di Gianluca Ginella
Strage di Milano, ridotta a 30 anni la condanna per Giuseppe Pellicanò, riconosciuta la capacità di intendere e volere. Oggi è stata decisa la sentenza dalla Corte d’appello di Milano. In precedenza l’uomo, un pubblicitario di 53 anni, era stato condannato all’ergastolo. Confermate invece le provvisionali per i famigliari delle vittime.
Pellicanò il 12 giugno 2016 aveva aperto il gas del suo appartamento allo scopo, secondo l’accusa, di uccidere la moglie. Oltre alla donna, Micaela Masella, erano però morti anche due ragazzi della provincia di Macerata: Chiara Magnamassa, 28 anni di Monte San Giusto, e Riccardo Maglianesi, 28, di Morrovalle, due fidanzati che si erano trasferiti a Milano per inseguire i loro sogni. La Corte d’appello ha stabilito anche 350mila euro di provvisionale a ciascuno dei genitori di Chiara e Riccardo (sommando, 1 milione e 400mila euro). 160mila euro al fratello di Chiara. Somme che sono rimaste inalterate rispetto alla sentenza di primo grado. Ad assistere i genitori dei ragazzi e il fratello l’avvocato Valeria Attili, che ha espresso soddisfazione per la sentenza. Parte civile anche le figlie di Pellicanò e Masella, tutelate dal legale Antonella Calcaterra.
«Finalmente è terminato questo estenuante processo che vede Pellicanò condannato a 30 anni e ritenuto capace di intendere e volere – scrivono i famigliari di Chiara e Riccardo –. Per noi va bene così, accettiamo questa sentenza. Vogliamo però sottolineare che il protagonista principale di questa assurda vicenda, che ci vede coinvolti in prima persona, è “il dolore”. Dolore devastante come l’esplosione causata da Pellicano, dolore che scava l’anima, che corrode, che ci avvolge, che ci accompagna. Non vogliamo rimanere schiacciati da questa realtà, non vogliamo rimanere inchiodati in questa disperazione. È per questo che camminiamo e attraversiamo questo dolore, uniti a testa alta. Non trasformiamo Riccardo e Chiara nel motivo della nostra disperazione ma una cosa bella per cui vale la pena andare avanti. In fondo al nostro cuore sappiamo che non può finire così – dicono ancora –, non ci si rassegna ad un finale così. Per questo ci mettiamo in viaggio insieme e consideriamo Riccardo e Chiara come una promessa, come una cosa bella per cui vale la pena vivere. In fondo al cuore sappiamo che non possiamo perdere chi amiamo. Chiara e Riccardo ci verranno restituiti e questa volta sarà per sempre». Questo il messaggio Dei genitori di Riccardo (Francesca Quagliatini e Giorgio Maglianesi) e dei genitori e del fratello di Chiara (Clara Zamponi, Luciano Magnamassa e Alessandro Magnamassa). «A nostro giudizio la sentenza è equilibrata, la capacità di intendere e volere è confermata, le provvisionali importanti e i risarcimenti anche. Attendiamo di leggere le motivazioni tra 90 giorni per dare un giudizio più approfondito» dice l’avvocato Attili.
I fatti risalgono al 12 giugno 2016, una domenica. Alle 8,45 del mattino una tremenda esplosione aveva sventrato l’appartamento dove abitavano Giuseppe Pellicanò, la moglie Micaela Masella, e le loro due bambine. Devastata anche la casa di fianco, dove vivevano Chiara e Riccardo. Le indagini avevano poi accertato che a generare l’esplosione era stato Pellicanò, che aveva l’obiettivo di uccidere la moglie che lo stava lasciando per andare a vivere con un altro uomo. L’esplosione aveva causato anche il ferimento di tredici persone, tra cui le figlie di Pellicanò. L’uomo nei giorni scorsi aveva tentato il suicidio in carcere assumendo farmaci (leggi l’articolo).
(Servizio aggiornato alle 19)
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