Il difensore della Maceratese Raffaele Imparato
di Sara Santacchi
Mentre la società è impegnata su più fronti e innanzitutto quello riguardante la panchina col nodo Bucchi da sciogliere (leggi l’articolo), ci sono solo mare e vacanze nei pensieri di Raffaele Imparato. Dopo la trionfale stagione alla Maceratese lasciata alle spalle, il terzino si può godere un po’ di riposo prima di riattaccare la spina per decidere in merito al futuro. Il suo contratto lo lega infatti ai colori biancorossi fino al 30 giugno ma la presidente Maria Francesca Tardella, in un colloquio, avrebbe manifestato la volontà di proseguire il lavoro fatto quest’anno e nel progetto è inclusa anche la sua presenza. Intanto a più di due settimane di distanza dall’ultima gara giocata nei quarti di finale contro il Pisa è proprio il difensore a ripercorrere l’annata alla Maceratese.
Imparato qual è stato il momento più bello della stagione?
«Diciamo che ce ne sono stati tanti da ricordare. A freddo si analizza tutto meglio e, anche se nell’immediato l’amarezza era tanta per aver dovuto rinunciare alla rincorsa alla B, penso che quanto abbiamo fatto sia stato straordinario. Ad oggi sono ancora più convinto che insieme al Pisa eravamo la squadra più forte, anche più della Spal. Loro però hanno vinto, quindi i meriti vanno sempre riconosciuti ai vincitori. Le due vittorie contro la Spal penso siano stati tra i momenti più belli. Quella dell’andata ci ha fatti volare in testa da soli per qualche settimana e quella del ritorno è stato un tripudio nel loro stadio davanti a tutti quei tifosi. Ricordo poi la vittoria col Siena o il pareggio nel derby con l’Ancona negli ultimissimi minuti».
Aver perso contro il Pisa, finalista insieme al Foggia dei play off, avvalora ulteriormente il percorso fatto?
«Noi lo sapevamo: se fossimo riusciti a battere il Pisa saremmo arrivati in fondo, poi non so se alla serie B però sicuramente alla finale. Era lo scoglio più grande da superare e non fa che confermare quella che era la nostra forza, visto che qualcuno diceva che il girone B aveva poca qualità e ha affermato che siamo arrivati ai play off per caso».
Dopo aver parlato con la presidente Tardella come siete rimasti?
«C’è stato un colloquio molto tranquillo con la promessa di risentirci tra qualche tempo. Al momento c’è un po’ di confusione con la vicenda Bucchi da risolvere e un po’ di riorganizzazione. Personalmente sono stato benissimo a Macerata, ma dobbiamo vedere concretamente cosa fare. Spero che la Maceratese possa trovare una soluzione giusta per quanto riguarda Bucchi perchè penso che vicendevolmente si siano dati tanto e tenere una persona controvoglia non è il massimo: mi auguro prevalga il buon senso».
Lei rimarrebbe quindi?
«Da parte mia la volontà c’è, ovviamente di fronte a un progetto definito, per ripetere quanto fatto quest’anno anche se sarà difficilissimo. Quest’anno abbiamo sopperito a diverse mancanze oggettive e logistiche dovute al fatto di essere una matricola. Per questo ha ancora più valore quanto fatto, perché ci siamo sacrificati molto in campo, ma anche fuori e un plauso va a tutti non solo ai giocatori».
E’ tra quelli che si è messo più in vista e che quindi ha più richieste. C’è stato l’interessamento di qualche squadra di serie B?
«Sì quello in effetti c’è stato, ma adesso è presto. Ho staccato la spina e mi godo un po’ di giorni di pausa, preferisco aspettare e valutare poi. Vado verso i 30 anni e onestamente penso sia una delle ultime chance per arrivare in B e per me sarebbe comunque un piccolo sogno, anche se mi sarebbe piaciuto arrivarci sul campo quest’anno. La categoria ad ogni modo per me conta relativamente, non sarà quello a convincermi. Ho bisogno di stare dove so che mi vogliono e a Macerata si è creato un bel feeling anche con i tifosi».
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