In otto mesi perse oltre 3.600 imprese
«Nel Maceratese crisi più marcata»

L'ALLARME di Cna dopo i dati pubblicati dalla Camera di commercio relativi alla nostra provincia. Il presidente provinciale Tritarelli: «Le micro e piccole imprese chiudono ogni giorno ma non riscontriamo da parte delle istituzioni locali e nazionali la stessa nostra preoccupazione. Forse non ci si rende conto dell’urgenza del problema. Nei prossimi giorni arriverà la bolletta di settembre e già sono stati annunciati aumenti dal 60 all’80% rispetto a quella di luglio-agosto, che a sua volta era doppia rispetto alla precedente»

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Maurizio Tritarelli

Sono 3.671 le imprese che hanno abbassato la saracinesca nei primi 8 mesi di quest’anno nel Maceratese. E’ quanto emerge dai dati relativi alle imprese attive nelle province marchigiane aggiornati al 31 agosto e pubblicati dalla Camera di Commercio. Preoccupato il presidente della Cna Macerata Maurizio Tritarelli: «Ogni giorno sono più di 15 le imprese maceratesi che cessano la loro attività, meno della metà quelle che nascono. Quest’anno registriamo un calo costante nel bilancio nate/cessate del 5,9%, un tasso di decrescita enorme che riguarda particolarmente la nostra provincia. Mentre le province di Ancona e Pesaro fanno registrare cali irrisori, rispettivamente dello 0,5 e del 0,7%, Ascoli è addirittura in saldo positivo (+0,3%); Fermo, con un calo del 4,4%, è l’unica realtà paragonabile alla nostra». Sulle cause delle numerose chiusure il presidente Cna non ha molti dubbi: «È chiaro che paghiamo le conseguenze del caro-energia che qui si sommano alla crisi dei mercati russo-ucraini. Nuovi problemi che si aggiungono a quelli oramai storici delle crisi complesse, come quella del settore calzaturiero, e ai ritardi nella ricostruzione post-sisma. Tuttavia, il fatto che nella nostra provincia la crisi sia molto più marcata che altrove, merita un accurato e urgente approfondimento».

Una fase particolarmente delicata quella in atto che sta mettendo a rischio un intero sistema produttivo locale: «Fa impressione il dato del settore commercio che ha perso 1.000 imprese in soli 8 mesi, 273 nel solo mese di agosto. Sembra incomprensibile il calo di 610 imprese agricole in un periodo di scarsità della produzione di materie prime alimentari; così come quello di 422 imprese manifatturiere e 196 imprese turistiche di alloggio e ristorazione. Le nostre micro e piccole imprese – sottolinea Tritarelli – chiudono ogni giorno ma non riscontriamo da parte delle istituzioni locali e nazionali la stessa nostra preoccupazione. Forse non ci si rende conto dell’urgenza del problema. Nei prossimi giorni arriverà la bolletta di settembre e già sono stati annunciati aumenti dal 60 all’80% rispetto a quella di luglio-agosto, che a sua volta era doppia rispetto alla precedente. Le imprese – conclude il presidente Cna – non possono risparmiare l’energia che è essenziale nel processo produttivo, i margini di guadagno sono già risicati e una diminuzione dei ritmi della produzione significherebbe una rimessa certa. Non possiamo far indossare ‘una maglia in più’ ai nostri macchinari, devono metterci nelle condizioni di poter produrre energia e di auto-consumarla sul posto. Un impianto fotovoltaico di medie dimensioni, per esempio, in 2 imprese su 3 potrebbe far risparmiare metà dei costi energetici, cioè la differenza tra sopravvivere e dover chiudere».

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