Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso
di Federica Nardi
La prima casa di legno dopo il sisma a Visso è arrivata stamattina nella frazione Aschio e l’hanno donata i volontari del Trentino a una famiglia di allevatori terremotati. “L’ennesima dimostrazione di quanto sia inefficiente il pubblico rispetto al privato”, ha detto il sindaco Giuliano Pazzaglini. Il primo cittadino non vuole fare polemica ma, ribadisce più volte, “criticare con propositi costruttivi. Gli errori che stiamo commettendo adesso li pagheranno i nostri figli e questo è ancora più imperdonabile. Meritavamo più fiducia dopo la ricostruzione del ‘97”.
La casa di legno donata dai volontari del Trentino
Sessanta metri quadri, lo spazio per una famiglia vissana di allevatori che così ora finalmente ha un tetto sicuro sopra la testa. Questo il dono dei volontari trentini del soccorso trasporto infermi Pinzolo Alta-Rendena e del servizio trasporto infermi del Tesino. Un gesto di vicinanza al paese montano che nasce “grazie a un nostro concittadino e mio caro amico – racconta Pazzaglini – che aveva con loro rapporti di amicizia che si sono mantenuti anche dopo che lui è venuto meno. Hanno pensato di dare una mano alla città che avevano conosciuto proprio perché venivano a trovarlo”. Un giorno di speranza ma anche di bilanci negativi: “Bisogna cambiare impostazione – dice il sindaco – e serve un atto di coraggio che eviti di continuare con un metodo che ci sta zavorrando troppo. Non c’è un settore che andava aiutato che sta beneficiando delle misure adottate. E parlo delle casette, delle stalle, del contributo di autonoma sistemazione e delle attività produttive. Abbiamo un impianto normativo enorme che è ulteriore segno di inefficienza”. La proposta di Pazzaglini è semplice e già collaudata: “Le norme del ‘97 nella loro sintesi hanno permesso una delle migliori ricostruzioni della storia italiana. E hanno avuto un doppio collaudo. Quello amministrativo e quello del terremoto che non ha fatto né vittime né feriti. Dopo un duplice collaudo così importante meritavamo di avere fiducia sul nostro modello di ricostruzione”.
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Fortuna loro se si aspetta lo stato ……..
Lo Stato pensa a salvare, per l’ennesima volta, Alitalia
@ Laura Remoli: non posso che condividere il suo breve commento!! Fino a quando si mantengono in vita ARTIFICIALE aziende pubbliche decotte con i soldi dei contribuenti Italiani anziché con una normale e sana gestione come qualsiasi altra azienda straniera dello stesso settore che realizza utili anziché perdite colossali come Alitalia dovute anche ad assunzioni clientelari di carattere politico e protezioni sindacali a dir poco scandalose, allora l’Italia non ha la possibilità di invertire la rotta ed essere gestita come un paese normale ed una pressione fiscale che strangola le imprese ed i cittadini onesti le cui risorse vengono utilizzate molto male.