«Padel club sospeso, la battaglia di pochi
ha prevalso sul volere della maggioranza»

PORTO RECANATI - L'intervento dell'imprenditore Gabriele Miccini, padre di Giacomo Miccini, che due anni fa ha realizzato la struttura in zona Eurovillage, ora sospesa dal Comune dopo un esposto per rumori eccessivi. «La maggior parte dei residenti è soddisfatta del centro sportivo. Speriamo venga concesso di riaprire quanto prima. Siamo pronti anche a rivolgerci al Tar»

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Il Padel club di Porto Recanati

«Quello che sta succedendo al Padel club di Porto Recanati è l’ennesima dimostrazione di come in questo Paese tutto vada al contrario: poche persone riescono a condizionare la maggioranza». Sono le parole dell’imprenditore Gabriele Miccini, padre di Giacomo Miccini, ex tennista di talento con un passato nel circuito Atp e che due anni fa ha deciso di investire nel padel, realizzando appunto il club nella zona Eurovillage della città costiera che in poco tempo è diventato un punto di riferimento nel settore.

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Gabriele Miccini

Da giorni però il Padel club è chiuso per un ordinanza del Comune. A far scattare il provvedimento un esposto in procura di alcuni residenti che si sono lamentati dell’eccessivo rumore e hanno prodotto delle misurazioni dell’Arpam che avrebbero rilevato lo sforamento di qualche decibel. Secondo loro palline e vociare, insomma, infastidirebbero chi abita nelle vicinanze.

«Abbiamo investito in una zona abbandonata al degrado, con bivacchi, spacciatori e tossici che probabilmente avrebbe fatto la fine dell’Hotel House – continua Gabriele Miccini – Oltre al Padel club è stata costruita una palestra, sono stati ripuliti muretti e pavimenti, interventi quest’ultimi che sarebbero toccati al Comune. E adesso per poche persone e qualche piccolo sforamento è stato chiuso. Come detto siamo alle solite: in pochi riescono a condizionare la maggioranza e sono riusciti anche a far correre le autorità per qualche decibel di troppo. A confronto il treno che passa vicino alle case fa molto più rumore e dà molto più fastidio. Va detto infatti che la maggior parte dei residenti è soddisfatta del club e di quello che è stato realizzato. Anche perché se quell’area fosse rimasta così nel degrado il valore delle case sarebbe crollato. Quindi in questo senso penso che il beneficio di aver realizzato il centro sportivo sia di molto superiore al fastidio che può dare il rumore di una pallina che sbatte contro un vetro».

La partita comunque è aperta. «Ora – continua Miccini – abbiamo chiesto in autotutela che ci venga concesso di riaprire entro tre giorni, altrimenti ci rivolgeremo al Tar. Poi faremo delle nuove misurazioni e qualora ce ne fosse bisogno faremo di tutto per attutire questi rumori, sempre che si possa fare qualcosa. Anche perché nei mesi invernali i campi sono coperti da un pallone pressostatico e il problema si elimina. Insomma, speriamo che venga concesso di riaprire quanto prima e che venga dato seguito al volere dei più rispetto ai pochi che hanno avviato questa battaglia». 

(Redazione Cm)

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