I sigilli al capannone della Rimel
di Gianluca Ginella (Foto di Fabio Falcioni)
Sequestrato il capannone della ditta Rimel di Casette Verdini di Pollenza dove lunedì notte è scoppiato un vasto incendio. Indagato, come atto dovuto e a titolo di sua garanzia, il legale rappresentante dell’azienda, Alberico Leonori. I sigilli sono stati messi nel pomeriggio una volta che i vigili del fuoco hanno completato le operazioni di spegnimento del rogo.
A disporre il sequestro il sostituto procuratore Enrico Riccioni che sta coordinando le indagini sull’incendio. In pratica ora l’inchiesta della procura entrerà nel vivo potendo avere accesso al capannone dopo che i vigili del fuoco hanno completato le operazioni di messa in sicurezza.
Sono diverse le domande a cui gli inquirenti intendono dare risposta. La prima è perché si è sviluppato l’incendio e poi se ci sia stata qualche negligenza, se fossero rispettate tutte le norme previste per questo tipo di aziende. E ancora la procura vuole accertare che materiali ci fossero e se ci fosse qualcosa che lì non doveva esserci.
Lunedì dovrebbe esserci la convalida del sequestro del capannone. Questo pomeriggio si notavano i nastri rossi e bianchi per transennare la zona che sarà oggetto degli accertamenti. Di pari passo con il sequestro è stato indagato il legale rappresentante della Rimel. Si tratta di un atto dovuto, per consentirgli di partecipare ad eventuali accertamenti che saranno disposti. Le indagini sono in una fase iniziale e tra quello che dovrà essere accertato c’è anche come il rogo si sia sviluppato. Una prima ipotesi emersa nei giorni scorsi è che tutto possa essere partito da delle batterie al litio che si trovavano nel capannone e si sono incendiate. Ma al momento resta una ipotesi. La procura nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo per incendio colposo perchè non ci sono elementi che facciano pensare ad una azione dolosa.
La situazione ieri
L’incendio alla Rimel si è sviluppato alle 23,15 di lunedì scorso. Le fiamme hanno attaccato materiale plastico che si trovava all’interno del capannone. Si tratterebbe di parti derivanti da oggetti elettronici. Con l’andare del fuoco fumo nero e puzza di plastica bruciata si sono diffuse a Pollenza, a Sforzacosta di Macerata, Tolentino, Urbisaglia, Corridonia. Per due giorni sono rimaste chiuse le scuole di questi comuni. E i sindaci hanno firmato ordinanze vietando di raccogliere ortaggi a foglia larga, e disponendo di tenere chiusi gli animali da cortile.
L’Arpam ieri ha comunicato i primi risultati sull’aria indicando: «inquinanti nei limiti di legge». Lunedì sono attese ulteriori analisi relative a metalli e idrocarburi policiclici aromatici. Questi dati vengono rilevati dalle colonnine fisse mentre i primi pubblicati sull’aria sono stati rilevati, a partire dalle 21 del 6 dicembre, quindi il giorno seguente al rogo e a distanza di circa 22 ore, dalla centralina mobile che è stata collocata a Pollenza Scalo. Queste analisi hanno riguardato benzene, monossido di carbonio, monossido di azoto.
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Sempre la stessa storia
Il minimo
La verità non si saprà mai
3 aziende nel giro di 20km, gran bombe
Venanzio del Giudice quindi? Dove butti i tuoi rifiuti o tutto ciò che ti piace avere nella tua vita?
Vacanze di Natale prolungate, mentre i cittadini si intossicano e i contadini e gli allevatori vanno in miseria perché tutto il raccolto e tutti i prodotti andranno in malora !!! Qualcuno deve pagare per tutto questo!!!!
Tutti bravi a criticare ma la tecnologia la usiamo tutti e nessuno ci rinuncia . Qualcuno dovrà pure smaltire sta...
Luisa Rogani e gli incendi sono i modi migliori per smaltire? Metodo Tecnologico aggiungerei....
Silvia Genga di sicuro no . Ma incidenti purtroppo capitano .quante volte abbiamo sentito che sono andati a fuoco appartamenti con semplici contatti , anche con le luci di Natale.
Luisa Rogani perché "smaltire sta...", significa che "aziende come queste possano prendere fuoco" (come ha dichiarato ai giornali il figlio dell'indagato) come se fosse nell'ordine naturale delle cose?!? faccia costruire un'azienda insalubre "che può prendere fuoco" vicino casa sua, perché il fatto che ce l'abbia vicino casa mia, non mi garba affatto, e questa (l'autorizzazione ad operare nei pressi dei centri abitati) È UNA COSA CHE NON DOVREBBE ESSERE PERMESSA
Morena Tiberi sono daccordo non dovrebbero dare i permessi . Infatti mi risulta che stavano per trasferirsi
Luisa Rogani pensi lei che "risultanze" che ha! Sono 20 ANNI che sono lì e dopo vent'anni "si trasferiscono"?!? Intanto il danno è fatto e il diritto alla salute, in questi territorio schiacciato tra Cosmari e Rimel NON CE LO RIDÀ PIU NESSUNO.
Ma va!!!
Qualcosa di strano c'è!
Incredibile!!!!
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Sono almeno 20/30 anni che, ogni volta che si “accende” involontariamente un impianto, una fabbrica, un deposito, uno stoccaggio rifiuti speciali/tossici/pericolosi brucia di tutto e di più… e poi le analisi dicono che è tutto nella norma
In provincia abbiamo una fortuna invidiabile
fatto sta che sta “tutto nei limiti di legge”…che vi piaccia o no….la verità la sa solo il diavolo…intanto noi come non fosse successo niente…le parole che diciamo se ne vanno al vento