Antonio Pettinari
Il progetto di area di crisi industriale complessa nel territorio di Macerata e Fermo prende forma. Ieri la prima riunione nella sede del ministero dello Sviluppo economico (Mise), dove si sono riuniti Regione, presidenti di provincia (Antonio Pettinari per Macerata e Moira Nanigola per Fermo), tecnici di Invitalia, Anpal e il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Un progetto che nei mesi scorsi aveva fatto discutere animatamente per alcuni Comuni che ne erano rimasti esclusi ma che ora sta procedendo. «La riunione – riferisce Pettinari – ha rappresentato un momento di condivisione delle azioni necessarie da intraprendere. Sono diversi i punti di convergenza ritenuti da tutti i componenti come essenziali. In particolare tutti si sono trovati concordi nel ritenere essenziale la tempistica delle azioni da intraprendere. E’ stato detto che si lavorerà in maniera serrata per far partire le procedure entro la fine del 2019». Pettinari ha anche ricordato quanto il sisma abbia pesato sulla crisi già in atto. «La struttura produttiva del comparto in esame – ha spiegato Pettinari – è costituita in gran parte da piccole imprese artigiane che hanno assoluto bisogno del supporto delle associazioni di categoria per poter usufruire delle misure che verranno poste in essere. Imprescindibile, quindi il coinvolgimento delle associazioni come pure ritengo efficace il supporto scentifico delle università presenti nel maceratese. Per rendere credibile un piano di sviluppo e di rinascita di un terriorio non si può assolutamente trascurare un serio adeguamento della rete viaria». Dalla discussione è emerso inoltre la necessità di innovare i procedimenti nell’applicazione della legge riguardante il rilancio delle aree industriali colpite da crisi in modo da coinvolgere maggiormente le imprese.
Il vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial ha sottolineato la volontà di adeguare la normativa in essere alla specificità del tessuto economico del territorio fermano-maceratese fatto di piccole e medie imprese e nello specifico ha esternato l’intenzione di voler abbassare la soglia di investimento e di rendere ammissibili i contratti di rete (aggregazione di imprese). Ha inoltre assicurato la possibilità di procedere ad un ampliamento della tipologia delle spese ammesse nei piani di investimento da parte delle aziende partecipanti. Un aspetto importante è stato poi evidenziato dalla necessità di prevedere una corsia preferenziale per le politiche volte all’assorbimento del personale in esubero. Ulteriori aspetti sono stati presi in considerazione grazie alle sollecitazioni della presidente Canigola, che ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di prevedere per il territorio ammortizzatori sociali in deroga, sull’esigenza di adeguare le infrastrutture viarie che vedono alcune strozzature del sistema incidere fortemente sullo sviluppo dell’area. Si è soffermata inoltre sulla necessità di rendere più snello ogni passaggio procedurale tenendo conto del lavoro svolto e portato avanti dal Tavolo di sviluppo che ha prodotto informazioni importanti certamente utili per abbreviare le varie fasi. Tutte queste considerazioni sono state approfondite dal Comitato di coordinamento che si è dato appuntamento a fine giugno.
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Presidente Pettinari mi meraviglio del suo accorato interessamento alla crisi del settore calzaturiero, forse è per il fatto che, come ho notato nelle sue dichiarazioni,bisogna fare “STRADE” e allora si è accesa la lampadina (diavolo di un politico). Non riesco a capire il fatto che appena “gli scarpà” non esportano più si apre la crisi, che gli italiani vanno scalzi? ho forse se non esportano non riescono più a fare i loro giochini economici? Sta di fatto che l’edilizia è andata in crisi per 10 anni e passa e che se non ci avesse pensato il Padre Eterno ancora era crisi e nessuno,dico nessuno, a mai alzato un dito.Poi tutto questo coinvolgimento delle associazioni di categoria, caro Pettinari, stiamoci attenti perchè è da vedere se veramente fanno gli interessi delle PICCOLE imprese.
l unico modo per fare rinascere le calzature o borse e’ quello di cacciare i cinesi che ci hanno portato via il lavoro non pagano iva non pagano le tasse e o contributi che non sanno cosa vuol dire INPS o Agenzia delle Entrate pagano solo in contanti con carte da 500.
Ditelo al presidente fantasma della provi fantasma di macerata al baffone
Ma adesso con giggino di Maio che ha aperto alla via della seta e i cinesi che ci hanno prestato i soldi per ridurre il nostro debito
E TUTTO VANO¡!!!!??????!!!!?!?!
Forse di “strada” si riferiva a coloro che devono tornare in Italia, esattamente la stessa strada di tanti anni fa ma in senso inverso,a buon intenditore poche parole.