Il Sottocorte village
di Monia Orazi
Non c’è traccia della zona franca urbana per i comuni colpiti dal terremoto nella legge di bilancio 2024: salvo altri interventi legislativi del parlamento non saranno prorogate le agevolazioni fiscali previste, comprendendo esenzioni e riduzioni fiscali e contributive.
La zfu prevede una serie di esenzioni fiscali per attività commerciali, imprese e professionisti che hanno sede nei comuni del cratere sismico, garantisce specie nei piccoli centri quel minimo di liquidità necessario a far andare avanti quelle piccole attività, che nel contesto economico dei centri più danneggiati altrimenti avrebbero difficoltà a tenere aperto. Nessun cenno nelle oltre 300 pagine della legge di bilancio all’articolo 46 del decreto legge 50 del 24 aprile 2017, con cui è stata istituita la zona franca urbana.
«Se le cose stanno così rischiamo di chiudere, qua manca la gente e ci sono pochissimi turisti. Si potranno ricostruire gli edifici, ma le attività economiche che formano il tessuto sociale di questi piccoli centri rischiano di non poter più andare avanti», dicono senza mezzi termini alcuni commercianti dell’alta Valnerina.
Guido Castelli
C’è fermento intorno alla notizia che con l’approvazione della legge di bilancio è arrivata la bocciatura della proposta di rinnovo della zfu per il 2024, fatta dal commissario alla ricostruzione Guido Castelli che proprio ieri ha dichiarato la sua soddisfazione in merito al documento (leggi l’articolo) per la «grande attenzione del Governo alle aree colpite dal sisma nel 2016 e 2017», sottolineando come nel provvedimento «sono presenti tutte le misure che ci consentono di affrontare il 2024 potendo contare sugli strumenti necessari per proseguire, accelerando, in quel cambio di passo che nel corso di questo anno abbiamo impresso alla ricostruzione».
Il commissario, sul tema, precisa: «La legge di bilancio effettivamente non ha contemplato il rifinanziamento della Zfu. Ho chiesto ai Ministeri competenti di rivalutare la questione in altra sede normativa, a cominciare dal 1000 proroghe. Detto questo, sarà comunque necessario verificare l’impatto e l’attualità di una misura che, non dimentichiamo, nasce in una logica strettamente emergenziale e per certi versi obsoleta. Il parametro per ottenere l’agevolazione è infatti la riduzione del fatturato nel periodo immediatamente successivo al terremoto rispetto al 2015. Inoltre ne beneficiano tutti i professionisti iscritti agli ordini, compresi i tecnici impegnati sul fronte della ricostruzione che sicuramente sono protagonisti di una stagione “espansiva” e molto remunerativa. Insomma: un restyling non sarebbe fuori luogo a mio parere. In ogni caso farò del mio meglio per riattivare la misura ma, nello stesso tempo, non posso non ricordare che, sul fronte dello sviluppo economico, negli ultimi 6 mesi abbiamo corrisposto circa 264 ml di finanziamenti alle imprese del cratere marchigiano che intendono mobilitarsi per nuovo investimenti. Somme mai viste prima che sono state assegnate a tempo di record alle quali si aggiungeranno le risorse europee del por Fers. Sul tema del rilancio economico non intendiamo fare passi dietro ma fare i passi giusti».
Per rinnovare la zfu servirebbero 60 milioni di euro circa. All’origine della mancata approvazione ci sarebbe uno stop giunto dal ministero dell’economia e delle finanze. La zfu è uno strumento importante soprattutto per quelle attività commerciali ed economiche delle zone più devastate e soggette a forte spopolamento, che altrimenti non avrebbero quella redditività sufficiente a portare avanti la normale attività, essendo in territori a forte spopolamento ed in cui la ripresa economica dopo il terremoto è una luce ancora lontana, sia per la carenza di popolazione, sia per i flussi turistici limitati a pochi periodi dell’anno.
Del tema si stanno già interessando i comitati dei terremotati, che cercheranno di prendere contatto con il commissario Guido Castelli, per capire cosa si possa fare per poter arginare quella che i commercianti vedono come una bruttissima notizia. C’è grande delusione tra loro, perché per tante attività la zona franca urbana garantiva quel minimo di respiro economico, necessario a mandare avanti i negozi in un contesto economico complessivo abbastanza deprimente.
Una casa lesionata a Visso
C’è il timore che se non sarà rinnovata ancora la zona franca urbana, per tante piccole attività il nuovo anno segnerà la parola fine, allontanando così quella ripresa economica tanto auspicata dagli attori della ricostruzione post terremoto, per evitare che si ricostruiscano solo gli edifici, con il rischio che cessino definitivamente quelle attività economiche, che costituiscono parte integrante del tessuto sociale dei piccoli paesi.
Inoltre sono stati azzerati per le attività commerciali anche i crediti d’imposta accumulati negli anni passati, ma di cui diverse attività non hanno usufruito, che erano già a bilancio.
Questo governo non perde occasione per andare contro i lavoratori ed operare tagli in ogni dove. Ma del taglio delle accise se ne è scordato.
Ma come ? Hanno fatto il battutino di voti nelle zone del cratere e adesso ci sono i pentiti ?
e i mutui...nn se ne parla piu...un governo schiavo dei potenti e schifato del populino
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si è spezzata la filiera ?????
Per tagliare le spese sappiamo tutti penso cosa bisogna fare ma i nostri eroi(i politici) non lo fanno.Andando avanti di questo passo l’Argentina si avvicina sempre di più.