Passione, rispetto e lavoro:
i solidi principi di mister Castori

TOLENTINO - L'allenatore, intervistato dal giornalista cesenate Fabio Benaglia, è stato protagonista del tradizionale convegno per ricordare Graziano Colotti, tecnico di Macerata prematuramente scomparso
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Fabrizio Castori e Fabio Benaglia

E’ stato Fabrizio Castori, ex allenatore della Salernitana, il protagonista lunedì a Tolentino dell’ormai tradizionale convegno organizzato annualmente dagli “Amici di Graziano”.

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Graziano Colotti

Si è trattato della quinta edizione di un incontro in cui alcuni allenatori di calcio giovanile, che si sono formati sull’insegnamento di Graziano Colotti, allenatore di Macerata prematuramente scomparso, vogliono ricordarne la figura, dialogando, come egli stesso faceva, con personaggi interessanti del mondo calcistico, che sappiano sempre portare un loro personale contributo e sappiano così arricchire il bagaglio culturale (e non solo calcistico) dei presenti. Mister Fabrizio Castori, in un bel confronto con il giornalista cesenate Fabio Benaglia, ha esposto in maniera chiarissima la sua filosofia, non solo di calcio, ma anche e soprattutto di vita.

convegno_colotti_benaglia_castori-2-325x155Una filosofia che si è basata, fin dall’inizio della sua lunghissima carriera, su principi solidi come la passione, il rispetto, il lavoro, principi che ancora oggi contraddistinguono la sua attività di allenatore, un’attività che lo ha portato, come tutti sappiamo, ai vertici del calcio nazionale. «Stimolato nel racconto e nelle riflessioni da Benaglia – si legge in una nota degli organizzatori –  Castori ha ribadito che il calcio è fatto ancora di valori e che quello che una squadra fa in campo nasce, oltre che dalla tecnica, dalla tattica e dalla preparazione fisica, anche e soprattutto dai sentimenti, dalla passione, dalla condivisione, dal senso di squadra.

Da questo punto di vista è molto importante come si lavora con i ragazzi nei settori giovanili. E qui il mister ha ricordato come un modello quasi unico quello che incontrò anni fa nel settore giovanile del Cesena, dove una profonda cultura sportiva permetteva ai ragazzi di allenarsi e formarsi nella giusta maniera, con umiltà, ed alla società di crescere giovani di valore utilizzando il criterio del merito. Proprio seguendo questa linea quel Cesena poteva far esordire in prima squadra e far giocare con continuità ragazzi molto giovani, tanto che, come ha simpaticamente ricordato lo stesso Castori, spesso il parcheggio del campo di allenamento era pieno non di Suv, ma di biciclette e motorini».
convegno_colotti_benaglia_castori-5-325x188Fabio Benaglia, che conosce le storture del calcio giovanile, e su questo tema ha scritto libri godibilissimi come “Mio figlio è un fenomeno” e “Falsari”, a questo proposito ha proposto al mister il problema della scarsa propensione dei ragazzi di oggi all’impegno e alla “fatica”; ragazzi con atteggiamenti inadeguati, spesso spalleggiati da genitori iperprotettivi, o, a livelli più alti, da figure come i procuratori, sempre più presenti e pressanti anche nel calcio giovanile.

E qui Castori ha esposto la sua idea personale della fatica, affermando che la fatica non esiste, è solo l’alibi dei deboli; perché anche la fatica si allena e il lavoro che si fa sul campo diventa allenante proprio quando c’è la fatica. L’esempio migliore è stato quello del Carpi, la squadra che proprio lui nel 2015 ha portato in serie A con un cammino spettacolare e che è stata un perfetto esempio di abnegazione.

convegno_colotti_benaglia_castori-10-325x217I giocatori di quel Carpi venivano quasi tutti da categorie dilettantistiche e grazie alla loro applicazione, al loro entusiasmo ed alla loro “fame”, hanno raggiunto risultati impensabili. “Fame più idee” è il segreto per fare grandi cose. E tutto ciò, Castori ha tenuto a sottolinearlo, non riguarda solo casi particolari o le serie “minori”, ma anche i grandi campioni, che, come hanno dimostrato Iniesta, Ronaldo o Messi, hanno sempre mantenuto la loro umiltà ed hanno sempre esaltato il lavoro e la disciplina come mezzi per arrivare e mantenersi a livelli altissimi.

Benaglia ha poi esposto una sua impressione relativa al tema dell’apparenza nel calcio. Ha sostenuto cioè che sembra che oggi per un giocatore conti più l’apparenza della sostanza, che il contorno (le interviste, i tatuaggi, la presenza sui social, ecc.) sia diventato più importante addirittura della bravura tecnica. Mister Castori su questo ha dissentito, sostenendo invece che questi fenomeni nel calcio sono marginali, e che la maggior parte dei giocatori vive la propria attività in maniera seria, dedicandosi al lavoro e che, se si vogliono raggiungere realmente i risultati, c’è poco spazio per altro. Ha portato qui l’esempio di Ribery, un giocatore che, dall’alto della sua meravigliosa carriera, potrebbe permettersi atteggiamenti da star, ed invece è esempio di semplicità, di passione e di umiltà.

convegno_colotti_benaglia_castori-6-325x308«Nell’ultima parte dell’incontro – conclude la nota degli organizzatori –  Castori ha infine esposto la sua idea di calcio verticale, contrapposto a quel “tiki taka” che tanto ha affascinato ed ancora affascina molti addetti ai lavori. La verticalità per Castori passa attraverso il principio dell’attacco allo spazio, un principio che ha portato le sue squadre ad avere spesso una bassa percentuale di possesso palla, ma un numero quasi sempre superiore di tiri in porta rispetto agli avversari. Si tratta di principi di gioco che ha sempre considerato fondamentali e che, ovviamente con i continui miglioramenti apportanti anche dalle nuove tecnologie di allenamento oggi disponibili, continuano a caratterizzare il suo lavoro di allenatore.

E poi, come ha orgogliosamente ricordato, questa filosofia di gioco ha dato a lui e ad altri che la seguono i suoi frutti: e sono frutti importanti, considerando le dieci promozioni e le innumerevoli soddisfazioni che ha ottenuto in tutte le piazze in cui ha allenato. La chiacchierata con Mister Castori e Fabio Benaglia è poi continuata a tavola, là dove il dialogo, il confronto, il racconto si fanno ancora più sinceri ed appassionati. Anche così si rinsalda l’amicizia, quel sentimento che per gli “Amici di Graziano” è nato sul campo di calcio e che ancora li lega, nel nome di quel Graziano Colotti da cui hanno imparato tanto e il cui esempio voglio continuare a seguire».

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