Piste ciclabili lungo i fossi e i fiumi
La protesta dei proprietari delle aree:
«Renna dice cose lontane dalla realtà»

MACERATA - L'assessore contestato per non aver dato corso alla promessa di un incontro per definire i vari aspetti della questione: chiesta una revisione del progetto

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Il progetto delle ciclovie

di Luca Patrassi

Piste ciclopedonali, torna alta la tensione dopo la presentazione – sono passati già diversi mesi – di decine di osservazioni da parte di alcuni tra i trecento maceratesi che si dovrebbero vedere espropriate aree per la realizzazione delle opere in questione. Di recente l’assessore comunale Paolo Renna ha osservato che è in fase avanzata l’iter degli espropri e che a contestare l’iniziativa sono pochi e prevenuti maceratesi. Oggi si registra una dura presa di posizione a firma di Luciano Centioni, Roberto Calcagni, Luca Luchetti, Luigi Bonfigli, Silvana Maceratesi, Luciano Bonfigli, Fabio Menichelli, Sandro Luchetti, Valentino Bonfigli, Francesco Calcagni, Ada Evangelisti, Stefano Pierucci, Luigi Tozzi Spadoni, della associazione Apimai.

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L’assessore Paolo Renna

La prima osservazione critica: «La circostanza (riferita dall’assessore, ndr) che sarebbe “in fase avanzata l’iter degli espropri dei terreni di proprietà privata interessati dall’intervento, che ha coinvolto 310 proprietari” è lontana dalla realtà come del tutto inaccettabile e maldestra è poi la valutazione espressa dall’assessore Renna per cercare di sminuire male e provocatoriamente la portata delle osservazioni non di suo gradimento, qualificate come “di pretesto”, enfatizzando la circostanza che comunque le osservazioni presentate sono solo 28, infatti sebbene detto dato non risulti essere significativo sia per il fatto che, come già contestato, scarsissima ed inadeguata nel merito è stata la pubblicità data al progetto senza alcun reale e preventivo coinvolgimento delle parti interessate, sia perché chiunque non abbia presentato le osservazione nei termini potrà comunque impugnare al Tar Marche il progetto esecutivo e procedere anche contro la procedura espropriativa se viziatamente lesiva dei propri diritti ed interessi». L’attacco all’assessore: «L’assessore Renna enfatizza il progetto delle ciclovie “verdi” (che di verde non hanno nulla in quanto vanno ad invadere e ad alterare pesantemente un ambiente agrario e naturalistico ancora preservato) del quale ancora una volta offre una illustrazione semplicistica e parziale, rifuggendo dall’approfondire sulle ineludibili e significative tematiche poste alla sua attenzione anche nell’incontro tenutosi presso la sede comunale nel mese di luglio con alcuni dei soggetti interessati dall’esproprio che avevano richiesto un confronto in merito. Anche rispetto la “questione sollevata dalla Federcaccia” l’articolo si limita a precisare con caratteri cubitali che essa sarebbe stata risolta, senza però spiegare in che modo e anche in questo caso c’è puzza di bruciato perchè se le piste ciclopedonali sono rimaste posizionate lungo fossi e fiumi la legge nazionale e le sentenze uscite di recente in merito sono lapidarie sul fatto che l’attività venatoria non potrebbe più essere praticabile lungo quei corsi d’acqua».

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Uno dei rendering del progetto

Le promesse mancate: «L’assessore Renna si era impegnato a fissare, per i primi giorni del mese di settembre, un nuovo incontro al quale avrebbe dovuto partecipare anche il tecnico progettista incaricato dal Comune affinché potesse fornire risposte puntuali circa le problematiche sollevate, incontro questo ad oggi non ancora fissato, e che, alla luce delle affermazioni “quasi trionfalistiche” rese dallo stesso assessore circa una subitanea approvazione del progetto esecutivo, l’espletamento della gara di appalto e l’avvio dei lavori, si ritiene che non avverrà». Un richiamo al sindaco: «Di siffatto modo di procedere non può, al momento, che prendersi purtroppo atto rimarcando anche la totale latitanza del sindaco Parcaroli e degli altri assessori interessati, incuranti delle pesanti conseguenze che si verificheranno, più volte rimarcate in articoli precedenti anche da associazioni votate all’uso della bicicletta come la Ciclostile Fiab Macerata, oltre che per gli stessi ambiti ambientali da tutelare, anche in danno di molti dei proprietari sulle cui aree sono state previste le ciclovie e che esporranno l’Amministrazione comunale a molteplici richieste di natura risarcitoria». La proposta finale: «Riformulare il tracciato progettuale, intervenendo in particolare sui tratti che si sviluppano lungo i fossi, perché impossibili da mantenere e perché, come purtroppo ormai dimostrato, a seguito di fortissimi eventi metereologici, come quelli verificatosi nel giugno scorso, che hanno provocato plurime esondazioni, anche di quei fossi a margine dei quali si vorrebbero realizzare le ciclovie, verrebbero totalmente spazzati via e compromessi. E’ doveroso che un investimento così importante, più di 3 milioni di euro di fondi pubblici, abbia una effettiva ricaduta sulla capacità del nostro territorio di essere percorso in sicurezza ed efficienza, da un’utenza diffusa di ciclisti e pedoni. Sono già troppi, e gridano vendetta, i soldi sperperati in nome di progetti fatti senza la necessaria analisi di cosa serve effettivamente per lo sviluppo del territorio. Non possiamo più permetterci altri errori, tanto più se segnalati e dimostrati per tempo».

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