di Giancarlo Liuti
Il mondo attuale non propone imprese di cui vantarsi e quasi tutti gli esseri umani si rassegnano al grigio “tran-tran” del tirare a campare. E la speranza di un futuro migliore? C’è soltanto nelle fiabe che narriamo ai nostri bambini per fargli prendere sonno.
Però attenzione: le recenti vicende di Macerata, quelle della povera Pamela, del feroce nigeriano Oseghale e del filonazista Traini han fatto sì che il nome di questa città sia ripetutamente comparso negli organi d’informazione non solo italiani ma di tutta Europa e anche negli Stati Uniti, la qual cosa ha reso questa città molto più nota di prima su scala internazionale. Per ragioni poco edificanti, d’accordo. Ma oggigiorno, a prescindere dalla qualità estetica ed etica degli eventi, è soprattutto la loro fama ad accrescere anche l’attenzione mediatica del luogo nel quale si sono verificati. Con ciò non intendo dire che Macerata debba essere felice delle brutte cose capitate nel proprio territorio, ma un fatto, oggigiorno, è sicuro, ossia che a causa di tali vicende la nostra amata città è diventata più conosciuta, importante, più autorevole e quindi “più grande” di un anno fa.
Ma com’era Macerata ieri, l’altro ieri , l’altro ieri dell’altro ieri e così continuando a ritroso? Secondo gli studiosi di storia il suo nome deriverebbe dalle “macerie” di “Helvia Recina”, una piccola città romana sul greto del fiume Potenza che nel quarto o quinto secolo fu distrutta dai Goti. Un’altra ipotesi riguarderebbe invece la “macerazione”, quel procedimento che allora consisteva nello sfibrare lino e canapa in acqua per ricavarne fibre tessili da utilizzare nella confezione degli indumenti. Pare che questo “artigianato” prosperasse lungo il fiume Potenza, ma per evitare non amichevoli scorribande si sia poi stabilmente trasferito in collina, dove, in omaggio alla “macerazione”, tale definitiva localizzazione fu chiamata “Macerata”. Di teorie “onomastiche” ce ne sono anche altre, ma stavolta ho scelto quella che mi sembra la più intrigante. O, se preferite, la più favolistica.
Forse non ce ne siamo resi conto, ma tutto il mondo, oggi, è paese e ogni paese, oggi, è il mondo. E Macerata – nel suo “piccolo” che tuttavia, come ho accennato, è anche il suo “grande” – non fa eccezione. Un anno fa non sarebbe stato possibile che gruppi di non maceratesi – come i nigeriani – si costituissero dentro le sue mura. Inutile, ora, tornare a quei brutti giorni a causa dei quali Macerata, da sempre ritenuta in Italia di non molta importanza (fatta eccezione per la stagione lirica dello Sferisterio che anche quest’anno ha fatto parlare) proprio per essere sin troppo tranquilla, fece il suo sofferto ingresso nella modernità. Ma anche per i singoli individui, del resto, le sofferenze aiutano a crescere dentro e ad uscire dalla mediocrità del tirare a campare. In quelle settimane (e ogni tanto ancora oggi) di Macerata parlarono l’Italia, l’Europa e il mondo, la qual cosa le diede una “personalità” che prima non aveva o forse, nel suo “tran-tran” sempre uguale a se stesso, ignorava di avere. E lo sbigottimento che allora la colse le aprì la porta di un’età più “adulta”, più “matura”, più “grande”. E chi oggi dice “Macerata granne” non sta scherzando, dice la verità.
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Dott. Liuti anche la trasmissione RAI P E T R O L I O ha nominato Macerata citando Padre Matteo Ricci e i suoi successi con le difficili gerarchie cinesi, ripetute dopo secoli dall’altro maceratese (Matelica) Enrico Mattei con Mao. Solo l’Università di Macerata sta ripetendo il terzo contatto con successo. Sfuggito durante il quattrocentesimo anniversario dalla Regione Marche. Ivano Tacconi consigliere comunale Macerata
È vero si diceva Macerata granne se non ricordo male, leggo sempre i suoi articoli su cronache maceratesi, non sempre sono d’accordo con Lei, come in questo caso. Parla spesso del delitto
di Pamela, anzi più del raid di Traini definito filonazista. Non sono né fascista né nazista né comunista,né razzista, mi ritengo un normale cittadino per il quale conta più la vita di una ragazza uccisa e fatta a pezzi da spacciatori di droga nigeriani nulla facenti immessi con forza nel tessuto cittadino e provinciale senza un minimo controllo per spirito di accoglienza a tutti i costi. Anche Lei da più importanza al comportamento di Traini e lega questi due eventi come una esperienza che fa di Macerata una città grande. Come ribadisco Macerata una volta era granne ora non la riconosco più, sporca, approssimativa, assillata da questa forzata necessità di accoglienza a tutti i costi in barba alle vere esigenze degli abitanti. A questo punto mi domando se veramente Macerata è grande Sono nato a Macerata e vissuto tantissimi anni in città prima in via Emanuele Filiberto e
poi in via Giuliano da Majano, ho studiato e Lì mi sono diplomato, ma quando ho notato questo cambiamento nella città, avendone l’opportunità me ne sono andato a vivere in provincia, dove tutto è più vero e a misura d’uomo.
Liuti, con i fatti accaduti Macerata è diventata ‘autorevole’ oppure ‘tristemente famosa’? Secondo me sarebbe meglio a questo punto stendere un velo pietoso su quanto è successo.
mi domando che senso abbia continuare a ricordare terribili e luttuosi fatti di cronaca!!!!!
ma come è possibile che la Regione abbia 400 anni sig. Tacconi?
Per Serafini. Lei ha ragione. Le regioni nascono con la Costituzione, quindi il 1° gennaio 1948; quindi la regione Marche ha poco più di 70 anni.
Signora Ornella Serafini mi riferivo alla gestione delle celebrazioni del quattrocentesimo anno di Padre Matteo Ricci gestito dalla Regione Marche e dal Comune di Macerata. Saluti Tacconi
Se per il signor Liuti Macerata è diventata più ‘grande’ di un anno fa, sono contento per lui che ne scrive e pare che ne goda, di questa cosa; a me basta sapere che da un anno a questa parte molti maceratesi, quelli che io considero più intellettualmente onesti, e non solo, più che ‘più grandi’, siano diventati più consapevoli di tante cose, anche se credo proprio che, molti di loro, lo fossero abbondantemente già prima. Gli struzzi sono animali belli da vedere, simpatici, che ispirano fiducia, ma pericolosi ed imprevedibili quando tirano fuori la testa dalla sabbia, soprattutto se li contraddici, anche quando hai tutte le ragioni. gv
Altro che la Settimana Enigmistica per esercitare la mente. Io uso gli articoli di Liuti.
Nonostante la Costituzione del 1948 avesse previsto la presenza delle Regioni, tuttavia le regioni a statuto ordinario sono state istituite concretamente solo nel 1970, quindi la regione Marche ha poco meno di 50 anni…
E’ sempre necessario ricordare che svalutare il passato, sopravvalutare il presente, giudicare ideologicamente gli eventi,
questi sono gli errori che impediscono di comprendere pienamente la storia, compresa quella di Macerata.
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Signor Micucci: grande!! Saluti. gv