Una nuova cultura delle migrazioni
nel libro di Giacomo Buoncompagni

IL VICE PRESIDENTE di Aiart Marche propone un approccio differente ai fenomeni migratori diventati strutturali nella nostra società

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Giacomo Buoncompagni

Quello di Cutro, è solo l’ultimo recente caso. Continuamente assistiamo alle stragi dei migranti in Europa. Morti che continuano a generare allarme e tensioni, nonché una narrazione rilevante nei media e nella vita comune. Ma le migrazioni sono ormai un fenomeno strutturale delle nostre società. Per questo non è possibile affrontarle solo col criterio dell’emergenza, ma diviene fondamentale pensare e agire a ogni livello, analizzare criticamente i processi, riconoscere le comunità delle diaspore come attori essenziali, andare “al di là del racconto”.

È quello che ha provato a fare Giacomo Buoncompagni, vice presidente Aiart Marche e ricercatore dell’Università di Firenze, all’interno del suo nuovo lavoro dal titolo “Persone, contesti e diritti Migrazioni e conflitti oltre il racconto”, edito da Pm edizioni scientifiche (Sociorama ricerche) in uscita in queste settimane.

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La copertina del libro

Dopo aver studiato, in un precedente lavoro pubblicato nel 2021, l’utilizzo dei media digitali da parte dei migranti e delle istituzioni ospitanti, l’autore questa volta prova ad andare oltre l’attuale “comunicazionismo” che tende a ridurre la questione dei migranti alla sfera della comunicazione, isolando quest’ultima da altre dimensioni fondamentali e di offrire, al contempo, nuove prospettive per indagare e comprendere il complesso tema della mobilità umana e la natura tortuosa del percorso per la tutela della libertà e della dignità della persona. Condizioni queste essenziali per evitare semplificazioni ed elaborare una nuova cultura delle migrazioni.

«Viviamo – si legge nella presentazione del libro –  in un mondo popolato da estranei che sono diversi da noi, ma dove, paradossalmente, ciò che abbiamo in comune con l’Altro è la differenza. Per secoli abbiamo forse potuto nascondere e rimuovere questa pluralità. Ma gli attuali processi di comunicazione globale impongono la scoperta dell’alterità. Il problema è che mentre il racconto pubblico ci mostra la differenza fuori e dentro gli schermi, non è in grado di offrirci gli strumenti adeguati per comprenderla. Certe narrazioni e visioni mediali e politiche hanno prodotto, nel tempo, ostilità e indifferenza, reazioni che il sociologo Silverstone chiama «strategie di rimozione». È giunto il momento di costruire uno spazio pubblico morale, fatto anche di informazione, ma non solo».
Il volume ospita anche la prefazione di Marco Lombardi, sociologo dell’Università Cattolica di Milano.

Pagina online del volume: https://www.pmedizioni.it/prodotto/persone-contesti-e-diritti/



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