È stato Luca Barbarossa ieri sera sul palco del teatro Persiani di Recanati a lanciare la lunga maratona musicale con i 16 finalisti della XXVII edizione del festival Musicultura. La serata, già sold out da alcune settimane, è stata condotta da John Vignola di RadioRai, partner del festival.
“Roma spogliata è la canzone con la quale io ho iniziato a Castrocaro nel’80, vinse il Festival e mi portò a Sanremo, – ha detto sul palco Barbarossa – che sia di buon auspicio per i finalisti di Musicultura, dopo 36 anni posso ancora cantare questa canzone che mi porto in giro come portafortuna e compagna di vita” Il cantautore romano, da anni legato al festival si è esibito in un set acustico accompagnato dalla chitarra e dall’armonica del suo amico di sempre Mario Amici con alcuni tra i suoi brani più famosi, con cui ha scritto pagine importanti della storia della canzone italiana sulle note di “Roma Spogliata”, “Dio non è”, “Via Margutta” ha concluso l’esibizione tra gli scroscianti applausi del pubblico con “Al di là del muro”.
Prima del concerto nell’Aula Magna del Comune gli artisti finalisti con Luca Barbarossa, John Vignola ed Andrea Cacciagrano, responsabile musica di Radio 1 Rai sono stati presentati al pubblico dal direttore artistico di Musicultura Piero Cesanelli con il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo, il sindaco di Macerata Romano Carancini e il presidente della Provincia Antonio Pettinari.
Le Kitchen Machine hanno aperto la carrellata degli artisti con il loro brano “Ti ricordi quando ci hanno escluse dalle Cheerleaders” un progetto sperimentale, irriverente, assai musicale, dove l’“underground” diventa finalmente cantabile. Poi è stata la volta dei Sikitikis, che, con “In giro per club”, hanno sfoggiato la loro dirompente forza musicale, un concentrato di energia performante, uno spaccato di vita notturna senza vincitori né vinti illuminato dall’ironia. Umberto Scataglini, con “Dirti ti amo (nel tempo)”, ha offerto la freschezza del sentimento che canta l’amore in presa diretta con liricità testuale e melodica. Per Braschi, invece, con “Acqua e neve”, rock in poesia, chitarre affilate che fanno da sfondo ad un incontro mancato tra pudore ed incomunicabilità. Pervasa da un’aria primaverile “La cosa più bella”, è la coinvolgente ballata d’amore di Flavio Secchi. Giulia Catuogno, che con “Vivi, c’ hai una vita, deficiente”, ha ammonito tutti con grinta e personalità a non farsi mortificare dal dolore, in un inno alla vita non retorico. Emanuele Colandrea “Erika” la sua canzone è una sfilza di immagini imprevedibili quanto azzeccate, calate in una riuscita circolarità musicale. Ed ancora, Pepp-Oh, che, con “Pepp Flohw”,e più in generale la sua musica, produce un bell’incontro tra la lingua partenopea ed un rap fantasioso che dialoga con il funk. Mimosa: la sua “Fame d’aria” è la rappresentazione viva del pathos di una canzone, con le luci e le ombre di un testo viscerale quanto ermetico. Gli Utveggi, invece, si caratterizzano, con “Postumi”, una canzone che spiazza per l’effervescenza surreale delle parole, per l’originalità del battito ritmico e del taglio musicale. Luca Carocci, con “Le rose e i limoni”, si è messo in mostra per la vivacità melodica l’originalità delle immagini in musica ed una misura interpretativa al servizio di un avvolgente folk trasteverino. Altrettanto suggestiva la performance di Francesca Romana Perrotta: il suo “Il Grido” è il riemergere dalla sofferenza di un amore malato, espresso con la passionalità del ricordo e lo stupore della rinascita. La “Foto di Classe” dei Blindur è un quadretto del tempo che è stato, un momento autobiografico fatto di parole asciutte e sofferte per una cavalcata musicale tesa e travolgente. Una canzone d’amore, invece, per Luca Tudisca, “Guardami adesso”, un brano che si fa strada senza orpelli, rafforzato dalla sincerità e dalla profondità di una voce che colpisce e da una musica che sa dialogare col silenzio.
Ironia, stile e maestria tecnica per Simone Cicconi, che tra rap e hard rock, con “Simone s’è incazzato” denuncia l’ignoranza e la mediocrità che dominano un’Italia sempre più Italietta. Gianfrancesco Cataldo ha chiuso il concerto dei 16 finalisti con “Marta”, sintesi affascinante tra linea melodica e testo in grado di suscitare forti suggestioni emotive.
Le 16 canzoni accederanno alla fase successiva del concorso, che dal 16 aprile al 16 maggio coinvolgerà il grande pubblico di Facebook nella votazione di due degli otto vincitori del concorso, altri cinque vincitori saranno indicati dal Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, composto da Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Luca Carboni, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Tiziano Ferro, MaxGazzè, Giorgia, Maurizio Maggiani, Dacia Maraini, Marta sui tubi, Mariella Nava, Gino Paoli, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Sandro Veronesi, Federico Zampaglione, Stefano Zecchi, uno dei vincitori sarà infine designato da Musicultura stessa.
Gli otto i vincitori del concorso accederanno alle serate conclusive di Musicultura all’Arena Sferisterio di Macerata il 23 -24 -25 giugno 2016. Al vincitore assoluto, eletto dal pubblico dello Sferisterio, andranno i 20 mila euro del premio Ubi – Banca Popolare di Ancona.
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