Incendio alla Rimel, ordinanza revocata:
ok per gli ortaggi di Sforzacosta

MACERATA - Il sindaco ha seguito la strada di Pollenza e Tolentino che avevano revocato i provvedimenti, questo in base alla comunicazione dell'Area vasta 3 su metalli pesanti, diossine, furanti, Ipa (anche se al momento, a parte l'indicazione che va tutto bene, non sono stati resi pubblici dati)

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Vigli del fuoco nello stabilimento andato in fiamme

Il comune di Macerata revoca l’ordinanza: si possono consumare gli ortaggi di Sforzacosta. Il capoluogo si è dunque adeguato alle soluzioni già prese dai comuni di Pollenza e Tolentino che avevano revocato le ordinanze, che erano state adottate dopo il rogo all’azienda Rimel di Casette Verdini di Pollenza, dato il parere dell’Area Vasta 3 (che però, a differenza dell’Arpam, non ha reso pubblici i dati delle analisi, cosa che sarebbe necessaria data la delicatezza della questione: la salute di chi vive nella zona dove c’è stato un incendio e in cui l’Arpam ha rilevato emissione di diossina e furani nell’aria particolarmente elevate nei giorni successivi al rogo).

Incendio-Rimel-6-650x488Il rogo alla Rimel si è sviluppato la notte del 5 dicembre. Il comune di Macerata, «considerato che il dipartimento di Prevenzione dell’Asur ha reso noti gli esiti dei campionamenti effettuati su matrici vegetali (scarola e lattuga) nei punti ritenuti significativi nel raggio di 5 chilometri del punto dell’incendio, per la ricerca di sostanze potenzialmente dannose per la salute umana, alla luce dei risultati ottenuti, il documento in questione giunge alla conclusione che “il suddetto monitoraggio ha dato esito favorevole per le filiere alimentari». Il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, ha quindi deciso di revocare il divieto di consumo di ortaggi a foglia larga e foraggi e l’obbligo del ricovero al chiuso degli animali da cortile.

Sinora il documento dell’Asur è stato pubblicato dal vicesindaco di Corridonia, Nelia Calvigioni. Nel documento si legge che sono stati effettuati, in base a quanto stabilito nel corso della riunione in prefettura del 6 dicembre, «per le valutazioni di ricaduta dei contaminanti ambientali, cinque prelievi in campo su matrici vegetali (scarola e lattuga) nei punti ritenuti significativi nel raggio di cinque chilometri dal punto di incendio per la ricerca analitica di metalli pesanti, di Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), Diossine, Policlorobifenili (Pcb) e furani. I campioni sono stati effettuati il giorno 7 dicembre e ripetuti la mattina del 15 dicembre (questi ultimi in attesa di esito). Nel primo pomeriggio del 15 dicembre 2022 pervenivano dal laboratorio Arpam di Macerata i rapporti di prova relativi ai cinque campioni prelevati in data 7 dicembre 2022, inerenti alla ricerca di Ipa e metalli pesanti. Successivamente, in data 16 dicembre 2022 pervenivano dall’Izs-Am di Teramo i rapporti di prova relativi alle analisi di Diossine, Pcb e Furani, con i seguenti esiti: metalli pesanti: tutti e cinque i rapporti di prova relativi ai prodotti vegetali prelevati, rilevavano la presenza di Piombo e Cadmio con valori al di sotto dei tenori massimi consentiti per gli alimenti di questa natura».

RIMEL_FF-4-1-650x434Nel documento viene precisato che per gli Ipa la normativa specifica tenori massimi per vegetali a foglia larga «Tuttavia i valori di Ipa riscontrati nelle suddette analisi sono ampiamente sotto ai valori soglia previsti in sicurezza alimentare per altre categorie di alimenti comuni (ad esempio semi di cacao e prodotti derivati, olio, alimenti affumicati di origine animale)».

Sulle diossine, Pcb (Policlorobifenili) e furani: «anche per queste sostanze, nella normativa, non sono previsti limiti di riferimento per gli ortaggi a foglia larga. Tuttavia i valori rilevati di queste sostanze evidenziano una contaminazione al disotto dei livelli di azione previsti dalla Raccomandazione 2014/663/UE (si tratta di una raccomandazione della commissione dell’11 settembre 2014 che modifica l’allegato della raccomandazione 2013/711/UE sulla “riduzione della presenza di diossine, furani e Pcb nei mangimi e negli alimenti”, ndr – leggi qui). Premesso che i vegetali in campo, prima della loro raccolta, non sono definibili alimenti, in considerazione che la fase acuta dell’incendio si è risolta nell’arco delle 48 ore e che nelle valutazioni dei valori dei contaminanti sono state prese in considerazione le misure standard di incertezza analitica come indicate dai laboratori di riferimento, in questo primo step, il suddetto monitoraggio ha dato esito favorevole per le filiere alimentari».

In merito alle analisi dell’aria (sui terreni non sono ancora arrivati i risultati), l’Arpam che ha pubblicato sul proprio sito le analisi dettagliate, ha così sintetizzato: «La qualità dell’aria riscontrata nei giorni immediatamente successivi all’incendio che ha coinvolto la ditta Rimel, ha subito importanti ripercussioni per l’emissione di metalli pesanti, Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e di diossine e furani in seguito alla combustione di materiali e rifiuti presenti nello stabilimento. Quanto prima saranno resi disponibili anche i dati relativi agli altri campioni prelevati, sia per l’aria che per le altre matrici ambientali».

(redazione CM)

 

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