Una delle ultime proteste del comitato
di Monia Orazi
Il punto nascita di San Severino finisce in Senato. E’ oggetto di un’interrogazione a risposta orale, rivolta al ministro Lorenzin da alcuni senatori, di cui primo firmatario è l’onorevole Remigio Ceroni. La notizia si è appresa ieri sera, nel corso dell’incontro pubblico organizzato dal comitato per la tutela e la difesa dell’ospedale, nella Sala degli Stemmi del Comune, a San Severino. Oggi pomeriggio, una delegazione del comitato formata da Marco Massei, Simona Barbini e Samuela Rotili, è stata ascoltata dalla quarta commissione regionale sanità, nel corso di un’audizione, in cui è stato chiesto di rivedere le scelte sulla sanità settempedana. Il comitato è pronto a tornare a protestare sotto Palazzo Raffaello, a partire da settembre, insieme agli altri comitati in difesa della sanità delle Marche.
L’INTERROGAZIONE – E’ stata presentata lo scorso otto giugno in Senato, un’interrogazione a risposta orale, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, illustrata ieri sera da Barbara Cacciolari, sulla chiusura del punto nascita di San Severino. I parlamentari rilevano: «Dopo tale chiusura, il più vicino nosocomio si trova a Macerata ma presenta numerose criticità: tale punto nascita provinciale, che supera di poco i mille parti all’anno, non sembrerebbe essere a norma, sia sotto il profilo del rispetto della normativa antincendio, sia sotto quello strutturale, tanto che sarà interessato da lavori di ristrutturazione, già programmati, per tutto il 2017». I firmatari vogliono sapere quali iniziative intraprenderà per «procedere alla riapertura del punto nascita di San Severino Marche; se non ritenga doverosa, almeno sino al termine dei lavori di ristrutturazione della struttura ospedaliera di Macerata, la riapertura temporanea del punto nascita; per quali ragioni il punto nascita di San Severino non abbia ricevuto lo stesso trattamento riservato a quello di Fabriano, considerate le medesime caratteristiche viabilistiche disagevoli per raggiungerlo».
LA COMMISSIONE – Si è tenuta questo pomeriggio l’audizione ufficiale in commissione consiliare sanità. «Abbiamo chiesto, insieme ad alcuni consiglieri di minoranza, di riaprire ad ampio raggio la discussione su San Severino, oggetto di una vera e propria ingiustizia, alla luce di quanto accaduto a Fabriano», spiega l’avvocato Massei, «ci auguriamo che la commissione interceda presso il presidente Luca Ceriscioli, chiedendo di rivedere le scelte che riguardano San Severino, che a nostro parere deve vedere potenziati i servizi, con le specialistiche non presenti nell’Area vasta tre».
A margine dell’incontro interviene con una nota, il consigliere regionale Sandro Bisonni: «L’entroterra marchigiano è sempre più penalizzato da una riforma sanitaria che mira solo a garantire certe realtà e certe amministrazioni comunali. L’ospedale di San Severino, punto di riferimento della sanità della provincia di Macerata, già penalizzato con la sottrazione del punto nascita, deve essere mantenuto vivo e attivo».
L’INCONTRO PUBBLICO IN COMUNE – La serata di ieri è stata aperta dal presidente del comitato Marco Marchetti. Poi il vice presidente Marco Massei ha detto: «La nostra lotta continua, vogliamo che sia attivata la week surgery e che sia mantenuto il punto di primo intervento, fondamentale per la permanenza dell’ospedale. La politica sanitaria regionale è da censurare, per la disparità di trattamento tra zone montane e costiere». Massei ha ringraziato gli esponenti dei comitati di Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro e del Casentino (Arezzo) intervenuti alla serata. A settembre torneranno a protestare sotto la Regione. E’ seguito l’intervento del segretario Mario Chirielli. Poi il sindaco. «Il comitato, il gruppo delle mamme e l’amministrazione comunale devono essere uniti perché la sanità riguarda tutta la comunità – ha affermato Rosa Piermattei – sarà una lotta dura ma non ci arrendiamo, le promesse restano soltanto parole, finché non le vedremo scritte sulla carta. Si parla di ospedale unico, ma è una prospettiva lontana, domani (oggi ndr) saremo a Roma e cercheremo di capire». Sono seguiti gli interventi di Barbara Cacciolari e del sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini che ha invitato il comitato ad unirsi alla protesta che anche lui riprenderà a settembre sotto Palazzo Raffaello (leggi l’articolo), della consigliera regionale Elena Leonardi. Adriano Mei del comitato di Fossombrone ha affermato: «La spesa sanitaria delle Marche, dal 2001 è raddoppiata ed i servizi sono diminuiti. Il costo delle strutture dell’entroterra serve a dare ai cittadini le risposte che cercano, manca uno studio a monte delle malattie dei marchigiani per fare una programmazione sanitaria, l’Asur non è un’azienda ma un carrozzone. La sanità è la maggior fonte di corruzione, chiederemo la verifica del bilancio della Regione». Sono seguiti gli interventi del consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni, di Fausto Pezzanesi, assessore comunale di Tolentino, Mauro Bompadre e Pietro Cruciani consiglieri comunali di minoranza di San Severino, l’ex assessore regionale Paola Giorgi, Anelido Appignanesi del comitato, l’imprenditore Francesco Lombardo.
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