Ingresso nell’Unione montana,
i sindaci rispondono:
«Attacco cinico e sgarbato»

LA POLEMICA - I primi cittadini di Fiastra, Pieve Torina e Serravalle controbattono alle accuse dei comuni di Castelsantangelo, Monte Cavallo e Valfornace in merito al non accoglimento della loro richiesta di adesione all'ente. Alessandro Gentilucci: «Qualcuno tenta di muovere i fili a livello regionale per minare l’autonomia di questa istituzione»

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Sauro Scaficchia, sindaco di Fiastra

 

È il sindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia, componente del consiglio dell’Unione montana ed ex presidente della Comunità montana Marca di Camerino, ad intervenire per primo sulla questione sollevata dai sindaci di Castelsantangelo, Monte Cavallo e Valfornace in merito al lamentato non accoglimento della loro richiesta di adesione all’Unione montana Marca di Camerino (leggi l’articolo). «Stupisce che ad eleggersi a paladini della democrazia rappresentativa siano personaggi che, all’epoca del passaggio dalla Comunità montana all’Unione, non portarono in discussione nei loro consigli comunali l’eventuale adesione al nuovo organismo. Ricordo infatti che dei 13 Comuni appartenenti alla Comunità montana soltanto sei decisero, nel dicembre del 2014, di fondare l’Unione montana. Certo, su base volontaria, e condividendo pertanto i principi di una governance condivisa del territorio. Furono reiterati i tentativi di convincere gli altri comuni, e quindi anche le realtà di Castelsantangelo, Monte Cavallo e Valfornace ed i rispettivi sindaci che, tra l’altro, oggi sono gli stessi di allora, ad entrare nell’Unione montana, ma ci fu un netto rifiuto. Ora riscoprono il valore della condivisione, ma lo fanno in modo sgarbato e strumentale, sia sul piano istituzionale che personale, ed è un comportamento inaccettabile dal mio punto di vista».

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Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina

Sulla stessa linea il presidente dell’Unione, Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, il quale denuncia «uno scenario più ampio di quel che appare, con qualcuno che tenta di muovere i fili a livello regionale per minare l’autonomia di una istituzione, qual è l’Unione montana, che si basa sull’adesione volontaria dei comuni, immaginando nuovi strumenti normativi che possano intaccare il principio di autonomia dell’Unione stessa. Sono certo che i soggetti chiamati in causa dai tre sindaci, ossia il governatore Ceriscioli e l’assessore regionale Sciapichetti, non si faranno coinvolgere in questa diatriba artatamente creata per mascherare un cinico attacco politico ad una parte, quella rappresentata dai Comuni che hanno dimostrato di avere un gradimento maggioritario in diverse sedi istituzionali, come dimostrato, da ultimo, nella scelta della presidenza dell’Ambito territoriale sociale. Questi comuni hanno costituito negli anni una rete di servizi, condividendo una visione del territorio, a cominciare dalla gestione delle acque e del sociale, cosa che invece i comuni dissenzienti non hanno fatto, ed ora questi rivendicano con arroganza e supponenza un posto che prima hanno rifiutato. Nel frattempo, abbiamo lavorato per rendere efficiente l’Unione montana riducendo le spese per il personale di oltre il 50%, e contenendo più in generale tutte le spese. Quando si chiede di entrare in un contesto già costituito in cui vigono delle regole – prosegue Gentilucci – lo si deve fare accettando quelle regole e non presentandosi con l’intenzione di sovvertirle perché significa non tener conto in alcun modo del lavoro sin qui svolto da chi li ha preceduti. Pertanto, pur rimanendo la disponibilità a valutare le richieste di adesione di nuovi comuni all’Unione montana, rivendichiamo, noi che ci siamo rimboccati le maniche sin dall’inizio per dare un futuro a questo organismo, di non essere trattati a pesci in faccia. Rinnovo l’invito ad aprire con loro un tavolo di confronto politico chiarificatore, per discutere di programmi e di proposte, non per modificare uno statuto democraticamente discusso e votato come invece loro hanno espressamente richiesto».

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Emiliano Nardi, sindaco di Serravalle


Anche il sindaco di Serravalle, Emiliano Nardi, componente del consiglio dell’Unione, rivendica il ruolo determinante di questa nella gestione del territorio,
«ed è per tale motivo che non vogliamo chiudere le porte a nuove richieste di adesione, basta però bussare con rispetto e condividere invece che dividere. Questo è lo spirito che è alla base dell’Unione e che tutti devono accettare». La delibera del consiglio dell’Unione del giugno 2019 richiamata da Gentilucci andava in questa direzione, concludendosi con la presa d’atto delle richieste di adesione dei Comuni di Castelsantangelo sul Nera, Monte Cavallo e Valfornace e dichiarando la disponibilità dell’Unione ad aprire un tavolo di confronto politico con i richiedenti. «Noi siamo a disposizione – chiosa Nardi – ma, ripeto, deve esserci prima di tutto il rispetto di chi fino a qui si è fatto carico della gestione del territorio assumendosi oneri e responsabilità».

«Ingresso nell’Unione Montana, la nostra richiesta resta inascoltata»

 



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