Notte in tenda nell’arena
di Marco Ribechi
(foto di Andrea Petinari)
La lunga stagione dell’opera si conclude con cornetto e cappuccino dopo la caccia alle stelle cadenti. Non ci sono tanti desideri ancora da esprimere, almeno per quest’anno, riguardo alla lirica maceratese. Come annunciato dal sovrintendente Luciano Messi (leggi l’articolo) quella appena conclusa è stata l’edizione dei record oltre i record, fare più di così era difficile anche solo da immaginare. Ma per i sogni c’è sempre spazio e così, dopo l’ultima rappresentazione del Flauto Magico di Vick, il palco si è trasformato in un campeggio dove alcuni spettatori hanno potuto trascorrere la notte nella speranza di scovare una scia luminosa nel cielo portatrice di buona sorte. Dormire nell’arena è stato da subito il pallino della direttrice artistica Barbara Minghetti che si è battuta affinchè la stagione potesse chiudersi con una notte convivale. Curiosità: proprio la Minghetti, durante la conferenza stampa finale, ha visto in diretta dalla gradinata “lo scippo” della sua tenda ad opera di alcuni ragazzi ignari che il riparo già prenotato era tenuto sott’occhio a distanza. Poco male, l’allestimento originale di Vick già prevedeva la presenza di tante altre tende e quindi il rimpiazzo è stato agevole e rapido.
La lezione di astronomia
Dalla balconata invece i telescopi, dell’Associazione Astrofili Crab Nebula di Tolentino che insieme all’Associazione Nemesis Planetarium ha contribuito alla realizzazione della stupenda esperienza, hanno puntato sui corpi celesti più interessanti, Saturno con il suo anello, Marte, Andromeda e altri. Ammirare la città e l’arena dal silenzio dell’ultimo piano dello Sferisterio è già di per sè un’esperienza che vale la pena vivere almeno una volta. Sul palco una vera e propria lezione di astronomia con tanto di pc proiettato sul muro e laser puntatori per mostrare l’esatta composizione della volta celeste. Il gruppetto di campeggiatori è stato poi svegliato la mattina, dopo una notte più o meno insonne, con una bella colazione all’italiana offerta dagli sponsor. Più Sferisterio chiedevano Minghetti, Lanzillotta e Messi, ribattezzati durante l’ultimo aperitivo culturale “La trinità” (leggi l’articolo) dove Messi sarebbe il Padre, Lanzillotta Il Figlio e Minghetti Lo Spirito Santo.
Il campeggio allo Sferisterio
Quest’anno l’arena ha senza dubbio assunto una veste camaleontica. Oltre alle tre opere molto diverse tra loro che l’hanno portata all’inizio del ‘900 con La Traviata, in spiaggia con l’Elisir e in un presente distopico con Il Flauto ha saputo ospitare anche una festa di musica elettronica, un Gran Ballo Ottocentesco, una notte in tenda e poi la danza, i concerti, un viaggio nel passato e nella vita di Rossini, tingersi di verde per La Notte dell’Opera. Lo Sferisterio, sempre riprendendo le parole di Messi: “E’ quindi un bambino che cresce e che bisogna curare”. E’ il vero patrimonio della città, ciò che la identifica e che riesce a differenziarla da tutte le altre possibili Macerata nel mondo. La sfida del futuro sarà forse proprio quella di consolidare questo brand: così come qualsiasi persona vedendo la Torre Pendente sa dire “Pisa” anche se magari non sa posizionarla sulla mappa, allo stesso modo lo Sferisterio potrebbe diventare un simbolo non solo della città ma del melodramma italiano, visto anche gli apprezzamenti e i riconoscimenti internazionali che piano piano sta portando a casa. Forse è questo il desiderio che Barbara Minghetti, distesa nella sua tenda con il cuore sereno di chi sta per prendersi una meritata vacanza, ha lanciato verso l’infinito nella notte dei record.
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..ecco, ci mancava il camping e poi direi che a Macerata non manca proprio più nulla!! gv
Già Galilei sapeva che Saturno aveva più di un anello…
Sempre peggio, povera Macerata questo sindaco ti ha demolita completamente.