«Migliorare la vita dei diabetici
mettendo in rete le varie discipline»

MACERATA - E' stato l'argomento al centro di un convengo che si è svolto alla Filarmonica. Il dottor Brandoni: «Si tratta di un problema molto sentito e forse ancora sottovalutato, basti pensare come un paziente su tre sia diabetico senza sapere di esserlo»

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Gabriele Brandoni

 

di Luca Patrassi

Migliorare la qualità della vita dei pazienti con piede diabetico mettendo in rete le professionalità delle discipline che possono essere connesse. Se ne è parlato, evidenziando i risultati finora raggiunti appunto con l’interdisciplinarità, nel convegno medico svoltosi sabato scorso nella sede della Filarmonica: tema di interesse stante anche il particolare che la sala era piena di professionisti accorsi per ascoltare i contributi di esperti del calibro di Barbara Polenta, Marilena Giovagnetti, Francesco Logullo, Fabrizia Toscanella, Salvatore Alborino, Massimiliano Paolinelli, Samuela Lardelli, Michele Palazzesi e Francesca Borroni che hanno affrontato i diversi aspetti di una patologia in crescita nel mondo. Le Marche non fanno eccezione: sono 63mila i pazienti seguiti, il 12% dei quali è sotto le cure della struttura di Diabetologia di Macerata. Con i suoi ambulatori nel capoluogo, a Tolentino, San Severino e Recanati, oltre a quello di Loreto, e con i suoi 8.500 pazienti all’anno visitati, il centro di Macerata rimane il più grande dell’Asur insieme a quello dell’Inrca. «Si tratta di un problema molto sentito e forse ancora sottovalutato – dice il dottor Gabriele Brandoni, direttore dell’unità di Diabetologia e di Nutrizione Clinica dell’Ospedale di Macerata e responsabile scientifico del convegno-corso di specializzazione -, basti pensare come un paziente su tre sia diabetico senza sapere di esserlo e come, ogni giorno, si registrino 22mila nuovi casi. In pratica, nel mondo quotidianamente una città come Recanati diventa diabetica».

ospedale-macerata_foto-LB-5-650x365-1-325x183Decisiva la prevenzione. L’arrivo a Macerata del dottor Brandoni in questo senso ha avuto un impatto importante sulla rilevazione dei nuovi casi. Non solo, la collaborazione di tutte le altre specialità (Cardiologia, Oculistica, Ginecologia, Radiologia Interventistica, Nefrologia, Neurologia ed Oncologia) ha offerto la possibilità di effettuare nella stessa mattinata la visita oculistica, l’elettrocardiogramma e la visita diabetologica; oppure, per le donne in gravidanza, la visita ginecologica e quella diabetologica. «Questo ha consentito di ridurre di attesa per le prestazioni con un servizio migliore – ha osservato Brandoni -, aumentando la qualità della vita del paziente e diminuendo i costi per il sistema sanitario». Il diabete è considerata una malattia dell’età moderna. Il lockdown dovuto al Covid ha provocato l’aumento degli effetti negativi del diabeti causati da una scarsa mobilità: «Sintomatici sono i casi in aumento tra gli 11-13 anni di diabete di tipo 2 che in passato interessavano la fascia anagrafica più anziana – continua Brandoni -, rispetto al passato ci sono tuttavia gli strumenti per migliorare questa situazione grazie alla prevenzione e le tecniche più avanzate per intervenire in maniera sempre meno invasiva». Tra i presenti il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, la presidente della commissione Sanità e Politiche sociali della Regione Elena Leonardi e la dirigente dell’Av3 dell’Asur Daniela Corsi, direttrice generale che il dottor Brandoni ha tenuto a ringraziare per il sostegno dato alle attività del centro di Diabetologia.

 

 



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