L’asfalto del primo tratto di via Elena Fioretti ha un colore molto più scuro
di Marco Ribechi
Un odore acre e pungente che si alza quando il vento cambia direzione. E’ quello che si respira in via Elena Fioretti, nelle vicinanze della Orim, a seguito dell’incendio divampato una settimana fa (il 6 luglio). Nicolae Ciobotaru gestisce l’autolavaggio Wash Land proprio dietro l’azienda di smaltimento e recupero rifiuti industriali e ha già chiamato l’Arpam per avere ulteriori verifiche ma con scarsi risultati. «Il giorno dell’incendio tutte le acque di spegnimento, miste alle sostanze chimiche bruciate, sono confluite in questa strada – spiega Ciobotaru – la rotatoria era quasi un lago di una sostanza celeste che è scolata perchè la strada è in lieve pendenza. La strada è stata chiusa dal venerdì pomeriggio al lunedì pomeriggio per la pulizia ma oggi si continua ad avvertire una sensazione di brucione nel naso».
Ciobotaru indica una parte di asfalto particolarmente scuro
I liquidi utilizzati per lo spegnimento del fuoco sono poi rimasti sull’asfalto che ancora oggi presenta abbondanti macchie nere come di bruciato. «E’ stato tutto assorbito dal suolo e dalle fognature – prosegue Ciobotaru -, il giorno dopo è venuta una ditta di spurghi e ha inserito dei tubi aspiratori nelle fognature però i liquidi erano già filtrati, non so quanto possano aver aspirato. Oggi dalla Orim non viene più nessun odore ma dalla strada, a seconda di come cambia il vento, continua ad arrivare questa puzza. Tutti i miei clienti quando scendono dall’auto la avvertono, alcuni sono anche andati via. Nei giorni successivi sono venuti anche vari automobilisti a chiedermi di pulire il fondo delle loro automobili ma non possiedo i solventi adatti». L’uomo chiede che si faccia una ulteriore bonifica della strada e dei terreni erbosi circostanti, in molte aree le sterpaglie sono come bruciate. «Temo sia per la mia attività che per la mia salute – conclude Ciobotaru – la pulizia della strada non è stata accurata, si vede immediatamente che un tratto è molto più scuro dell’altro, quelle aree bruciate prima non c’erano. Bisogna tagliare quell’erba contaminata e ripulire l’asfalto il prima possibile perchè in alcuni momenti l’aria è altamente irrespirabile e io che sono costretto a lavorare all’aperto ne soffro tutte le conseguenze».
L’autolavaggio di Ciobotaru è proprio dietro la Orim
Uno dei tombini che ha assorbito i liquidi di spegnimento misti alle sostanze chimiche bruciate
Una parte delle sterpaglie sembra come bruciata
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Ci sono segnali allarmanti come questo,dietro questo rogo, checchè si voglia minimizzare da parte dei responsab
li tutti.
Dalla politica comunale ai privati in combutta ai danni dei cittadini, ed ora dimostratemi il contrario ! quali proivvedimenti, quali regole, avete dettato voi, amministrazione comunale, perchè la Orim potesse restare ed esercitare lì la sua attività di smaltimento rifiuti speciali???
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Quanto sopra, dettato dall’art.41 della Costituzione.Costituzione che , quelli del PD, tirano in ballo solo e solo quando gli fa comodo.Per i migranti, sostanzialmente. Per i migranti clandestini, in ispecie, che pagano cifre notevoli agli scafisti, delinquenti, per divenire preda delle varie onlus ed ong che ci si ingrassano lautamente pur parvendo dei miseri benefattori dell’umanità agli occhi dei perbenisti e del Papa gesuita compreso, che Dio abbia pietà di lui. Ma Tornando a Carancini. Nel 2009 riuscì a distinguersi dai suoi rivali di partito per aver negato l’insediamento di una fabbrica di materie plastiche a Valleverde, e che fu allora il motivo principale per cui un insignificante elemento di partito come lui venne appoggiato dal popolo e alla fine eletto. Ma da allora, quanto è cambiato il sindaco Carancini sempre più omologato ai voleri di chi tiene i cordoni della borsa e dei suoi interessi di partito, e quanto NON è cambiata ,invece,la situazione a Piediripa! Ma tutto qui viene da lontano, se si pensa che decenni fa, c’era un tizio maceratese, onorevole democristiano che…Oh signore, non voleva insediamenti operai in zona perchè questi avrebbero votato PCI a scapito della sua DC. La sua e di quelli come Carancini che sempre democristiani restano, nonostante le mute.