«Unione montana
come un circolo privato»,
i sindaci tornano alla carica

CAMERINO - I primi cittadini di Castelsantangelo, Valfornace e Monte Cavallo rispondono all'Ente e al presidente Gentilucci: «Si chiede il rispetto delle regole e della democrazia»
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Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo

 


Battaglia per l’Unione montana, controrisposta dei sindaci di Castelsantangelo, Monte Cavallo e Valfornace al presidente Alessandro Gentilucci. I tre primi cittadini, qualche giorno fa, avevano lamentato il non accoglimento della loro richiesta di adesione all’Unione. In seguito, i sindaci di Fiastra, Pieve Torina e Serravalle, hanno controbattuto alle accuse dei tre Comuni, accusandoli di «minare l’autonomia di questa istituzione». La risposta delle amministrazioni di Castelsantagelo, Monte Cavallo e Valfornace è arrivata in una nota stampa congiunta.
«Dopo le improvvide repliche apparse sulla stampa – si legge nel comunicato -, ci vediamo costretti nostro malgrado a ulteriori precisazioni alle inesattezze dichiarate per dare una corretta informazione suffragata da oggettivi richiami e non da slogan precostituiti e d’effetto che evidenziano arroganza tanto da utilizzare epiteti forti quali “attacco cinico e sgarbato”. Il presidente Alessandro Gentilucci con inusuale tempestività risponde rimettendo al mittente l’omissione di atti d’ufficio e sulla mancata risposta, anziché limitarsi ad una semplice smentita di circostanza ha ritenuto opportuno chiamare a rispondere i sindaci che hanno aderito all’Unione montana. Sulla mancata risposta, anziché limitarsi ad una semplice smentita di circostanza ha ritenuto opportuno chiamare a rispondere i sindaci che hanno aderito all’Unione montana. Non sarebbe stato più che sufficiente pubblicare la risposta che afferma di averci inviato e che a noi non è mai pervenuta? Lo invitiamo a farlo quanto prima perché trattasi, come giustamente dice, di atti pubblici unitamente ai documenti con i quali ci venivano indicate le modalità di ingresso. Non le abbiamo mai ricevute. Continuare ad asserire che i sindaci che oggi scrivono avevano deciso di affossare l’Ente, non solo è stucchevole ma non risponde a verità. Premesso allora che il diritto di entrare a far parte di un’unione montana è proprio dell’ente che lo richiede senza che possano aver rilievo comportamenti e personalismi degli amministratori, le ragioni a suo tempo considerate sono note a tutti perché furono ampiamente illustrate e si riferivano agli esagerati compensi che percepiva il direttore generale tanto che, per ridurre i costi del personale, ma pur di mantenere tale figura, si è proceduto ad un “esodo forzato” dei dipendenti in organico che avevano esperienza e specifiche competenze compromettendo, inevitabilmente, l’operatività che l’Ente Montano garantiva sul territorio. L’appello di Gentilucci verso i sindaci che hanno “salvato” l’Unione montana a dare risposta alle “accuse” è stato accolto solo da due Comuni: Fiastra e Serravalle di Chienti. Fatta eccezione per il Comune di Ussita che è commissariato, all’appello ne mancano due e importanti».

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Massimo Citracca, sindaco di Valfornace

«Al collega di Fiastra – continuano i sindaci -, che si stupisce per le nostre affermazioni, dobbiamo ricordare che se non fosse stata modificata la legge regionale numero 35 del 2013 con la legge regionale numero 28 del 2014 in extremis, l’Unione montana non sarebbe mai nata perché su 13 Comuni solo sei erano disponibili alla sua costituzione. Una prova provata della totale inoperatività dell’attuale Unione Montana e quindi del suo fallimento di Ente sovracomunale, l’ha data proprio il Comune di Fiastra. Infatti, con un Atto di consiglio del marzo 2019 ha affidato all’Unione montana di San Severino la gestione associata delle funzioni relative alle entrate tributarie e di riscossione coattiva delle stesse e, nel marzo di quest’anno, con Atto di Giunta ha aderito alla Centrale unica di Committenza sempre dell’Unione montana di San Severino. Qualcuno direbbe: strano ma vero. Pur essendo sostenitore dell’attuale Giunta dell’Unione montana, e strenuo difensore dell’utilità della stessa per il territorio, per quale ragione si avvale per il proprio Comune di quella limitrofa? Il presidente Gentilucci, per nascondere i fatti e le verità, arriva addirittura a intravedere un’iniziativa «per minare l’autonomia di una istituzione quale l’Unione montana che si basa sulla adesione volontaria». Nulla di ciò caro presidente, tranquillo. La questione è molto più semplice. Si chiede il rispetto delle regole e della democrazia in quanto parliamo di Enti pubblici e non di società, o addirittura circoli privati».

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Pietro Cecoli, sindaco di Montecavallo

«Proprio ad un circolo privato – accusano i primi cittadini – sembra ispirata l’attuale gestione dell’Unione montana, sempre per dare una corretta informazione si richiama l’attenzione sullo statuto vigente. All’articolo 17 – elezione del presidente – il comma 1) recita: «Il presidente dell’Unione montana è eletto dal Consiglio, a maggioranza assoluta dei soli componenti che rappresentano i Comuni che hanno aderito fin dall’origine alla sua costituzione». Al mondo ci sono solo due organismi importanti che hanno questi limiti di democrazia: 1) l’Onu che con il diritto di veto di uno dei 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, ha la facoltà di impedire una deliberazione da parte della maggioranza dei componenti l’Assemblea; 2) l’Unione montana Marca di Camerino. Il riferimento volutamente esagerato, sta a significare che chi dovesse aderire oggi all’Unione montana o chi ha aderito dopo la sua costituzione come fece il Comune di Ussita, non può partecipare all’elezione del presidente che è riservato esclusivamente ai 5 Comuni “fondatori”. Strano senso della democrazia, ma ancora di più totale mancanza di sensibilità normativa, anche perché parliamo di un Ente pubblico sovracomunale. Giova ricordare che sull’elezione del presidente lo statuto originario prevedeva la partecipazione di tutti i Comuni. Con la delibera di consiglio numero 2 del 30 aprile 2015 lo statuto, come sopra riportato, è stato modificato. Questi sono i fatti documentati e non “chiacchiere”. Tutto ciò è stato segnalato, come già detto con il precedente comunicato, alle istituzioni competenti che devono vigilare, ma ad oggi ancora nulla è accaduto. Perdura una illegittimità che è “scritta” e abbiamo letto la dichiarazione virgolettata del presidente che afferma «non siamo ostativi verso nessuno»: per fortuna. Sulla inoperatività dell’Unione montana nulla è stato eccepito, anche perché sarebbe stata veramente una missione impossibile dire il contrario anche alla luce di quanto sopra descritto per il Comune di Fiastra. Da ultimo, abbiamo letto sul sito che il 26 giugno 2020 è stato convocato il Consiglio dell’Ente per il prossimo 23 luglio. (Il conto consuntivo doveva essere approvato entro il 30/06/2020) e solo allora potremo conoscere lo stato economico dell’Ente e delle società a cui partecipa. Una convocazione oltre la data perentoria è legittima a condizione che venga effettuata entro il termine ultimo ma, di norma, deve essere individuata una data entro la prima decade di luglio. Chissà se questa ulteriore dilazione nasconda qualcosa. Dopo oltre 16 mesi di attesa, la pazienza è finita. L’aver chiamato in causa da tempo le massime istituzioni regionali, aveva la finalità di rimuovere le illegittimità che perdurano da anni. Purtroppo ciò non si è verificato e ci vedremo costretti a segnalare questo inaccettabile comportamento nelle sedi giudiziarie».

 

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