Braccia incrociate per un minuto:
la protesta dei pronto soccorso

FLASH MOB programmato per le 10 di domani, in risposta alle recenti aggressioni avvenute a Pesaro e alle condizioni di lavoro di operatori, medici, infermieri e oss

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Il pronto soccorso di Macerata

 


Un minuto di braccia incrociate in tutti i pronto soccorso delle Marche per protestare contro le condizioni di lavoro di operatori sanitari, medici, infermieri e oss.
Il flash mob, che coinvolgerà anche la provincia di Macerata, si terrà domani venerdì 5 alle 10. Un’iniziativa che arriva all’indomani dell’aggressione andata in scena ieri sera nei locali del pronto soccorso dell’ospedale Marche Nord di Pesaro, ai danni degli operatori del reparto e protagonista un paziente Hcv positivo in stato di agitazione per l’uso di sostanze. Il bilancio: un infermiere con la spalla rotta, un’infermiera colpita al volto da un pugno, cinque operatori che si sono fatti repertare dai colleghi per gli sputi in volto. Un episodio che arriva al culmine di una lunga serie di episodi di violenza nei Pronto soccorso marchigiani e che pure arriva dopo un’ondata pandemica che ha lasciato strascichi pesanti per i carichi di lavoro immani che si sono riversati nei reparti citati dove peraltro si registrano falle enormi negli organici e dove pure gli incentivi promessi per il lavoro svolto si sono visti poco e molto male. Dunque l’ultima aggressione ha fatto esplodere una situazione già emergenziale. Per questo motivo domani mattina, per un minuto, simbolicamente, gli operatori sanitari incroceranno le braccia per protestare. Intanto nelle Marche l’Asur ha appena pubblicato l’ennesimo bando per la ricerca di medici da destinare alla Medicina di Urgenza, ma mentre si continuano a pubblicare bandi a vuoto per assenza di candidati disponibili, nei Pronto Soccorso la situazione è diventata esplosiva, frutto di lunghissimi anni di disattenzione verso la specialistica in questione, di errori di programmazione e di compensi non adeguati all’impegno richiesto e ai rischi corsi. Però, si continua a parlare di medicina del territorio, di primari nominati in reparti esistenti solo sulla carta, le solite chiacchiere che lasciano la sanità che trovano, pochi medici nei reparti più frequentati.

(l. pat.)



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