La sede Croce Azzurra
di Laura Boccanera
«Vogliamo tornare a lavorare, siamo persone di buona volontà che vogliono fare del bene ai porto recanatesi, non riconsegnerò le chiavi della struttura fino a quando non vedrò l’ambulanza uscire dalla Croce Bianca».
Michele Tetta, presidente della Croce Azzurra torna a chiedere spiegazioni in merito al mancato accreditamento della struttura all’Ast (ex Asur) e chiede al Comune una mediazione per una soluzione condivisa.
Nella foto da sinistra: Mauro Monachesi, Michele Tetta e Teresa Montali
Il vulnus sta nella sede di via Argentina, i locali dell’ex complesso Zanella. Questa era la sede della Croce Azzurra, attualmente inattiva, a cui è subentrata la Croce bianca, ma l’Ast per avere l’accreditamento per servizi sanitari sociali e emergenza richiede un comodato d’uso da parte del comune che attualmente l’ente non ha.
Esiste infatti solo una delibera del 1999 con la quale il Comune concedeva gli spazi alla Croce Azzurra in virtù del suo servizio di pubblica assistenza, tanto che per il Comune la Croce Bianca, fondata lo scorso anno e subentrata di fatto a quella Azzurra con sede negli stessi locali, seppur non autorizzata dal Comune, risulta “abusiva”. Da qui la richiesta di riconsegna delle chiavi della struttura. All’origine della richiesta da parte dell’amministrazione ci sarebbe il fatto che l’immobile è da tempo inserito tra i beni alienabili del Comune.
E di fatto, insomma, attualmente la Croce Bianca ha volontari, un’ambulanza ed una sede, ma non può svolgere alcun servizio socio sanitario se non le iniziative create in proprio.
La faccenda è finita in mano agli avvocati, con la giunta che ha dato mandato ad un avvocato per esaminare la questione e la contromossa della Croce Bianca che tramite l’avvocato Giuseppe Bommarito sta cercando di capire se sia possibile chiedere l’usucapione per i locali.
Nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi pomeriggio Michele Tetta, la presidentessa della Croce Bianca Teresa Montali e il vicepresidente della Croce Bianca Mauro Monachesi hanno illustrato il proprio punto di vista: «Vogliamo tornare a prestare servizio come facevamo con la Croce Azzurra – dice Tetta – siamo in regola come sede e con le vetture, ma l’Ast non viene a fare il sopralluogo per rilasciare l’autorizzazione per svolgere il servizio di 118 e assistenza perché chiede un contratto di comodato d’uso da parte del Comune. Peccato che la Croce Azzurra abbia lavorato per anni senza alcun contratto, un vincolo che sembra serva solo per noi oggi. Non vogliamo recriminare nulla alle altre croci consorelle che operano sul territorio, ma ci chiediamo se tutte siano a norma con le strutture o se esistano figli e figliastri. Dopo 17 mesi che siamo operativi ancora non ci viene dato modo di iniziare. Vogliamo trovare un punto di incontro col Comune e collaborare come abbiamo sempre fatto. Non abbiamo la disponibilità per pagare un affitto ad un privato e iniziare altrove, ma siamo disposti a valutare con il Comune sedi alternative e opportunità di collaborazioni per servizi. Abbiamo anche preso contatti con la nuova Ast alla quale chiediamo perché per anni la Croce Azzurra ha operato senza contratto di comodato d’uso e adesso invece si richiede la necessità di un comodato d’uso?».
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