La passeggiata delle autorità: al centro il presidente della Provincia Antonio Pettinari, con al suo fianco Alessandro Mecozzi, responsabile ufficio tecnico della Provincia (sulla destra) e il sindaco di Corridonia Nelia Calvigioni. A sinistra invece Romolo di Marco, appaltatore dell’opera e Paolo Cartechini vice sindaco di Corridonia
di Maurizio Verdenelli
(Foto di Andrea Petinari)
“S’è lamatu lu ponte?” sorride canzonatorio a Nelia Calvigioni l’anziano alla guida del fuoristrada risalendo dal Fiastra ‘distruttore’ che scorre invece languido nelle piane di Colbuccaro sotto il sole quasi da ottobrata romana. Nelia, sindaco di Corridonia, coglie al volo la provocazione: “No, questo non si ‘lama’ più”. Poi al cronista: “E’ finito un incubo durato quasi cinque anni. L’aspettavamo tutti quest’opera che rimette insieme due pezzi non solo del comune di Corridonia, ma ripristina soprattutto una viabilità ed un collegamento importanti con l’entroterra e la superstrada”. Risplendono le acque del Fiastra, affluente del Chienti non più tempestoso come in quelle idi di marzo del 2011 quando l’alluvione fece straripare il maxi-torrente. “Macché torrente, è un fiume in piena, rapidissimo il doppio del Chienti con un letto largo capace d’inondare le piane. Prima di quattro anni fa, ricordo l’alluvione del 18 agosto 1976, nel pieno di un’estate piovosa e rovinosa, frane dappertutto. L’acqua era arrivata al pari del ponte: era chiaro che alla fine quella struttura lì (costruita nel periodo compreso tra il 9 maggio 1955 ed il 25 gennaio 1958, ndr) non avrebbe retto tanto più a lungo” ricorda Enzo Evangelista che abita a piane di Colbuccaro, quasi a fianco di quel vicino ‘terribile’, il Fiastra. E’ stato poi un altro abitante del luogo, un ciclista, Giuseppe Giovannetti, ex operaio calzaturiero, pensionato in formissima, ad ‘inaugurare’ il ponte costato quasi tre milioni di euro: 2.977.700 per l’esattezza. E consegnato dalla ditta appaltatrice ieri sera, con tre giorni d’anticipo rispetto alla data prevista: quasi un record nell’Italia dei cronici e poco innocenti ritardi in fatto d’opere pubbliche. I lavori erano stati affidati il 10 settembre dello scorso anno e la conclusione era prevista martedì prossimo, con una durata complessiva di 392 giorni consecutivi.
Un sabato di festa, senza aspettare il ‘dì’ leopardiano. Festeggia, nella sua maglietta quasi da ciclista prof, multicolore e sponsorizzata, il pensionato Giuseppe che ha anticipato tutti. Precisamente una Ritmo bianca, una Mercedes ed altre tre bici e poi via via un autocarro della Provincia, accolto con gli onori del trionfo, altre vetture e soprattutto gruppetti sparsi di ciclisti, attrezzati di tutto punto ché sembra d’essere al Giro d’Italia o meglio all’edizione autunnale della celebre corsa che in primavera si organizza proprio lungo le piane del Fiastra. Tutti gioiosamente in fila a ‘defluire’, sotto lo sguardo attento di una pattuglia di vigili urbani corridoniani sulla carreggiata di destra (per chi proviene da Macerata) della strada dipinta di fresco, mentre quella di sinistra era occupata dal drappello in movimento delle ‘autorità’ preceduti non a caso in ‘maglia rosa’ dal presidente della Provincia, Antonio Pettinari. Che dopo quello sul Potenza, intitolato a san Giovanni Paolo II (il papa santo passò da quelle parti per benedire la croce di un pellegrinaggio Macerata-Loreto) è diventato anch’egli ‘pontefice massimo’ laico seppur provvidenziale.
E questo ponte sul Fiastra come si chiamerà? L’intitolazione è rimandata alla cerimonia d’inaugurazione – quando verrà forse almeno un sottosegretario. Oggi infatti si è trattato di una semplice apertura. A proposito dell’intitolazione dell’opera, già girano parecchie ipotesi. La più accreditata è quella relativa a Filippo Corridoni, eroe eponimo che la sua città ha celebrato qualche giorno fa nel primo centenario della morte. Sarebbe un giusto omaggio per un protagonista delle lotte sindacali del ‘900, quasi più conosciuto a Parma e Milano che nelle natie Marche. Pettinari non si sbilancia e neppure la Calvigioni e Paolo Cartechini nella sua doppia qualità di vicesindaco e presidente del Consiglio provinciale: entrambi probabilmente sono tuttavia all’oscuro di tutto. L’importante è che finalmente questo bel ponte, più largo della strada stessa (“abbiamo fatte le cose in grandi, ormai siamo specializzati in ponti dopo quello sul Potenza che ci ha fatto, come noto, penare molto” dice il dirigente, Sandro Mecozzi) sia adesso fruibile. “Non abbiamo voluto tardare a consegnarlo ai cittadini, agli automobilisti: ieri sera il cantiere ha ‘chiuso’ ed eccoci qui stamattina con tutti voi” dichiara un po’ populista Pettinari che spicca nella la piccola folla di cronisti, cameraman, assessori comunali, dirigenti della Provincia e di (non molti) curiosi.
Evidentemente la notizia non era ancora circolata in zona ed ha preso alla sprovvista la popolazione che aspettava questo ‘sabato del villaggio’ sin dal 2011. “E’ andato tutto bene. Abbiamo trovato una ditta seria, nella casualità del procedimento utilizzato per l’appalto” annota Mecozzi. E Pettinari: “Motivo d’orgoglio per la Provincia il fatto d’aver progettato, appaltato e collaudato un’opera pubblica importante, sentita da tutti e nei tempi fissati. Avevamo anzi messo in linea due piani: uno per il ripristino della vecchia struttura, e l’altro per un ponte tutto nuovo”. Ed eccoli i dati tecnici dell’infrastruttura realizzate dalla Ati Codima da Romolo di Marco & sas di Silvi Marina (Teramo) in collaborazione con l’altra impresa appaltatrice Casicni Costruzioni srl di Pianella (Pescara). Lunghezza: 165 metri (con i guardrail fino a 185), tre pile e quattro campate: le due centrali di 51,90 metri e le due laterali di 29,5 metri. Il ponte è costituito da travi in acciaio poggianti su tre pile e due spalle. Al di sopra delle travi è stata realizzata una soletta in calcestruzzo. Le fondazioni sono realizzate su pali. Profondità: 30 metri per la pila centrale, 21 metri per quelle laterali, 25 per le spalle. Due le corsie, da 3,25 metri l’una, e un passaggio ciclo-pedonale da 120 cm.
E i soldi? Il ponte, ancora ‘innominato’ è stato finanziato per 2 milioni e 200mila euro con le risorse assegnate dal decreto del Presidente del Consiglio (23.3.2013) in base all’ordinanza del Capo di Protezione civile (10.06.2012) per interventi in conto capitale in riferimento all’alluvione del 2011. La restante quota di 777mila euro è stata finanziata con le risorse assegnate sempre alla Protezione Civile per il fondo antisismico regionale. Insomma stavolta le provvidenze pubbliche ci sono state e Pettinari può a buona ragione dichiarare “d’essere orgoglioso del collegamento alfine attuato nella considerazione del grande disagio che la popolazione ha sofferto (l’attraversamento del Fiastra è stato negli ultimi tre anni garantito a malapena da un attraversamento veicolare temporaneo realizzato dalla Provincia e da un guardo più piccolo costruito da privati, ndr) ma da questa mattina è… acqua passata. Grazie ancora a Romolo Di Marco e alla sua impresa: gente come lui fa sperare in un’Italia seria, competente e capace. Ed un grande grazie ai nostri tecnici, naturalmente”. “Siamo stati fortunati – fa ancora eco l’ingegner Mecozzi – alla gara d’appalto, con il metodo della media, si erano presentate circa trecento ditte da tutt’Italia: abbiamo pescato bene”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Giuseppe Corridoni ?non sarà per caso Filippo Corridoni?!!
Era ora
Complimenti alla signora Nelia Calvigioni mi manca tantissimo la mia amata Corridonia
C’è proprio di che essere orgogliosi. Forse il presidente Pettinari ed il suo staff tecnico non guarda la tv e nello specifico Dmax. Comunque ricordo loro che il ponte piu lungo del mondo che collega Hong Kong con la Cina, è stato costruito completamente sul mare, è lungo 42 chilometri e sono stati impiegati 4 anni. Stessi numero del nostro ponte, 165 metri, sopra un ruscello che a volte si trasforma in fiumiciattolo e 5 anni per la realizzazione.
Il ponte è finito con oneri e onori…!!! Ora le strade Provinciali aspettano con ansia qualche rattoppo…!!! Non faranno nulla, come sempre, dando la colpa al tempo, non favorevole per fare certi lavori…!!!
Redazione Cronache: visto che avete correttamente sostituito Giuseppe Corridoni con Filippo Corridoni,presumo su mia segnalazione,sarebbe opportuno togliere il mio commento ,che adesso appare incomprensibile.Grazie.
Ma siete sicuri che ci passa un qualcosa d’acqua lì sotto? Perché nella foto a tutto ponte, non vedo lo scorrere del Fiastra,veemente affluente del Chienti. Per il nome, aoh, questo è il secondo che fa, quindi mi sembra cosa nobile e gentile dargli il nome di chi si batté affinché l’Italia divisa dal distruttore impeto del ruscello, si riunisse per un nuovo fraterno abbraccio tra chi vene da sopra e da chi vene da sotto. Il nome che parte come sussurro ed imitando il crescere del fragore del Fiastra in piena, fino ad esplodere in un grido di travolgente affetto, non può essere che uno solo: ” Ponte Provinciale Pettinari “.