di Francesca Marchetti
“In viaggio con MaMa” prosegue con i nostri protagonisti che nelle ultime avventure hanno visitato la città patria del Verdicchio, il borgo dei sette campanili, quelli dei mulini e delle cascatelle e anche il paese del “nido dell’aquila”. Vi ricordate quali sono? Riguardando le puntate incontrerete anche dei personaggi speciali, ecco chi sono.
(foto De Marco)
La quindicesima puntata si apre in compagnia di Dino Casoni: «Sono lo chef del ristorante-hotel “Carnevali”, punto di riferimento a Maddalena di Muccia, dopo il sisma ci siamo spostati a Caldarola ma speriamo di tornare presto nella sede storica. Faccio parte della squadra Cuochi Marche, passo la maggior parte del tempo ai fornelli, anche a casa. Ho conosciuto mia moglie Barbara proprio nel ristorante dove lavoro, era la “figlia del capo”. Ho la passione della bici, qui ci sono tanti sentieri da esplorare, e gioco a tennis. Imperdibile a Muccia la sagra della trota, abbiamo avuto grandi chef come ospiti in passato».
Fausto Barboni ha accompagnato Carlo e Iralba alla scoperta del suggestivo Mulino. «Sono pensionato, prima ero impiegato al Comune di Muccia. Ho la passione della storia locale e del mulino, questo apparteneva a mio nonno Domenico detto Mimmino. Mi piace ripulire e tenere in ordine le vie del paese. Sono stato presidente della Proloco per vent’anni, oggi ci mancano le manifestazioni, i giochi rionali, le mostre d’arte. Ho l’hobby della pittura e sperimento con olio, tempera, acquerello e pastelli su tela e carta, ma mi sono divertito anche a dipingere alcune facciate delle case qui nelle vie».
Don Candido Pelosi ha mostrato invece le meraviglie della natura in cui è immerso l’eremo del Beato Rizzerio a Pieve Torina. «Sono nativo di Le Tegge, una frazione di Camerino. Una volta sacerdote, sono stato felicissimo di accettare la proposta di fare il parroco a Pieve Torina, perché sono amante della natura e dei piccoli borghi. Dal 1962 non mi sono mai spostato, mi sento libero e testimone di questi magnifici luoghi. Mi piace fare fotografie e scrivere. Il mio ricordo più vivido sono le Processioni di Pasqua fatte con stendardi e lampioni, qui nel piazzale si faceva la cerimonia e poi si mangiava insieme, i bambini giocavano, era una grande festa».
Anche la signora Filomena Di Carlo è molto legata al territorio, soprattutto alla sua Monte Cavallo: «Io e mio marito Sesto Bertini abbiamo lavorato in campagna e poi ci siamo trasferiti a Roma dove abbiamo fatto i portieri in un istituto in centro, per 36 anni fino alla pensione. Poi siamo tornati a Monte Cavallo, volevamo tornare alla terra e ci siamo ritirati qua. Mia figlia viene spesso a trovarmi con i miei nipotini. Per me la nostra casa di famiglia era il paradiso, ora vivo in questa casetta dopo il terremoto, chissà se ci tornerò».
Loredana Tenconi ha invece tutt’altre origini: «Sono originaria di Milano, sono pensionata ma nella mia vita ho fatto la ricamatrice, la magliaia, la barista e tanto altro. Mi sono trasferita a Monte Cavallo per amore nel 1969, anche mio figlio Renzo è innamorato di questo paese. Mio marito, ex poliziotto, ha fatto mettere il monumento ai Caduti di Nassiriya nell’omonima piazza».
A chiudere con gusto la puntata è Clarissa Budassi. «Ho 25 anni, sono cameriera nel ristorante di famiglia, “Il nido dell’aquila”. Ho studiato danza classica e moderna per 15 anni, ho fatto anche l’insegnante ma ho preferito proseguire la tradizione della ristorazione come la mia famiglia. Sono sposata con Ivano e abbiamo scelto di rimanere qui anche dopo il terremoto, ne siamo contenti. Cosa fare a Monte Cavallo? A me piace molto fare la passeggiata che va dal ristorante alla Valle della Madonna, c’è un ‘area attrezzata per picnic, giochi per bambini, area camper e c’è anche una chiesetta. Oppure passeggiare a Trocchi di Collattoni, dove ci sono le sorgenti, si gira anche in bici».
La sedicesima puntata di “In viaggio con MaMa” si apre a Matelica, dove Iralba e Carlo hanno avuto due validi “ciceroni”.
Il primo si chiama Matteo Parrini: «Lavoro in Halley Informatica come impiegato commerciale, sono uno storico locale e referente ormai da 20 anni dell’Archivio storico diocesano. Inoltre collaboro con diversi istituti e fondazioni, centri culturali. Il mio angolo preferito di Matelica è la torre civica, da lassù si vede tutta la città e la bellezza del paesaggio».
Antonio Centocanti apre ai nostri la cantina Belisario. «Ho lavorato in banca, ora sono in pensione, e dal 1995 “quasi per caso” sono presidente di questa azienda cooperativa. Anni di impegno per rilanciare sia la Doc Verdicchio di Matelica che la Belisario, ex cantina sociale ora cooperativa annoverata tra le prime 10 migliori in Italia. Il mondo del vino è legato all’edonismo, facciamo un mestiere bellissimo, anche io ho il mio piccolo vigneto, mi interesso ad ogni aspetto della coltivazione. Mio figlio Fabio lavora qui, siamo una grande famiglia».
(foto De Marco)
Ad Esanatoglia due simpatiche professioniste hanno mostrato le particolarità del borgo.
Ombretta Pennesi è la ceramista che svela i segreti del mestiere. Dal 2004 ho il mio laboratorio di ceramica, ma mi sono avvicinata a questa arte nel 1995. Ho sempre lavorato nell’artigianato artistico come decoratrice e restauratrice, sentivo il bisogno di fare esperienza con la ceramica e ho partecipato ad un corso regionale, ho affinato le tecniche per tanti anni ed ora eccomi qua. Il primissimo pezzo che ho fatto è stato un vaso con 12 manici, molto particolare. Non ce l’ho più, i miei pezzi andarono a ruba ad un mercatino, una grande gioia e soddisfazione.
(foto De Marco)
A chiudere in bellezza con un grande progetto comunitario e tanta umanità è Adua Rossi. Sono cresciuta ad Esanatoglia ma adottata da Matelica da circa 20 anni. Sono mamma h24 di due gemelli, sono fisioterapista e la mia passione è il sociale, ho sempre fatto parte di associazioni per dare un mano a creare qualcosa per la comunità. Quando nel 2018 Lucia Bagnarelli è morta per complicanze dovute alla fibrosi cistica, a soli 19 anni, in suo onore abbiamo formato l’associazione “Lulù e il paese del sorriso”, Ombretta ha disegnato il bellissimo logo. Ogni anno organizziamo una manifestazione-evento di tre giorni con il patrocinio dei sei comuni qui intorno. Lavoriamo con il sorriso per la sensibilizzazione sulla malattia e per la raccolta fondi per dare un aiuto concreto. Abbiamo avuto ospiti Paolo Belli, Max Giusti, fatto pedalate, partite di calcio e basket con le vecchie glorie di Matelica e con i campioni del Santo Stefano basket.
COS’E’ MAMA – “MaMa” è la Marca Maceratese. È prima di tutto un territorio bellissimo, che va dal Mar Adriatico ai Monti Sibillini, verde e azzurro, giallo dei campi di grano e girasoli, rosso dei borghi che si accende alla luce dei tramonti. Paesaggi incantevoli ricchi d’arte e di storia, gente operosa che coltiva i campi come giardini e crea imprese d’ingegno e inventiva. Ed è la rete di tutti i Comuni della provincia di Macerata, un progetto straordinario che parte dal basso. «Subito dopo il sisma del 2016 – si legge nella presentazione – preoccupati ma non vinti, ci siamo messi insieme, al di là dei colori politici ma con una grande visione politica, e abbiamo firmato un patto per la valorizzazione e la promozione del nostro patrimonio d’arte e di paesaggi. MaMa per noi è un’infrastruttura della ricostruzione. Per tutti è un territorio da scoprire, un viaggio nell’Italia dei Comuni, una comunità da amare».
Sito Internet: https://www.marcamaceratese.info/
Mama su Facebook: https://www.facebook.com/MaMaMarcaMaceratese
Mama su Instagram: https://www.instagram.com/mama_marcamaceratese/
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