Da sinistra: il prefetto di Macerata, Roberta Preziotti, Laura Boldrini, il sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti , il presidente dell’unione montana Monti Azzurri Giampiero Feliciotti
Laura Boldrini e Luca Maria Giuseppetti
di Federica Nardi
(foto di Andrea Petinari)
«Qui non facciamo solo una passeggiata ma un atto di memoria». Scarpe da trekking ai piedi, tenuta sportiva e parole che risuonano più forti della pioggia battente in questa fredda mattina d’aprile. È Laura Boldrini, presidente della Camera a pronunciarle mentre si rivolge alle quasi 300 persone che nonostante il meteo avverso hanno deciso anche quest’anno di camminare lungo i percorsi della lotta partigiana del Maceratese. E la tredicesima edizione della “Marcia della memoria”, che da Caldarola si snoda fino a Montalto, diventa occasione per il sindaco Luca Maria Giuseppetti di lanciare un appello alla presidente della Camera e un messaggio a Roma: «Noi lotteremo perché questi stupendi territori non vengano abbandonati e desertificati per la mancanza di servizi dovuta anche ai tagli dello Stato». Un appello che Boldrini raccoglie mentre cammina: «Non si può concentrare tutto sulla costa a discapito delle aree interne – ha concordato la terza carica dello Stato, durante la marcia – Anche se dalla mia posizione posso fare poco». Arrivati a Montalto le parole hanno lasciato spazio al ricordo e alla musica: Boldrini, insieme ai presenti, ha intonato di fronte al monumento dedicato alle vittime dell’eccidio il canto “Bella ciao”.
Prima della partenza chi ha deciso di marciare (autorità civili e militari al completo) si è stretto sotto le logge di piazza Vittorio Veneto, dove dopo gli interventi di Giuseppetti e di Lorenzo Marconi (Anpi), Boldrini ha ricordato le 32 vittime dell’Eccidio di Montalto, di cui ricorre quest’anno il 72esimo anniversario: «Persone fucilate senza processo che fanno parte della memoria italiana. Anche se la memoria è diversa dal ricordo – ha detto Boldrini – non riguarda la sfera personale ma è un valore di tutti che va alimentato ogni giorno. E qui non facciamo solo una passeggiata ma un atto di memoria. Anche in queste montagne è stata scritta la Costituzione». La presidente della Camera ha chiesto a tutti di fare un esame di coscienza laico: «Dobbiamo chiederci se questo è il paese che quelle persone avevano sognato 70 anni fa e domandarci: quante ore regaliamo al bene comune? Essere resistenti oggi vuol dire farsi questa domanda. Dobbiamo essere grati ai ragazzi di Montalto e a tutti i partigiani che hanno sacrificato al loro giovinezza per il bene del Paese».
A sinistra la dirigente scolastica Fabiola Scagnetti
Boldrini riserva parole dure per gli ignoti che hanno imbrattato con delle svastiche il monumento alla Resistenza del Pincio ad Ancona, dove la presidente è stata ieri mattina per deporre una corona d’alloro: «Dobbiamo rafforzare la coscienza democratica e la convinzione antifascista, se poi i nostri monumenti devono subire sfregi. Ho deposto quella corona per cancellare la vergogna di quel gesto». Finito l’intervento, prima che la marcia partisse, due alunne dell’Istituto comprensivo “Simone De Magistris” di Caldarola hanno regalato alla presidente un libro realizzato dagli studenti e intitolato “ll castello pazzerello dove vince solo il bello”. Un volume «ispirato dai nostri castelli e dalla nostra storia», c’è scritto nella dedica pensata per la presidente. Ad accompagnare le due alunne la dirigente scolastica Fabiola Scagnetti.
(Servizio aggiornato alle 15,10)
Da sinistra: Irene Manzi, Stefania Monteverde, Antonella Nalli e Giuseppe Pezzanesi
Il comandante provinciale dei Carabinieri di Macerata, Stefano Di Iulio
Il prefetto di Macerata Roberta Preziotti
Il questore di Macerata Giancarlo Pallini con il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi
Francesco Massi
Lorenzo Marconi
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Il sindaco di Caldarola si chiama Giuseppetti, non Giuseppucci.
esatto boldrini anche qui è stata scritta la costituzione, la stessa che state distruggendo a roma.
A proposito della Costituzione e della sua conoscenza da parte dei politici cito un passo di Wikipedia riguardante la figura di Alberto Bertuzzi:
”
Molto nota fu l’esilarante “Operazione Roma” che vide Bertuzzi in persona convocare sette ministri per esaminare le loro competenze e la loro conoscenza della Costituzione; ma ancora più celebre fu la sua battaglia contro il termine “onorevole” usato/inteso come sinonimo della carica di deputato (secondo un vezzo diffuso tra i politici e i giornalisti italiani) e non come appellativo di cortesia. Norma di civismo che, fra l’altro, è stata recepita da due presidenti della Camera, Irene Pivetti e Fausto Bertinotti i quali nelle sedute di Montecitorio hanno sempre e solo usato l’appellativo di “deputato” nel nominare i membri dell’assemblea.
“
Mica me la prendo con lei!! Ma.con quelli che stanno marciando con lei..!
NON È DEGNA DI ANDARE IN CERTI LUOGHI !!
peccato che i fruttivendoli sono chiusi di domenica
…..ma non si vergogna minimamente?