«Non ci sono più le condizioni per lavorare con serenità e sicurezza». Il presidente interprovinciale di Confartigianato Trasporti, Emanuele Pepa, denuncia e lancia un grido d’allarme per la situazione che si è venuta a creare a seguito del decreto del 9 marzo 2020 volto a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, che ha esteso a tutto il territorio nazionale le misure previste all’articolo 1 del decreto del presidente del Consiglio.
«E’ arrivato il momento di fermarsi come autotrasportatori – dichiara Pepa – meglio ancora se il fermo riguardasse tutta l’Italia, ovviamente relativamente alle attività che non determinerebbero caos distributivi nella catena alimentare e nella farmaceutica. Alcune aziende addirittura non fanno né caricare, né scaricare autotrasportatori provenienti da particolari zone». Pepa spiega come nei luoghi di transito i trasportatori «vengano trattati come ‘contagiati’ e quindi pericolosi, i clienti, a ragione o meno, hanno troppa paura e sono sempre più diffidenti. Inoltre, con la chiusura alle 18 delle attività di ristorazione come trattorie, ristoranti o autogrill, non abbiamo più la possibilità di utilizzare servizi igienici, di farci una doccia o di consumare un pasto caldo durante le nostre percorrenze».
Aggiunge Pepa: «Quello che è più importante ora in considerazione del numero elevato di decessi già registrati, è il rispetto e la salvaguardia della nostra salute, dei nostri dipendenti e delle rispettive famiglie. E’ una decisione difficile e se vogliamo coraggiosa che sappiamo avere grandi ripercussioni in particolar modo sotto l’aspetto economico, ma in questo momento dobbiamo tutelare la salute e la vita. Ne va della nostra coscienza».
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