Il parco della Fantasia di Franco Prato perde i pezzi. Dando seguito all’ordine del giorno proposto da Maurizio Mosca (Città viva) e Paolo Renna (Fdi) e approvato lo scorso 26 luglio (leggi l’articolo) l’amministrazione comunale ha sollecitato la famiglia e il Cavaliere a limitare gradualmente l’esposizione di oggetti che da anni divide la città in “pratisti” e “anti-pratisti”, ossia tra coloro che considerano l’area alla fine di via Roma un museo e chi invece la ritiene una discarica.
Da qualche giorno Prato sta lavorando con il figlio alla pulizia della zona . Molto il materiale già portato via, soprattutto grandi oggetti di ferro e di legno dal terreno che Prato affitta dalle Ferrovie dello stato (l’area è adiacente al passaggio a livello). “Non è stato il Comune a togliere gli oggetti – chiarisce l’assessore all’Ambiente Mario Iesari – Si è attivato lui con la famiglia in seguito agli incontri che abbiamo avuto. Noi abbiamo semplicemente fatto presente l’ordine del giorno votato dal Consiglio. Già avevano l’idea di lavorare di più sulla qualità che sulla quantità di materiale accumulato. Hanno tolto già molto soprattutto nella parte dietro che non si vede dalla strada. Hanno tolto tanto ferro e tanto legno. Dal punto di vista ambientale è stata fatta un’operazione positiva ma durante l’ultimo incontro che abbiamo avuto ci siamo detti di ridurre il fronte il più possibile, soprattutto vicino alla strada per la possibilità di rischi”. Già quest’estate il Cavaliere, fondatore del Motoclub Helvia Recina aveva avviato contatti con la giunta con l’intenzione di ridurre il parco “a condizione – aveva sottolineato – che una volta più piccolo e sistemato fosse riconosciuto ufficialmente”
(Cla.Ri.)
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era ora!
Infatti!! Gli devono far togliere tutto è un obbrobrio!!!
Fa proprio schifo. E’una vera vergogna per la città.Ridicoli!!
E’ semplicemente osceno…uno entra per la prima volta a Macerata e già si fa un’idea di come siamo governati.
Diciamo che non e’ un buon biglietto da visita in ingresso città,
almeno che non si voglia far passare una discarica per arte.
In alcuni paesi limitrofi alcuni cittadini sono stati perseguiti per molto meno ed in tempi rapidi.
Togliere materiale soprattutto dietro,in modo che non si perda l’oscenità esposta alla vista di chi passa in via Roma….e poi anche la sfrontatezza di porre condizioni……
Era finalmente l ora di portare Macerata nel 2017 . Una discarica all’ ingresso della città ..Un brutto biglietto da visita
Era ora!!!
Togliere arte e colore alla scolorita Macerata che sembra più vecchia che antica, fatto salvo il celeberrimo Swatch interamente in plastica, situato nella rinascimentale torre civica, che non è simbolo di un nuovo rinascimento come il ” Museo Prato ” che a differenza dell’orologione è un puro e schietto esempio di New Art Post e Ante e non un mero duplicato estratto dal petrolio che niente ha a che fare con la vera arte, quella che nasce dalla fantasia dell’artista che magari avrebbe collocato ” la Gioconda ” tra gli allegri colori del museo aperto del Cav. Prato che non nell’illustre museo parigino. Non ho mai capito l’avversità di tanti maceratesi per il ” Museo Prato ” che per fortuna non è pensiero a senso unico ma che comunque non sta evitando di smantellare l’unica zona allegra di Macerata. Ecco, magari per chi arrivava per la prima volta a Macerata passando per Via Roma, poteva farsi l’idea di una Macerata, moderna almeno nel pensiero, divertente, aperta a nuovi esperimenti che non siano sempre i soliti pallossissimi convegni organizzati da Unicm o da una delle mille associazioni maceratesi che non si sono ancora accorti che Macerata non è più né “granne ” né ” L’ateneo delle Marche ” ma l’Ateneo della Porchetta perché in giro c’è una gran voglia di divertirsi. Prima di chiamare Civitanova Marche, Macerata Marittima perché venite a farvi il bagno nelle vostre acque reflue ne dovrà passare di tempo.
Ma deve levare tutto
L’ingresso in città booooo se arrivi da piedi ripa e senza luce la salita sembra che vai in alta montagna ma x favore
Colore senz’altro,quanto all’arte mantengo tutte le mie riserve.
Allorché, mossi da decreti ineludibili del fato, ci si deve per forza spingere nel cuore d’un così comicamente pretenzioso capoluogo, nel varcarne le porte sempre la vista di quell’artistica discarica ci tira parecchio su, perché è come se essa ci rappresentasse al meglio possibile una Macerata platonicamente ideale.
Già con “l’orologio di plastica” codesta sublime amministrazione ci aveva insegnato che, al peggio, non ci è mai fine.
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Ma in pochissimo tempo è riuscita a superare se stessa.
Prima con l’operazione altamente culturale di acquisto di un ramo di azienda di un bene che, a breve, sarebbe tornato alla collettività (Park Si)…
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E poi dopo ci ha deliziato con l’opera artistica più incredibile e magnifica di tutte: LA PISCINA CHE NON C’E’
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E perseguendo, con ostinata ostinazione, l’affannosa ricerca di altri possibili interventi estetici, che potessero restare nella storia millenaria cittadina, ora si accanisce con il Museo del Cavalier Prato, forse unica nota di colore in una città che (negli ultimi 7 ani) più grigia e spenta di così si muore…
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Non entro nel merito (può piacere o non piacere, ma è una cosa molto soggettiva: hanno fatto passare per arte un WC riempito di merd.., per cui oramai tutto è arte e tutto non lo è…), ma credo che di esempi di squallidume (urbanistici, estetici, sociali) la città ne sia piena.
Così come la città sia piena di iniziative (pseudo culturali e pseudo artistiche), fatte passare per grossi avvenimenti, ma che sono solo la pochezza di menti mediocri.
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Ma visto che siamo nell’anno cinese del Gallo alziamo i nostri calici, il petto in fuori e come un sol’uomo esclamimo (in italiano cinesizzato) la nostre lode:
Viva, viva, via il Glande Timoniele e la sua magnifica Livoluzione Cultulale e patliottica!!
E
E’ vero Sig. Micucci, lei ha pienamente colto nel segno,pur con le doverose ed ormai improcrastinabili procedure igienico-sanitarie,lo smantellamento parziale o totale del”Parco della fantasia”elimina quel tocco di imprevedibilita’ ad una citta’ fin troppo immobile e conformista.Peraltro la sua definizione di Macerata piu’ vecchia che antica e’ azzeccata,e chi lo dice e’ nato e vissuto in questa citta’.
Macerata granne era uno status casuale,le nobili famiglie amministravano un’economia prettamente rurale,una delle universita’ piu antiche dava giustamente lustro in ambito culturale…ma intorno c’era il nulla, per questo Macerata era “Granne”.
Ma il tempo passa,e la citta’ sembra aver definitivamente perso le sfide del terzo millennio,il progetto della citta’ dei centomila preconizzato dal lungimirante urbanista Piccinato viene messo nel dimenticatoio, affossato dalle consorterie politiche e non,laiche e non che governano da sempre questa citta,con la indolente indifferenza della sua popolazione.
Seguo con divertimento le “querelle sportive” sulla rivalita’delle due squadre della provincia su cui si riflettono poi i presunti primati municipalisti,di cui anche lei e’ protagonista….ma non si preoccupi, Civitanova ha gia’ vinto la sua battaglia,perche’ a Macerata il di piu’ e’ sempre superfluo:ci abbiamo messo venti anni per decidere che il palazzetto non si dovesse fare,anche se qualche anno fa un sindaco ando’ fino a Novara per capire come si dovesse costruire, e questo sindaco aveva a quel tempo il 60% di gradimento!E poi le piscine (anche olimpioniche!)finite nel ridicolo e un parcheggio di proprieta’ da riacquistare….cosa vuol che sia a questo punto uno swatch da 600.000 euro piantato sulla torre civica!!
Comunque caro Micucci non creda, anche le nostre amministrazioni hanno puntato forte sull’imprenditoria al fine di togliervi questo primato:se ha qualche dubbio, la invito a farsi una passeggiata in zona Valleverde…pero’ attento anche in questo caso a vipere e pantegane…