Turisti in piazza della Libertà, a Macerata
«Nel primo semestre 2020 per la filiera del turismo nel nostro Paese si stima una perdita complessiva di 41 miliardi di euro. Nella nostra regione il turismo ha un’incidenza sull’economia e sul Pil del 10 – 11%, che equivale per la provincia di Macerata a circa 800 milioni di euro di reddito a rischio». E’ quanto prevede uno studio realizzato da Cna, sull’impatto che l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Coronavirus ha e avrà sull’intero settore del turismo.
Luciano Ramadori, direttore Cna Macerata
«Negli ultimi anni nella nostra regione – ricorda l’associazione – sono stati ingenti gli investimenti fatti nel turismo, sia da parte pubblica che dei soggetti privati del settore. Sembra passato un secolo ma solo qualche mese fa il campione Vincenzo Nibali invitava tutti a venire nelle Marche, tra una canzone di Sanremo e l’altra, in prima serata su Rai Uno. Nel cluster del Bike e nella promozione del Turismo Outdoor, in un solo anno, la Regione Marche ha complessivamente investito oltre 50 milioni di euro. Queste ingenti risorse sono servite, ed in parte hanno anche funzionato, per risalire la china delle presenze turistiche letteralmente abbattute dai terremoti del biennio 2016/2017, quando il dato degli arrivi è arrivato a segnare – 70% nelle zone del Cratere e -50% nelle aree più lontane. In pratica, si è puntato tutto o quasi sul turismo per rilanciare queste aree e la scelta strategica del rilancio in chiave turistica aveva dato i suoi frutti già dall’anno scorso. Da gennaio ad ottobre del 2019, nella sola provincia di Macerata, si sono registrate oltre un milione e mezzo di presenze: un abbondante incremento del 7% a livello provinciale e del 16,5% nei paesi del Cratere sismico. Un’ottima performance che avrebbe dovuto consolidarsi nel 2020 ma come sappiamo l’esplosione dell’emergenza sanitaria ha colpito il settore turistico più di altri. I danni sin qui registrati sono enormi e aumenteranno a macchia d’olio nei prossimi mesi». Ed qui che entra in gioco lo studio della Cna. «Nel primo semestre la perdita più consistente riguarderà il settore della ricettività (-13 miliardi di euro) ma il crollo del fatturato investirà in ogni caso tutta la filiera – spiega l’associazione – il turismo balneare (- 18,4 miliardi di euro), la ristorazione (- 6,9 mld), lo shopping turistico (-6,1 mld di euro), i trasporti turistici gestiti da imprese private (-6,7 mld di euro), le agenzie di viaggio con (-2 mld di euro), la cultura (-2,7 mld di euro) e le escursioni e il turismo esperienziale (- 3 mld di euro)». Per questo Cna propone di prevedere subito «misure eccezionali per fronteggiare la crisi di questo settore che rischia di far chiudere nella nostra provincia centinaia di piccole imprese. Quando la situazione emergenziale in atto si sarà stabilizzata (si spera di non dover saltare anche i mesi di giugno e luglio altrimenti la stagione sarà definitivamente compromessa) – continua l’associazione – è verosimile ipotizzare che la domanda turistica sarà alimentata soprattutto dai cittadini italiani e sarà rivolta a un turismo prettamente domestico. In questo contesto l’introduzione di un bonus vacanze per le famiglie italiane, utilizzabile in Italia e spendibile in tutte le attività legate alla filiera turistica potrebbe rappresentare un primo volano importante per far ripartire la spesa turistica. Oltre a misure immediate di sostegno economico per imprese, famiglie e lavoratori del settore, è fondamentale mettere in campo un sistema di aiuti pubblici per favorire il riposizionamento, l’innovazione e la specializzazione delle imprese nella filiera turistica». Tra questi, secondo Cna priorità deve esser data: «A un progetto di promozione del turismo italiano all’estero per riconquistare i mercati perduti; incentivi per il miglioramento del livello dell’offerta turistica con la riqualificazione delle strutture e dell’accoglienza; servizi reali di affiancamento capaci di guidare le progettualità verso nuovi mercati e nuove tendenze; riduzione della pressione fiscale e contributiva. È fondamentale implementare le politiche turistiche dei territori per dare risalto alle specialità identitarie locali, incoraggiando la promozione e l’artigianato di qualità, soprattutto se finalizzati ai percorsi del gusto, dei saperi e della tradizione, pezzi forti dell’offerta turistica maceratese».
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