La nuova sede della Colma che si sarebbe dovuta inaugurare a breve
di Alessandra Pierini
Insufficienti investimenti e mancanza di autosufficienza sono i grandi problemi della sanità italiana secondo Daniele Sparvoli, socio fondatore e amministratore della Colma, azienda di Tolentino che da 25 anni opera nel settore dei dispositivi medicali innovativi e che attualmente distribuisce ecografi palmari ai centri Covid delle Marche. « La nostra è un’azienda silenziosa, sconosciute al grande pubblico – sottolinea – che si distingue però per la specificità e capacità di anticipare le esigenze del proprio mercato di riferimento».
E’ accaduto ad esempio con l’ecografia palmare attraverso il dispositivo Vscan che si sta rivelando decisivo nel controllo dei pazienti affetti da coronavirus, un dispositivo dalle piccole dimensioni ma dalle grandi capacità diagnostiche che tutti i centri Covid 19 hanno adottato per i controlli cardio-polmonari sul letto del paziente e che sarà ora decisivo anche nelle diagnosi domiciliari.
«In Italia abbiamo un’ottima sanità – spiega Sparvoli che in passato ha anche rivestito il ruolo di presidente del Cosmari – questo è dovuto alla capacità dei nostri medici e infermieri che sopperiscono a un vulnus. Solo l’8,8% del Pil italiano è destinato alla salute, la media europea è del 9,9%, la Francia addirittura è a quota 11,5%. Sono miliardi di differenza. Hanno chiuso ospedali piccoli senza modernizzare le strutture e ampliare quelli esistenti. E’ chiaro che in un’emergenza come quella che stiamo vivendo, se il lenzuolo è corto, le rianimazioni non bastano. Sono 30 anni che la situazione è questa e nessun governo ci ha mai messo una pezza».
Daniele Sparvoli
Sparvoli sottolinea anche la trasformazione dell’industria della salute: «Negli ultimi anni le aziende più importanti hanno chiuso o sono passate in mano agli americani. Questo ci rende non autosufficienti, il settore non è stato tutelato. Quindi in emergenza devi per forza chiedere a Trump, se vogliamo sintetizzare la situazione. Finito tutto questo, mi auguro che saranno affrontati questi temi. I nostri medici sono i migliori al mondo ma hanno bisogno di strutture e tecnologia all’avanguardia».
La Colma fornisce dispositivi medici per uso ospedaliero, quei dispositivi che grazie al loro standard qualitativo ma soprattutto grazie alle loro caratteristiche innovative consentono al personale medico di migliorare la vita delle persone malate ed in alcuni casi di salvarla.
L’ablazione dei tumori epatici attraverso le microonde, piuttosto che il trattamento dell’enfisema polmonare con il vapore od anche le terapie laser per le procedure non invasive dell’ipertrofia prostatica, della calcolosi renale e del comparto ginecologico sono i temi che Colma correntemente affronta con il mondo ospedaliero e per i quali sempre più sta diventando azienda di riferimento.
L’azienda stava terminando la realizzazione della nuova sede a Tolentino, un manufatto dalle caratteristiche strutturali ed architettoniche che non passano inosservate dalle nostre parti e che ospiterà la prima sono-room ecografica del Centro Italia ed il cuore di una nuova attività di ricerca e sviluppo in ambito chirurgico. «Un mese fa il virus ha però interrotto l’ultima fase dei lavori – racconta Sparvoli – ed ora siamo fermi, pronti però a ripartire con maggiore grinta ed entusiasmo, valori imprescindibili che da sempre caratterizzano la nostra azienda».
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Confermo. Non sapevo ci fosse un’azienda che produce tali dispositivi a Tolentino. Da medico che li utilizza posso dire che sono uno strumento fondamentale (riguardo al Covid sonde lineari per eco-torace ma le applicazioni sono svariate) e la portabilità è ciò che rappresenta il futuro per queste attrezzature. Buono a sapersi.
Sono pienamente d’accordo con Andrea Sparvoli. La chiusura di ospedali non è stata preceduta o in contemporanea con una moderna ristrutturazione (spesso si è trattato di un rattoppo) degli ospedali esistenti o comunque, sarebbe stato meglio, di costruzione di nuovi ospedali come in Toscana e in altre regioni. Anche l’Azienda Ospedaliera Marche Nord ancora non ha un unico ospedale veramente moderno e soprattutto concorrenziale (vedi mobilità passiva).
Gli ospedali periferici no dovrebbero essere soppressi,ma dovrebbero essere utilizzati H 24 per l’assistenza primaria come ospedali di comunità e case ti salute. Anche e soprattutto a livello periferico dovrebbe essere sviluppata la telemedicina per un monitoraggio di alcune situazioni acute e delle croniche trattabili a domicilio con dati afferenti il medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta o al cento specialistico (es diabetologico, nefrologico, pneumologico, ecc,)