Covid, scatta l’ora del vaccino ai bambini
«E’ sicuro e non ci sono reazioni
che ne controindichino l’utilizzo»

L'INTERVISTA a Martina Fornaro, primario del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Macerata, che risponde ai dubbi dei genitori nel giorno dell'avvio delle prenotazioni per la fascia d'età 5-11 anni

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La pediatra e primario del reparto di Pediatria e Neonatologia di Macerata Martina Fornaro

 

di Claudia Brattini

Anche nelle Marche da oggi sarà possibile prenotare il vaccino per i bambini nella fascia di età tra i 5 e 11 anni. Dopo il parere positivo delle autorità regolatorie, il Ministero della Salute ha definito le linee guida per la vaccinazione anti Covid-19 e a partire da domani sarà possibile effettuare le somministrazioni in questa fascia di età, che nelle Marche comprende 92.645 bambini. Nella circolare si specifica che a loro è destinata la somministrazione del vaccino a mRNA Pfizer-Biontech in un dosaggio pari a circa un terzo di quello per gli adulti, le dosi saranno due, somministrate a 21 giorni di distanza. Ne parliamo con la dottoressa Martina Fornaro, pediatra e primario del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Macerata che ha risposto alle nostre domande per spiegare l’importanza della vaccinazione nella fascia pediatrica e chiarire alcuni dei dubbi e perplessità che attanagliano molti genitori.

I bambini venivano considerati immuni dagli effetti avversi e severi del Covid, tuttavia esistono dei rischi come ad esempio la mis -c, malattia infiammatoria multi sistemica o long covid. Nella sua esperienza come ha visto cambiare l’incidenza e l’insorgenza di complicanze da Sars-CoV-2 nei bambini?
«Da questi anni di pandemia abbiamo imparato che i rischi correlati all’infezione da Sars-CoV-2 sono proporzionali all’età ma, anche per i bambini, i dati dell’Istituto superiore di sanità ci parlano di casi in cui è stato necessario il ricovero, anche in terapia intensiva, e purtroppo anche di decessi. Sappiamo che la popolazione pediatrica a maggior rischio di sviluppare forme gravi di malattia è quella dei bambini affetti da alcune patologie croniche, ma anche tra i bambini per il resto sani possono manifestarsi forme cliniche più gravi di infezione acuta o complicanze più tardive come la Mis-c o il long- covid. La Mis-c rappresenta ormai una condizione con cui noi pediatri dobbiamo confrontarci spesso: si tratta di una sindrome infiammatoria multisistemica, una condizione grave che può portare anche al ricovero in terapia intensiva, i cui casi sono in aumento. Anche nella nostra unità operativa in questi mesi abbiamo seguito alcuni casi di Mis-c, oltre ad altre complicanze come per esempio peri-miocarditi secondarie all’infezione da Covid. Sono casi che hanno avuto fortunatamente un esito positivo, ma molto impegnativi in termini di cure e ricovero per il bambino e per la sua famiglia. Anche per il “long-covid”, che si caratterizza con sintomi aspecifici come astenia e difficoltà alla concentrazione che compaiono anche a distanza di mesi dall’infezione acuta, sono in aumento le segnalazioni, con un impatto negativo sul benessere generale del bambino. Questo allarme si somma ai dati drammatici relativi all’incremento della patologia neuropsichiatrica in età pediatrica e adolescenziale che la pandemia ci sta lasciando in eredità. La vaccinazione serve a proteggere i bambini da tutto questo, cercando di garantire loro prima di tutto la sicurezza per la salute, fisica e psichica, e la ripresa di una vita ricca di possibilità, dalla scuola alla vita sociale».

Per quali categorie di bambini è assolutamente indicato e per chi invece è controindicato?
 «I bambini per cui esiste un’indicazione assoluta per la vaccinazione anti-Covid sono quelli a maggior rischio di complicanze, quindi quelli affetti da patologie croniche come per esempio le immunodeficienze, le patologie oncologiche, le cardiopatie croniche o le patologie croniche respiratorie, ancora i bambini con malattie neuromuscolari o sindromi complesse. Non ci sono invece patologie che implichino una controindicazione assoluta ai vaccini a mRNA contro il Covid. In caso di dubbio il consiglio è quello di chiedere e confrontarsi col proprio pediatra di famiglia, che rappresenta il riferimento principale per la salute del bambino, oltre che con gli specialisti che ne seguono la patologia».

E nei bambini allergici? 
«Non esiste una controindicazione assoluta per i pazienti con storia di allergia. Solo nei casi di storia accertata di anafilassi potrà essere opportuno un approfondimento per valutare la necessità, per esempio, di effettuare la vaccinazione in un ambiente protetto. Anche in questi casi, tanti dubbi possono essere chiariti attraverso il dialogo con il pediatra di famiglia o con il personale del centro vaccinale».

Il vaccino anti Covid è stato autorizzato da enti regolatori come Fda, Ema e Agenzia italiana del farmaco, eppure sono molti i genitori che mostrano delle perplessità in merito a questa opportunità, cosa si sente di dire ai genitori sulla sicurezza del vaccino? 
«Capisco la preoccupazione dei genitori, a cui noi pediatri siamo tenuti a dare risposte. Basandosi sui dati a disposizione, relativi sia ai bambini inseriti nello studio che ha portato all’autorizzazione per la fascia di età 5-11 anni sia ai milioni di bambini che giornalmente sono stati e vengono vaccinati in diverse parti del mondo a cominciare dagli Stati Uniti, la bilancia costo-beneficio è evidentemente a favore dei benefici. Il vaccino ha dimostrato un’efficacia del 91% nel prevenire l’infezione sintomatica da Sars-CoV-2 e, così come avviene per gli adulti, aiuterà ad evitare lo sviluppo di casi gravi o di complicazioni come la Mis-c. Il vaccino è sicuro: allo stato attuale con milioni di dosi somministrate ai bambini, non ci sono segnalazioni di reazioni che ne controindichino l’utilizzo. La diffusione della vaccinazione potrà ridurre la durata delle quarantene e le indicazioni ad effettuare tamponi di controllo, favorirà la frequenza scolastica regolare riducendo la necessità di ricorrere alla didattica a distanza, consentirà ai bambini di partecipare più liberamente alle attività extrascolastiche. I bambini vaccinati poi contribuiranno a proteggere anche chi gli è vicino, amici o parenti, che per motivi di salute è a rischio di forme gravi di malattia».

Si parla di miocarditi e pericarditi post vaccino, di cosa si tratta?
«Proprio attraverso i sistemi di sicurezza che regolamentano l’utilizzo dei vaccini, sono stati segnalati rari casi di miocarditi e pericarditi post-vaccino in ragazzi adolescenti, soprattutto maschi di età compresa tra i 16 e i 19 anni. Si tratta comunque di casi non severi, che si sono risolti senza sequele, mentre invece i danni cardiaci da Covid, inclusi quelli da Mis-C possono essere più complicati. Dai dati a disposizione attualmente nella fascia di età 5-11 anni la vaccinazione non sembra determinare problemi come miocarditi e pericarditi».

Quali sono gli effetti avversi “comuni” che possiamo, invece, aspettarci dopo il vaccino nei bambini? 
«I più frequenti sono dolore nel sito di iniezione, febbre, malessere, nausea, dolori articolari o muscolari. Si tratta di disturbi non gravi e di breve durata, fino ad uno o due giorni».

È possibile somministrare il vaccino contro il Covid in concomitanza con altri vaccini?
«È possibile vaccinare contro il Covid in concomitanza o a qualsiasi distanza di tempo con altri vaccini inattivati, come per esempio l’antipolio-difterite- tetano-pertosse e l’anti-influenzale. Invece, per i vaccini a virus vivo attenuato, per esempio l’anti-morbillo-parotite-rosolia-varicella, è indicato mantenere un periodo precauzionale di distanza di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino contro il Covid».

Nei bambini che hanno già contratto l’infezione consiglia di effettuare ugualmente la vaccinazione?
«Sì, con una distinzione: per i bambini che hanno contratto l’infezione è possibile entro i 6 mesi dal contagio effettuare un’unica dose di vaccino. Se invece fossero trascorsi più di 6 mesi dal contagio sarà necessario effettuare le due dosi di vaccino».



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