Quella carezza bianca lasciata dalla neve nel suo passaggio ha creato ancora una volta panorami unici in provincia. Un mondo che si trasforma grazie a qualche centimetro di neve che se da una parte crea disagi, dall’altra sa riempire l’anima e far riflettere perché basta così poco perché le cose che vediamo ormai senza accorgercene diventino spettacolo da scoprire.
E così, per partire dal cuore culturale della provincia, una renna fatta di fili di luce, posta sulla rotatoria di fronte allo Sferisterio, sembra adesso spuntare dalle steppe artiche. San Severino con il castello che sbuca nel mezzo di un cielo stinto di giallo e di grigi sembra tra i pini appesantiti dalla neve, un borgo nel mezzo d’una foresta austriaca. C’è poi un mondo di omini di neve come quello comparso questa mattina davanti al dipartimento di Matematica dell’università. E ancora Macerata con la punta della torre che sfuma in un cielo nebbioso. Treia in notturna con la piazza centrale avvolta in una atmosfera magica, tratteggiata dalle sfere illuminate con le auto ricoperte di bianco e i solchi delle ruote. E poi Visso che sembra sbucare da un quadro che ritrae antiche torri nel cuore della Foresta nera, Colmurano dove un immenso pino appesantito dalla neve sembra un mostro che sbuca nel mezzo delle case e che, spaventoso, osserva l’abitato. Ad Apiro invece un viale alberato ricoperto di neve trasforma una passeggiata nell’immergersi in un paesaggio dove ti aspetteresti d’incontrare elfi e gnomi.
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Le corna di qualcuno che dico io, vicino alle Sae o alle stalle, non sono gioiosamente spuntate?