Whatsapp gate, Di Lupidio:
“Si stanno vendicando
perchè ho gioito per Ciarapica”

CIVITANOVA - L'ex direttore dei Teatri si difende dopo il messaggio inviato erroneamente al segretario Pd Mirella Franco in cui scriveva di fermare la Bruni perchè aveva tirato la volata a Corvatta. La direttrice della Pinacoteca: "Ci sono rimasta male e ci è rimasto male anche il sindaco. Non è la prima volta che usa questi toni forti e violenti con me per cui mi sono rivolta ad un avvocato"

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L’ex direttore dei teatri Alfredo Di Lupidio

 

di Laura Boccanera

«Usano me per attaccare e mettere in difficoltà il sindaco che è del tutto estraneo a questa vicenda». Si difende l’ex direttore dei Teatri di Civitanova Alfredo Di Lupidio al centro di un caso politico e mediatico dopo il messaggio whatsapp arrivato al segretario del Pd Mirella Franco invece che a un membro di Forza Italia. Di Lupidio spiega che le sue parole non vanno interpretate nel senso di una epurazione professionale, ma come un suggerimento derivante da problematiche vissute durante i suoi anni di reggenza dell’azienda Teatri. «Il Pd ha fatto un comunicato dando un senso politico alle mie parole. Io invece intendevo dire di fermare le iniziative delle Bruni che come ho sottolineato anche in numerose relazioni quando ero direttore cerca sempre di bypassare la gerarchia per iniziative sue autonome e private. Ci sono numerose relazioni in cui evidenzio questa anomalia. La Bruni come direttrice della Pinacoteca non è un organismo autonomo, ma deve sottostare all’Azienda teatri. Cosa che spesso non veniva fatta. Nessuno ha mai preso provvedimenti nonostante i miei richiami e le mie lamentele. E’ una storia che ho vissuto in prima persona e volevo mettere in guardia su questo aspetto». I rapporti fra l’ex direttore dei TdC e la direttrice della Pinacoteca non sono mai stati idilliaci e ora che Di Lupidio non è più un dipendente pubblico scoperchia la pentola: «Quando ho saputo che stava organizzando una mostra e che c’erano pronti 25mila euro ho segnalato e girato l’informazione affinchè venisse riportata al sindaco che considero un amico e della cui vittoria ho gioito. Nelle mie parole non c’era la volontà di parlare di epurazione o licenziamento della Bruni, ma solo di tenerne a bada i progetti. Oltretutto Mirella Franco ha fatto una violazione della corrispondenza ed è un reato, mi riservo di informarmi e agire per vie legali per verificare se siano stati commessi abusi. Hanno preso la palla al balzo per delegittimarmi non essendoci riusciti quando ero direttore. Si tratta di una vendetta perchè ho gioito della vittoria di Ciarapica».

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Enrica Bruni

«Non commento le parole di Di Lupidio, ovviamente ci sono rimasta male, non è la prima volta che usa questi toni forti e violenti con me per cui mi sono rivolta ad un avvocato». Queste le parole di Enrica Bruni, direttrice della Pinacoteca Moretti. Per lei quella di oggi è stata un giornata difficile. Mirella Franco le ha girato il messaggio ricevuto erroneamente da Di Lupidio e la Bruni ha chiamato tutti, il sindaco, lo stesso Di Lupidio e la presidente dei TdC. Poi la Bruni si difende nel merito, non ci sta a passare per un’arrivista o per colei che ha tirato la volata all’ex sindaco Corvatta: «Ho sempre svolto il mio lavoro con professionalità. L’azienda teatri non ha un capitolo di spesa per la Pinacoteca, i fondi vengono destinati sempre sulla base di progetti che presento con largo anticipo e che vengono approvati perchè ritenuti meritevoli e spesso l’assessorato alla cultura ha messo fondi laddove l’azienda non ce li metteva, quel messaggio è passabile di denuncia, mi diffama. Ho parlato anche con Ciarapica con cui ho avuto un ottimo rapporto quando era assessore e come me c’è rimasto male».

 

 

 

 

 

 



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