«La Regione spalleggia gli imprenditori del Biogas in una nuova avventura che vorrebbe ripristinare la vecchia autorizzazione dell’impianto di Loro Piceno per cui la Procura di Macerata ha richiesto ed ottenuto il sequestro confermato anche dalla Corte di Cassazione». Il comitato No Biogas di Loro Piceno non ci sta e attacca la Regione, l’assessore all’Ambiente Angelo Sciapichetti e i funzionari dopo la prospettata possibilità di riaprire la vicenda sulle autorizzazioni per l’impianto finita al vaglio delle autorità giudiziarie europee (leggi l’ultimo l’articolo dell’avvocato Bommarito).
«La Regione si è presa la briga di indire una conferenza dei servizi che vorrebbe portare alla convalida della vecchia autorizzazione nonostante che il Tar l’abbia già annullata sul presupposto di illegittimità, dichiarata dalla Corte Costituzionale, sull’esclusione dell’impianto dalla valutazione di impatto ambientale».
L’attacco è diretto in particolare all’assessore Sciapichetti, già consigliere regionale all’epoca delle autorizzazioni concesse sotto l’amministrazione di Gian Mario Spacca: «Questa è una chiara posizione dell’assessore Angelo Sciapichetti e della Giunta regionale verso gli imprenditori del Biogas che in tal modo potrebbero intascare i lauti contributi che erano riconosciuti nel 2012, molto superiori a quelli attuali. Ma soprattutto verso gli stessi cittadini che peraltro pagano quegli stessi contributi nella bolletta elettrica e quindi sarebbero ulteriormente beffati. L’allora consigliere Sciapichetti presenziava al sopralluogo fatto dalla Commissione di inchiesta nata durante la Giunta Spacca e pertanto è consapevole di cosa si stia parlando. E all’epoca dall’aula della Giunta regionale rispondeva ai Comitati: “Abbiamo fatto tutto secondo la legge”. Si veda invece cosa sia accaduto successivamente».
«Stiamo subendo -conclude la nota – per l’ennesima volta l’arroganza di una politica che non solo non ascolta i cittadini ma soprattutto si attribuisce anche il diritto di non aspettare né il processo penale in corso contro i dirigenti regionali che rilasciarono le autorizzazioni, né l’esito delle indagini della Procura sullo sforamento dei Cot, nè la decisione della Corte di Giustizia Europea sull’ammissibilità della Via Postuma, né quella del Consiglio di Stato dinanzi al quale pende il giudizio di appello ma che ha già confermato per altre autorizzazioni annullate le pronunce del Tar Marche.
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