di Monia Orazi
“Oggi per noi è il ritorno alla normalità, quasi come tornare a casa visto che abitavamo dentro il paese, proprio a Costafiore – spiega Santa Grisei, una delle persone a cui stamane a Muccia sono state assegnate le prime Sae – Subito dopo il terremoto ci siamo fatti vicino casa una casetta di legno, una specie di garage, per non andarcene. Era una situazione provvisoria, poi siamo andati a stare dentro il container, quelli usati dai dipendenti della Quadrilatero, oggi finalmente entriamo qui, possiamo chiudere la porta a chiave”. Muccia celebra il primo anno dal terremoto con la consegna di sette Soluzioni abitative di emergenza nella frazione di Costafiore. Sono ventidue le persone che da stanotte avranno un tetto ed una porta da chiudere a chiave, dopo mesi vissuti chi nei container della Quadrilatero, chi nei dormitori in alcune strutture ricettive locali, chi lungo la costa, chi da parenti ed amici. Alla cerimonia di inaugurazione, anticipata di mezz’ora per la necessità dell’assessore regionale Angelo Sciapichetti di andare a Roma, sono intervenuti oltre all’assessore regionale alla protezione civile, il sindaco Mario Baroni, rappresentanti della ditta esecutrice dei lavori, del Consorzio Cns, dell’Erap, autorità militari e religiose, cittadini. “Consegnare oggi ad un anno esatto dal sisma le prime casette a Muccia – ha detto Sciapichetti – è un segnale di speranza. Occorrono gesti concreti che rispondano alle esigenze delle famiglie. I cittadini devono poter tornare il prima possibile nei propri luoghi d’origine, non solo nei comuni, ma, come stiamo facendo oggi, nelle singole frazioni. Occorre in primo luogo ricreare le comunità, poi far ripartire le attività commerciali e artigianali, così riprende un’economia e questi luoghi tornano a vivere. La situazione è drammatica e difficile, ma con l’impegno corale di tutti qui a Muccia contiamo di consegnare altre casette entro novembre e terminare le ultime assegnazioni entro Natale. Questo pomeriggio sarò a Roma dove incontrerò il commissario De Micheli per affrontare i nodi della semplificazione e della ricostruzione leggera, occorre dare al più presto la possibilità ai cittadini di intervenire in modo semplice e veloce”.
“Un anno fa, oggi è stato il giorno in cui è stato distrutto il paese e l’intero territorio – ha detto il sindaco Mario Baroni – ma per noi consegnare queste casette è segno di speranza e ripresa, ventidue persone rientrano nella comunità, è un segnale forte che ci incentiva ad andare avanti. Adesso c’è bisogno di unità, abbiamo il 90 per cento di case lesionate, solo trenta abitazioni sono agibili e 110 persone sono potute rimanere a casa loro, le altre sono tutte sparse, dobbiamo farle tornare prima possibile in paese per ricostruire la comunità, prima delle case”. Il sindaco ha aggiunto che spera di poter rispettare il cronoprogramma, consegnando entro metà novembre una quindicina di Sae a Pian Di Giove, poi altre abitazioni a Massaprofoglio. Restano senza certezze di poter far ripartire le attività, i due agriturismi non lontano da Costafiore e lo storico ristorante nel centro del paese, che dovrebbero essere oggetto di delocalizzazione, per ora rallentata dalle pratiche burocratiche. Prossimamente riaprirà una pizzeria. A breve verrà avviata l’area commerciale di Muccia. Verrà collocato anche un locale di 120 metri quadrati donato dal consorzio Cns che verrà adibito a chiesa. In totale sono 164 le Sae richieste a Muccia, nei vari cantieri continuano i lavori, tra opere di urbanizzazione e montaggio. Con queste casette i cui inquilini hanno preso le chiavi oggi, sono 94 le Sae consegnate in totale in provincia di Macerata, la più colpita nelle Marche, che da sola ha oltre il 60 per cento dei danni di tutta la Regione.
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PER CONSEGNARE SETTE CASETTE CI SONO VOLUTI 365 GIORNI.
NON C’E’ NULLA DA FESTEGGIARE!
IL TAGLIO DEL NASTRO SE LO POTEVANO RISPARMIARE.
[…] i cittadini devono tornare il prima possibile nei propri luoghi d’origine […] Bel discorso, fatto decisamente in ritardo rispetto a persone più inclini a capire la situazione. Vorrei far presente a Sciabichetti che l’enorme ritardo in tutto e per tutto è dovuto a lui e quelli come lui. Invece di anticiparla ” la cerimonia ” per permettere allo stesso di presenziare e dire tutto quel cumulo di ovvietà di frasi trite e ritrite, diciamo pure stantie, l’avrei ritardata di due ore.
Infatti più che una festa dovrebbero scusarsi dell’enorme ritardo, poi per solamente 7 casette. La vera festa sarà quando tutta la popolazione sarà rientrata, altrimenti è solo una perdita di tempo e un vantarsi per dei meriti che non hanno in vista delle future elezioni.
Dalle foto che circolano delle casette, sembra che l’unico impianto di riscaldamento sia il climatizzatore/pompa di calore elettrico, se così fosse dovrebbe restare acceso tutto l’inverno con un consumo esagerato di corrente e con una resa insufficiente. Spero che qualcuno smentisca questo mio dubbio.
Imbarazzante!