Paolo Micozzi
«Non c’è un pensiero unico dentro al Pd». A dirlo è Paolo Micozzi, consigliere comunale e provinciale democrat di Macerata che esprime solidarietà all’avvocato Giuseppe Bommarito dopo la pubblicazione del giornalino “Pensare Democratico” in cui è apparso l’editoriale che lo colpiva sul piano personale.
«Il titolo “Pensare democratico” – scrive Micozzi – già lascia intendere la volontà di garantire il diritto di manifestazione del pensiero attraverso un organo di stampa il cui compito principale è quello di “riportare il confronto politico, pur con le sue asprezze e le sue polemiche, nel solco della correttezza” (cfr. numero 1, prima pagina del giornale). Obiettivo che per la vicenda dell’Avv. Bommarito è stato ampiamente disatteso.
Ma al di là di questo aspetto non bisogna dimenticare che all’interno del Partito Democratico troviamo donne e uomini con sensibilità politiche diverse; tutti sappiamo che il percorso di formazione, che si è concluso nel 2007, è stato preceduto prima ancora dalla nascita della Margherita che a sua volta aveva riunito altre formazioni politiche (Partito Popolare, Lista Dini, Democratici ed in un primo momento anche l’Udeur e poi dall’unione della stessa con i Ds. E’ naturale quindi che questa variegata composizione, che io considero una ricchezza purché si operi una sintesi, implichi necessariamente che non vi sia un “pensiero unico”. Per unire è necessario distinguere; dialogo, diversità e distinzione sono fondamentali per il confronto democratico».
Diversità che non giustifica però quanto apparso nel giornalino: «Tutto ciò per dire – continua Micozzi – che è sbagliato ricondurre il pensiero di chi esprime una idea (in questo caso a mio avviso sbagliata) all’intero Partito Democratico.E queste mie brevi considerazioni trovano anche spazio nel dibattito consiliare dove capita di esprimere posizioni diverse anche tra appartenenti al Pd.
Così è successo per la delibera sull’ex Park si e, recentemente, per la brochure di fine mandato. Ritengo anche a titolo personale che sia stato un errore querelare l’avvocato Bommarito, così come lo è stato creare quella antipatica, ancorché brevissima, discussione con i vertici dell’Associazione Tennis. Anche in ordine alla vicenda cannabis esprimo piena fiducia al Questore Pignataro per il lavoro che ha svolto e sta svolgendo e concludo con un suggerimento: per evitare confusione firmiamo (come peraltro spessissimo accade) gli articoli su Pensare Democratico».
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Il giornalino è del Pd e se non avesse insultato chi non c’entrava per niente con il Partito forse avrebbe fatto bene. Casomai avrebbe dovuto farlo con tutte le centinaia di persone che nei social, nei bar, in strada dicono la loro come la diceva e pure somigliante l’insultato in modo infamante. Ma qui però si è parlato di un grande stratega. E se avesse scritto quel che ha scritto magari per vedere se qualcuno dissentendo subito veniva immediatamente estraniato dalla lotta perché figlio de m…. ??? Chiaramente le scuse tardive sono state studiate a tavolino ed hanno peggiorato non il Pd ma le persone che hanno trovato il coraggio di dissentire dopo averne studiato i modi migliori per farlo, in maniera complementare come uomini, perfettamente in linea con il Pd che sta sempre dalla parte della ragione anche quando perde in una sola elezione sette od otto milioni di elettori dando la colpa agli altri ma non magari all’unico colpevole, il Renzi . Costui dopo le vicende ultime innescate dal Salvini ha ripreso fiato. Salvini, appena richiamato all’ordine ha chiamato subito la crisi di governo e adesso fa sparate sul subito al voto sapendo benissimo che lui non sarà mai il premier di nessuno ma solo di chi gli dice: ” Aho, non esagerare ricordati che sei sì della Lega ma la Lega, lo dice la parola è composta da legati e dove certo oggi sei tu il rappresentante ma domani possiamo già deciderlo stasera”.
I pensieri sono tanti, ma alcuni sono poco commendevoli. Forse è bene che siano pochi ma buoni.