Bennato, Finardi e Napoli Centrale:
uno Sferisterio rock
per dire basta a barriere e divisioni

MACERATA - Vanno in finale Mimosa e e il 19enne Gianfrancesco Cataldo. Esce il maceratese Simone Cicconi. La Brexit è il tema della serata all'insegna del superamento di ogni incomprensione. Tutti gli ospiti hanno sostenuto l'ideale dell'unione tra i popoli, naturalmente tramite la musica. Oltre ai grandi nomi italiani anche il poeta polacco Zagajewski, già candidato al nobel per la letteratura, e Li Daiguo, eclettico polistrumentista cinese

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Lo Sferisterio tutto esaurito

 

Li Daiguo Musicultura 2016_Foto LB (2)

Fabrizio Frizzi con Li Daiguo

di Marco Ribechi

(foto di Lucrezia Benfatto)

Musica al di là di ogni barriera, del tempo e dello spazio. Si può riassumere così la seconda serata di Musicultura, il festival della musica popolare d’autore in scena allo Sferisterio di Macerata. Ogni ospite, ogni autore ha rimarcato nel suo modo la necessità di sentirsi vicini, di sfuggire dagli stereotipi che vorrebbero un mondo diviso e in costante conflitto. Lo ricorda Fabrizio Frizzi che entra salutando i cittadini di Macerata, delle Marche e del mondo uniti nell’arena dalla passione per la musica. Lo ricorda anche il presentatore di RaiRadio1 John Vignola, il cui nome tradisce un legame con il Regno Unito, colpito per la decisione del popolo britannico di uscire dall’Europa: «La storia del pop trova i suoi massimi esponenti nella tradizione britannica che da sempre ha cercato di aprire ogni recinto con l’ideale delle frontiere aperte. Voglio rimanere legato a questa idea di Gran Bretagna».

Adam Zagajewski_Foto LB

Adam Zagajewski

Ma lo ricordano soprattutto gli ospiti di eccezionale caratura che questa notte hanno calcato il palco incantato dello Sferisterio. Il poeta polacco Adam Zagajewski, grandissima personalità della letteratura mondiale, in un toccante reading tradotto da Piero Piccioni ha affrontato il senso di spaesamento e di vuoto che il progredire della storia ha imposto alla vita indifferente delle cose e degli oggetti. Eugenio Finardi interprete dei successi del suo primo disco Sugo, inciso 40 anni fa durante gli anni in cui la musica era ribelle e «come papaveri in un campo di grano nascevano centinaia di radio libere, in un tempo in cui valeva la pena essere ribelli per qualcosa». Anche Finardi, per metà italiano e per metà americano, cresciuto negli States ma a stretto contatto con giovani europei, è stato colpito dalla Brexit che ha definito «un modo di ribellarsi populista e provinciale di chi si chiude nel suo mondo isolato».

James Senese Musicultura 2016_Foto LB

James Senese dei Napoli Centrale

Lo ha ricordato anche il rock del gruppo leggendario Napoli Centrale geneticamente internazionali perchè partenopei e perchè autori di brani che fondono il jazz americano, portato a Napoli dai militari americani con la tradizione tipicamente italiana. E poi Li Daiguo, grande compositore sinoamericano che è tornato in Cina per perfezionare la conoscenza dell’antichissimo liuto cinese, o pipa, che suona fondendolo con sonorità provenienti da ogni parte del mondo. E infine lo ricorda anche l’ospite forse più atteso, Edoardo Bennato, che proponendo la canzone del 1985 Asia vuole sottolineare come la paura dell’altro, e in questo caso del medio e estremo oriente, sia ancora il sentimento che più di tutti va sconfitto nell’epoca moderna. Tra tutti questi gridi che dicono basta alle divisioni e all’isolamento è la musica, collante naturale tra i popoli, il linguaggio universale e emotivo capace di giungere al cuore dei soggetti più diversi.

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Edoardo Bennato

 

Gianfrancesco Cataldo Musicultura 2016_Foto LB (2)

Gianfrancesco Cataldo

E al cuore sono giunte anche le canzoni in gara questa sera che hanno visto quattro bravissimi interpreti che senza dubbio hanno messo in difficoltà l’attento pubblico dello Sferisterio al momento del voto. Apre le danze Emanuele Colandrea con la scanzonata Erika che richiama il sound e il piglio di Rino Gaetano. Dopo di lui il maceratese Simone Cicconi che presenta l’inno quanto mai attuale “Simone s’è incazzato”. E a buona ragione verrebbe da dire visto che il ragazzo abita a Londra e dovrà tornare in Inghilterra da straniero, munito di visto e passaporto. Segue il giovanissimo Gianfrancesco Cataldo, autore di una prova di grande personalità con “Marta”, un testo profondo sulle donne vittime di violenza. Cataldo, accompagnato dal padre supertifoso sugli spalti, proprio in questi giorni sta sostenendo l’esame di maturità: «Ho scelto il tema sul paesaggio italiano. Sono molto patriottico, credo che chi scappa dal nostro Paese sbagli, qui è più interessante e un giorno, quando tutto sarà finito, si potrà dire io c’ero e ho lottato».

Mimosa Musicultura 2016_Foto LB (5)

Mimosa

E infine l’unica donna della serata, Mimosa, autrice di “Fame d’aria” uno struggente pezzo dedicato alla figura paterna. Una ragazza poliedrica e interessante con ottime doti vocali, musicali e con una evidente tenacia. E’ proprio lei a conquistare il pubblico e accedere alla finale insieme a Cataldo. L’accoppiata si ritroverà a gareggiare con Luca Tudisca e Flavio Secchi che avevano passato il turno nella serata di ieri (leggi l’articolo). Sabato invece sarà la volta della serata finale che vedrà tra gli ospiti i Tiromancino, Simone Cristicchi, Dacia Maraini, Chiara Dello Iacovo, già vincitrice lo scorso anno e il superlativo Nino Frassica. In attesa di scoprire chi sarà il vincitore dell’edizione 2016 si può già affermare che Musicultura e Macerata hanno già vinto considerata la partecipazione del pubblico ad ogni appuntamento.

 

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Tra il pubblico l’attore Cesare Bocci

Simone Cicconi Musicultura 2016_foto LB

Il maceratese Simone Cicconi

Emanuele Colandrea Musicultura 2016_Foto LB

Emanuele Colandrea

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Eugenio Finardi

Gianfrancesco Cataldo Musicultura 2016_Foto LB (2)

Gianfrancesco Cataldo

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Li Daiguo

Mimosa Musicultura 2016_Foto LB (4)

Mimosa

Mimosa Musicultura 2016_Foto LB (2)

Mimosa Musicultura 2016_Foto LB (1)

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Edoardo Bennato_Musicultura 2016_Foto LB (1)

Eugenio Finardi_Musicultura 2016_Foto LB (1)

 



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