di Laura Boccanera
«Finché non c’è un protocollo ragioniamo tra di noi e basta. Ma non ci saranno rincari sugli ombrelloni, tanti hanno già chiamato per confermare». Dall’inizio della settimana i concessionari di spiaggia hanno fatto rientro negli chalet. Piccole manutenzioni e pulizia dell’arenile per prepararsi alla riapertura. Ma senza alcuna certezza.
Dopo le prime riunioni si attende per questo fine settimana la presentazione del protocollo che stabilirà i criteri minimi indispensabili per garantire misure di sicurezza all’interno degli chalet. Gli interrogativi posti dalla categoria alla politica sono molteplici: oltre alla distanza di sicurezza degli ombrelloni (tramontata completamente l’ipotesi del plexiglass) a preoccupare sono quelle misure che potrebbero generare costi ulteriori come sanificazioni, obbligo di mascherine e anche la responsabilità civile e penale del controllo. Tutti interrogativi a cui si sommano anche quelli delle amministrazioni, ad esempio per la gestione delle spiagge libere, e poi il bagno è consentito? E i giochi per i bambini? «Formuliamo ipotesi, facciamo verifiche, chiediamo e ci confrontiamo fra noi – spiega Mara Petrelli, presidente provinciale Abat – ma finché non abbiamo un protocollo con informazioni chiare e precise molti di noi non riescono neanche a valutare se vale la pena riaprire la spiaggia oppure no. Il distanziamento degli ombrelloni provocherà una riduzione degli introiti e per chi ha poca spiaggia potrebbe essere antieconomico. Per cui molti stanno pensando magari di fare solo ristorazione con tavoli in spiaggia, o viceversa, togliere spazio al ristorante e darlo alla spiaggia. Ma andiamo ancora alla cieca.
E poi ci sono varie problematiche collaterali, quella occupazionale ad esempio, ma anche di responsabilità civile e penale. E poi c’è il tema dei prezzi. Io dico che vanno mantenuti come gli anni passati, non si può aumentare in questo periodo anche se abbiamo costi maggiori. Speriamo ovviamente che il Comune e lo Stato ci vengano incontro. Abbiamo clienti che sono con noi da sempre, non possiamo tirarci indietro, chiediamo una mano anche nella promozione. Quest’anno l’accoglienza sarà tanto più gradita quanto più legata alla sicurezza e all’attenzione ai dettagli come igienizzazione e mascherine, ma la spiaggia deve rimanere spiaggia, non è un ospedale».
«Il Veneto mi pare abbia già deliberato il protocollo – spiega Marusia Ciavattini, dello chalet Il Veneziano sul lungomare nord di Civitanova – noi siamo in attesa. Abbiamo iniziato a lavorare, ma non nego con una certa inquietudine. Anche perché non c’è la certezza sulle date: se dal 4 maggio si potrà uscire e le spiagge sono pronte, non è giusto che sia io concessionario di spiaggia a fare il controllore. Però nonostante il periodo ho ricevuto tantissime chiamate di gente che conferma l’ombrellone e prenota.
Per noi il distanziamento produrrà una riduzione di ombrelloni del 40% circa e sarà difficile mantenere gli spazi per i giornalieri. Suppongo che alla paura molti non potranno tornare in spiaggia con l’ombrellone stagionale anche per ragioni economiche. Sarà una stagione di servizio alla popolazione e poco altro». C’è chi invece già il 29 febbraio aveva aperto ed è rimasto con gli ordini in frigorifero e con lo chalet chiuso. Daniele Ercoli di Caracoles sul lungomare sud di Civitanova è stato però tra i primi a riorganizzarsi e suo malgrado è diventato abile coi social network e ha riorganizzato il ristorante a domicilio, uno dei primi a farlo. «Avevamo fatto ordini e assunzioni per iniziare la stagione – racconta Daniele Ercoli – e i decreti mi hanno letteralmente invaso e bloccato. Lo chalet è abbastanza in ordine, dovremo risistemare la spiaggia, ma della fase 2 non si sa ancora niente. La situazione però non è bella, è chiaro che più che il guadagno, quest’anno si dovrà dare sicurezza al cliente».
La stessa situazione si ritrova a Porto Potenza dove ieri i concessionari di spiaggia hanno richiesto un incontro col sindaco Noemi Tartabini. «Sabato scorso abbiamo iniziato a sistemare – dice Marco Cecchetti dello chalet Barracuda – ancora non sappiamo cosa fare, sicuro non potremo fare serate e ci limiteremo a spiaggia e ristorante. Per il distanziamento io per fortuna non ho problemi. I miei ombrelloni erano già a 3 metri di distanza l’uno dall’altro, ma è sicuro che non si riuscirà a fare una stagione decente».
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