I cinque sacerdoti alla Basilica di San Pietro
di Elisabetta Pugliese
Don Luigi Taliani e il vescovo in pensione Renzo Fratini, in occasione del 50esimo anniversario della loro ordinazione presbiterale, hanno concelebrato con Papa Francesco alla messa delle 7 di ieri a Santa Marta, accompagnati da altri tre sacerdoti, don Alberto Forconi, don Renato Buccolini e don Egidio Tittarelli. Oltre ad aver visitato la Basilica di San Pietro, soffermandosi sulle tombe dei papi, i cinque hanno avuto anche la possibilità di incontrare personalmente il Santo Padre, subito dopo la celebrazione eucaristica.
Don Luigi Taliani incontra Papa Francesco
Don Luigi Taliani, ordinato il 27 settembre del 1969, responsabile dell’Ufficio comunicazione della diocesi, ha raccontato lo svolgimento della giornata: «Ci siamo recati a Roma in cinque; questa opportunità non era scontata, perché attualmente il Santo Padre desidera dare la precedenza a movimenti, associazioni e parrocchie della sua diocesi. È necessario prenotarsi – ha spiegato – perché Santa Marta può ospitare un numero di persone ridotto; per questo, gli accessi vengono controllati scrupolosamente. È stata una grazia grandissima». Taliani ha continuato sottolineando le sue emozioni nella visita a Papa Francesco: «Subito dopo la celebrazione ho avuto l’occasione di incontrare il Pontefice – ha affermato – gli ho regalato il ricordino dei miei 50 anni di sacerdozio. Mi ha dato del tu, mi ha detto “Grazie per il tuo servizio, ti ringrazio tanto”. È stato emozionante».
Don Egidio Tittarelli incontra Papa Francesco
Anche don Egidio Tittarelli, attuale parroco della chiesa del Buon Pastore di Macerata, ha voluto esprimere le sue sensazioni in merito all’incontro: «È stato un incontro particolarmente bello e significativo. Quello che posso dire è che abbiamo visto un Papa con una bella umanità, che vive con grande sobrietà e semplicità, sia nei gesti, che nelle celebrazioni e negli incontri. Si vede chiaramente che è totalmente immerso in Dio – ha continuato – è un uomo di grande fede». Tittarelli ha concluso spiegando la sua meraviglia nel ricevere la riconoscenza del Santo Padre: «Mi hanno molto sorpreso le sue parole – ha affermato – ci ha ringraziato per tutto quello che facciamo. Ha espresso un’enorme gratitudine per il nostro piccolo servizio. È bello che il Papa ci abbia incoraggiato in questo modo».
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Una grande emozione! Un caro saluto a don Luigi e a don Egidio.
Tutto nella conversazione si riduce a dire agli altri che non si è arrabbiati con loro… a volte, se i due interlocutori hanno voglia di ascoltare con attenzione, è possibile far qualcosa di più che non scambiarsi saluti e auguri… ma tra preti è molto raro…
Bergoglio ha concelebrato con l’arcivescovo Renzo Fratini (nunzio apostolico in Spagna fino ai primi di luglio, quando presentò al papa la rinuncia per raggiunti limiti di età) a due settimane dal trasferimento della salma di Francisco Franco dal Valle de los Caidos, voluto a tutti i costi dal governo socialista. Un evento che proprio Fratini, pochi giorni prima della fine del suo incarico, aveva fortemente criticato in modo tutt’altro che diplomatico nel corso di una clamorosa intervista, affermando tra l’altro: “Io dico che l’hanno risuscitato; lasciarlo in pace era meglio; ha fatto ciò che ha fatto, lo giudicherà il Cielo. Non aiuta a vivere meglio ricordare ciò che ha provocato una guerra civile”. Il governo di Pedro Sanchez reagì malissimo (la vicepremier Carmen Calvo usò toni quasi minacciosi), in Vaticano scoppiò un putiferio e arrivò infine un comunicato ufficiale di Roma che smentì e ridimensionò le dichiarazioni del nunzio, rimandando alle posizioni e al ruolo del segretario di Stato Parolin e della Conferenza episcopale spagnola. Dopo le ultime elezioni con l’exploit di Vox, le parole di Fratini vanno rilette recuperandone il senso e l’intenzione: volete ridimensionare Franco ma ne incentivate la nostalgia… Resta controverso, e non solo sul piano storiografico, il tema del ruolo della memoria della guerra civile nel presente della nazione spagnola (e su questo le parole di Fratini, quelle parole non il suo pensiero o i suoi atti, potevano prestarsi a una legittima critica o comunque ad un dibattito), mentre il legame tra Franco e la Chiesa cattolica è riapparso scenograficamente in quella cerimonia religiosa dello scorso 24 ottobre per la nuova tumulazione del Caudillo nel cimitero di Mingorrubio celebrata nientemeno che da Ramòn Tejero, parroco a Malaga, figlio del famoso colonnello Tejero (quello che irruppe con la pistola in parlamento), e da Santiago Cantèra, priore del Valle de los Caidos ed ex falangista.
Leggere Mt 16,18 ed ancora Mt 24,35 dal Vangelo di Gesù il Cristo! Amici cari: questa è la fede! Tutto il resto solo “parole, parole, parole…come canta Mina…chi ha orecchi per intendere intenda…