamente e più di quello che si aspettava. Il candidato governatore Matteo Ricci ha fatto una battaglia generosa ma il fatto che abbia perso a Pesaro chiude la discussione, è stata la grande sorpresa. Ringraziamento ma anche grossi errori per non aver saputo ascoltare il territorio. La sconfitta di Pesaro è un problema enorme, non sono per nascondere le verità».

Si ripropongono le anomalie di una legge elettorale che riserba sempre sorprese.

«Apriamo un comitato contro questa legge elettorale, palesemente ingiusta. Il centrosinistra, pur perdendo in ambito regionale, elegge cinque consiglieri (la maggioranza) ad Ancona mentre a Macerata ne elegge uno . In questi ultimi 15  anni gli alleati del Pd hanno eletto un solo consigliere nel Maceratese, ironia della sorte Luca Marconi. La legge è stata fatta dal centrosinistra quando c’era una forte influenza di Spacca e prediligeva Pesaro e Ancona. E’ democratico? No, le regole del giuoco sono falsate. Parlo per un sistema che colpisce tutti, è ora di finirla. Pronto a fare un ricorso sulla legge che non offre le stesse opportunità a tutte le province».

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Il sestetto maceratese del Progetto civico – Avanti con Ricci

Il suo risultato elettorale?

«La mia lista è andata male, pur essendo stato io il più votato. Al netto degli errori, con 40 voti a mio nome annullati perché hanno barrato il simbolo dell’altra lista civica, la lista Ricci ha “mangiato” tutto quello che c’era fuori dai partiti, diversamente dai dati che arrivavano inizialmente dai sondaggi. Ironia della sorte, la lista Ricci ha eletto un ex Pd. Aver moltiplicato le liste è stato un errore e lo avevo detto subito: era una riflessione che andava fatta a monte perché gli spazi elettorali non si creano moltiplicando le liste. Per quanto mi riguarda il voto è stato terremotato da queste situazioni ma gli 800 voti ricevuti in provincia sono il massimo che potessi ottenere. Il declino politico si vede e colpisce il centrodestra che governa la città, è emersa la mancanza di coordinamento delle liste».

Chiuso un seggio, se ne aprirà a breve un altro per il rinnovo del Consiglio comunale di Macerata.

«C’è bisogno di una condivisione assoluta, senza mettere paletti di alcun tipo. Se la condivisione c’è, bene altrimenti si torni alle primarie. A volte non ci si può fidare di chi è accanto, c’è un lavoro importante fatto da Officina delle idee, si inizi dalla parte programmatica. Ci saranno altri tavoli per discutere di politica. Non mettiamo veti nei confronti di nessuno, anziani, giovani, uomini, donne, ex sindaci (tra i nomi che circolano c’è quello di Romano Carancini, ndr) però condivisione vera e tempi rapidi di decisione. Chiediamo una scelta entro dicembre, comunque non nell’ultimo mese. La città deve sapere chi è il candidato e cosa vuole fare: non iniziamo con il tatticismo che fa solo perdere tempo».

E’ ottimista per le prossime comunali?

«L’amministrazione è in difficoltà, quel 4% in più ottenuto a Macerata da Acquaroli non è di Parcaroli e questo chi ha fatto la campagna elettorale ha avuto modo di riscontrarlo. Se abbiamo perso punti percentuali è tutto derivante dalle frazioni ed è accaduto nonostante questa amministrazione abbia cancellato le attività nelle periferie. Il dato politico che arriva dalle frazioni è terrificante per il centrosinistra, dobbiamo andare a parlare nelle periferie. Nessun veto su nessuno ma ci siamo stufati di versare sangue per gli altri».

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