Il consigliere regionale Romano Carancini
Mentre la maggioranza di centrodestra sembra più interessata ad occuparsi di chi (non) ha indicato Patrizia Scaramazza per il vertice dell’Ircr, con il partito del sindaco (la Lega) che ha smentito la civica del sindaco stesso in una sorta di cortocircuito amministrativo da tutti contro tutti, il consigliere regionale del Pd Romano Carancini chiede alla Regione di occuparsi della questione delle nomine che di fatto sta bloccando da mesi l’azione della plurisecolare azienda che gestisce, tra le altre, la casa di riposo Villa Cozza.
Osserva il consigliere dem ed ex sindaco di Macerata: «Se per il sindaco di Macerata e la maggioranza con la quale governa la città, la questione della mancata nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ircr scaduto da 5 mesi e della conseguente impossibilità di incaricare un nuovo direttore generale è totalmente sfuggita di mano, allora chiediamo conto alla Regione Marche». Il consigliere del Pd ricostruisce le ultime vicende: «Con una paralisi dell’azienda che dura ormai da mesi, abbiamo assistito dapprima all’ammissione – per bocca del capogruppo maceratese di Fratelli d’Italia – di ritardi, di tempo perduto fino a parlare di sorpasso da parte di altre questioni più “urgenti”. Successivamente alla corsa ai ripari con la presunta indicazione del sindaco Parcaroli di una possibile Presidente fortemente voluta sia da lui (così sembrava) che da tutta la maggioranza (così sembrava). Infine al coup de théâtre dei coordinatori sia della Lega, il partito del sindaco, sia della sua lista civica, che di fatto lo smentiscono e pubblicamente si rimpallano dinamiche di nomine, poltrone, indicazioni».
Carancini annuncia di aver presentato una interrogazione «relativa alla posizione della Regione Marche – che nei confronti di Ircr Macerata esercita funzioni di controllo e si avvale dei suoi preziosi servizi nell’ambito del sistema sociosanitario regionale – rispetto ad eventuali interlocuzioni con il sindaco di Macerata per porre fine, quanto prima, a questa assurda e prolungata condizione di paralisi. Condizione che obbliga il vecchio CdA dell’azienda alla sola ordinaria amministrazione, senza la possibilità, quindi, di esercitare le funzioni di indirizzo e di programmazione e operare scelte fondamentali di governance, compreso l’avvio di una proceduta di selezione per l’incarico di direttore generale, figura fondamentale anch’essa al momento assente. Non è possibile e, soprattutto, non è serio liquidare la questione di questo dannoso ritardo parlando di faccende più urgenti: la situazione dell’Ircr non può viaggiare sul binario delle urgenze e delle scelte prese in corsa, bensì avrebbe richiesto attenzione, visione e programmazione, perché prevedibile e determinata».
L’accusa di mancata programmazione: «Il cda ha dei tempi precisi, così come il contratto del direttore generale, a sua volta nominato dallo stesso Consiglio. Si sapeva quando sarebbero scaduti, si conoscevano perfettamente le durate. Si doveva porre attenzione, con anticipo e con serietà amministrativa, al futuro di un’azienda pubblica di servizi alla persona che con i suoi circa 100 dipendenti costituisce oggi un faro, un punto di riferimento, non solo per il Comune capoluogo ma anche per le altre strutture gestite nella provincia di Macerata. E invece, dopo mesi, ci ritroviamo con un cda paralizzato, programmi e investimenti che non possono essere portati avanti, una direzione assente, il rischio di compromettere i servizi e di andare incontro al commissariamento, con promesse e smentite che volano dai banchi della maggioranza. Non è più accettabile – conclude Carancini – che il sindaco di Macerata, colui che – ricordiamolo – nomina cda e presidente Ircr, continui a restarsene in silenzio in questo balletto di voci e sconfessioni, perché ha una responsabilità enorme verso la parte fragile della città amministrata, verso le persone anziane assistite, le loro famiglie, verso i lavoratori».
(L. Pat.)
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