La prima tappa del comitato regionale per il no oggi all’Asilo Ricci di Macerata. Da sinistra Antonio Di Stasi, Barbara Cacciolari, Augusto Minzolini, Remigio Ceroni e Jacopo Bartolomei
“La sovranità appartiene al popolo, se non può scegliere i propri rappresentanti, che popolo è? E’ un referendum che mette a rischio il futuro, sminuisce il ruolo delle istituzioni, il no è un voto politico contro Renzi. Siamo un Paese intelligente, abile e furbo voteremo no”. Così Vittorio Sgarbi, ospite telefonico a sorpresa all’incontro della campagna regionale per il no al referendum che si è svolto oggi pomeriggio all’Asilo Ricci. Il critico ha telefonato durante il dibattito organizzato dal comitato “Le Marche votano no” con ospite il senatore Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1. “La paralisi, che è il vero male di questo paese – ha detto Minzolini – viene portata nella carta costituzionale. La riforma costituzionale Renzi-Boschi innescherà un meccanismo per cui non si capirà più chi decide in Italia. Le grandi banche d’affari preferiscono questa riforma, c’è un accordo per determinare l’indirizzo politico in Italia”.
L’intervento del senatore e coordinatore regionale di Fi Remigio Ceroni
“Per quarant’anni abbiamo avuto una Costituzione che è andata veramente bene, ora c’è un presidente del Consiglio che la cambia perché non sa cos’altro fare – ha detto Minzolini – quello che mi dà fastidio è l’atteggiamento volgare con cui viene posta la principale motivazione, il risparmio. Il senato costa solo 490 milioni di euro, si riduce soltanto parzialmente l’indennità dei senatori. L’unico motivo per questa operazione è di approfittare di un momento di bassa popolarità, per creare un parlamento a propria immagine e somiglianza, aggiungiamo l’Italicum, con i capolista bloccati, la figura centrale del sistema diventa il segretario di partito”. A moderare gli interventi la responsabile regionale per i comitati del No al referendum Barbara Cacciolari: “Non è questa la riforma di cui l’Italia ha bisogno, dovrebbe servire a migliorare le cose. Si mette in pericolo la democrazia rappresentativa, la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti
Tra i relatori il senatore Remigio Ceroni che guarda al 4 dicembre come ad “un’occasione ghiotta e formidabile per mandare a casa il governo Renzi. Questo parlamento è stato eletto con un legge dichiarata incostituzionale e ben 244 parlamentari hanno cambiato casacca. Centocinquanta sono stati voti determinanti per approvare questa riforma”. “Finalità come la semplificazione amministrativa, seppur condivisibili, non sono soddisfatte da questa proposta di referendum – ha detto l’avvocato Jacopo Bartolomei, tra i relatori. Tra gli interventi anche quello di Antonio Di Stasi: “è un tentativo di togliere peso e potere ai cittadini, si scardina il principio della rappresentanza. Si porta il paese in una maggiore confusione, senza risolvere i problemi”.
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Perché non aspettiamo una ventina d’anni per fare le riforme? Confrontiamoci,discutiamo,chiacchieriamo ,c’è tempo,in fondo si parla da trenta anni di riforme senza concludere niente….continuiamo così!
La questione sembra farsi amletica: mettono più voglia di votare Sì i comitati per il No, o mettono più voglia di votare No i comitati per il Sì?
La costituzione più bella del mondo non può essere cambiata da questi illegittimi. Voteremo tutti NO NO e NO.
Il vero problema è che manca ancora più di un mese e mezzo alla data del referendum e già ad oggi si sono tenuti una serie cospicua di incontri x il sì e x il no da parte di personaggi discutibili…
Il mio convincimento è quello che il cittadino italiano abbia una sufficiente capacità di comprendonio per farsi una propria idea senza partecipare a questi inutili dibattiti
Per Annie Seri. Le va bene il fatto di non poter eleggere i senatori, così come non può più eleggere i consiglieri provinciali?
Renzi e la Boschi vanno via se vince il no. Basta e avanza come motivo sia per chi è per il no e li vorrebbe su Marte che per chi è per il sì ed hanno fiducia nei suddetti. Cercare di dare una motivazione alla scelta rischia solo di creare grossa confusione. L’Italia è sotto i nostri occhi tutti i giorni. La conosciamo, sappiamo leggere, magari meno scrivere, ma in grado di capire il perché di questa riforma, a chi serve, a chi né fa volentieri a meno e se veramente riuscirebbe a cambiare qualcosa, chiaramente in meglio che mi sembra che da un bel po’ non succeda.