di Marco Ricci
Anche i finanziamenti al gruppo Foresi e alla Icoc di Franco Sagretti, imprese collegate con le vicende legate alla Civita Park e con la realizzazione del Cuore Adriatico di Civitanova, sono sotto la lente degli investigatori di Ancona i quali, a seguito degli esposti presentati da Banca Marche nel 2013 alla procura del capoluogo dorico, cercano di far luce sulle cause che hanno portato al dissesto del principale istituto di credito marchigiano. Le segnalazioni, effettuate della nuova dirigenza di Banca Marche, hanno dato così il via ai militari del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Ancona i quali, oltre a prendere visione nei mesi passati di diverso materiale dell’istituto, avrebbero ricostruito puntualmente le pratiche e i flussi di denaro provenienti dalla banca e diretti ai due gruppi. Al momento, va ricordato, nessuno degli imprenditori o degli amministratori delle società del gruppo Foresi o della Icoc risulta essere tra le 36 persone che la procura di Ancona ha iscritto nel registro degli indagati per la vicenda Banca Marche per reati che vanno, a vario titolo, dall’associazione per delinquere, all’appropriazione indebita in concorso o meno, al falso in bilancio, alla corruzione tra privati oltre all’ostacolo all’attività di vigilanza e alle false comunicazioni sociali.
Tornando al gruppo Foresi e alla Icoc, gli esposti presentati alla magistratura hanno avuto origine dalle diffuse presunte irregolarità nella concessione del credito riscontrate da Banca Marche dopo l’avvicendamento dell’ex direttore generale, Massimo Bianconi, e il ricambio dei massimi dirigenti. Alcune delle irregolarità riguarderebbero anche la vicenda legata al centro commerciale di Civitanova, come ad esempio il primo finanziamento concesso per l’acquisto del terreno sui cui poi sorgerà Cuore Adriatico. L’importo erogato sarebbe stato infatti ben superiore al costo di acquisto dell’area. Ma anche i successivi finanziamenti, concessi a stato avanzamento lavori, e gli importi per la costruzione delle opere del centro commerciale sarebbero stati successivamente vagliati dalla nuova dirigenza e in alcuni casi ridotti negli importi.
LA ICOC E IL CAPANNONE FANTASMA – Un’altra delle anomalie che coinvolge, oltre alla Icoc di Franco Sagretti, indirettamente anche la Civita Park, riguarda un’operazione da 4,6 milioni di euro effettuata nel 2011 da Medioleasing, società interamente controllata da Banca Marche. Oggetto, l’acquisto di un terreno e la costruzione di un capannone industriale a Jesi. Medioleasing, dopo aver acquisito il terreno, incaricò la Icoc di realizzare le opere. Nonostante a novembre del 2011 il perito della banca avesse riscontrato lavori per soli 350mila euro, verso la Icoc erano già state autorizzate – a fronte di fatture emesse con causale “Stato avanzamento lavori” – erogazioni per 1,2 milioni di euro. Dopo altre fatture simili e, senza alcuna verifica, Medioleasing concede nei successivi tre mesi un altro milione di euro alla società del gruppo Sagretti. Secondo la successiva ricostruzione effettuata da Banca Marche nel 2013, le somme non sarebbero però state utilizzate per terminare i lavori. Dalla Icoc sarebbero andate in parte alla Prefabbricati Foresi (160mila euro), in parte per chiudere anticipi di fatture concessi in precedenza alla Icoc dallo stesso istituto di credito, e in parte anche al comune di Civitanova. Con il denaro di Medioleasing, infatti, la Icoc avrebbe effettuato un versamento al Comune per 414mila euro. Causale, “per conto Civita Park srl – quarta rata relativa al costo di costruzione.” La vicenda si chiude con una nuova perizia effettuata dalla banca nel 2013 da cui emerge, oltre a un permesso a costruire scaduto, una previsione di perdita per l’istituto pari a 2,4 milioni di euro. Inutile dire che del capannone, al di là del progetto, c’è poco o niente. Questo nonostante i circa 2,2 milioni di euro di fatture emesse dalla Icoc e pagate senza batter ciglio dalla controllata di Banca Marche.
LA ICOC E IL CAPANNONE ABBANDONATO – Se un capannone non è stato costruito, un altro capannone è stato abbandonato. La vicenda riguarda un altro dei finanziamenti erogati da Medioleasing e sottoposti nel 2013 dalla banca all’attenzione dei magistrati di Ancona. L’operazione coinvolge la Sparkle srl il cui impianto di produzione, finanziato sempre con un contratto di Medioleasing e ottenuti 4 milioni di euro dalla Regione Puglia, è ormai una scatola abbandonata nelle campagne leccesi (vedi il video). Partecipata al 20% dalla Icoc di Sagretti e al 10% dalla Prefabbricati Foresi, l’azienda che opera per produrre radiofarmaci nelle campagne di Casarano è entrata nei fascicoli dei magistrati pugliesi i quali – secondo quanto riferito dalla stampa leccese – a novembre del 2014 iscrivono nel registro degli indagati il maceratese Gianluca Valentini, amministratore della società, Paola Panichelli, sempre di Macerata e socia della Sparkle al 26%, Mauro Ballante, legale rappresentante della Icoc e Sergio Foresi, quest’ultimo in qualità di legale rappresentante della Prefabbricati Foresi, oltre ad un’impiegata del comune di Casarano. Ipotesi di reato, a vario titolo, truffa aggravata mediante artifici e raggiri per aver indotto in errore la Regione Puglia al fine di procurare alla Sparkle un ingiusto profitto di oltre 4 milioni di euro, falso ideologico aggravato e abuso d’ufficio. L’operazione denunciata da Banca Marche alla Procura di Ancona inizia però ben prima, nell’ottobre del 2009, quando la Sparkle è di proprietà di Gianluca Valentini, di una società del gruppo Sagretti, la Sipmo srl e, con il 24% delle quote dalla Acom Spa di cui, addirittura, la Provincia di Macerata detiene la quota maggiore. Il contratto di leasing originario prevede il subentro da parte della Sparkle ad una impresa edile che per 1,4 milioni di euro si era impegnata tre mesi prima nella costruzione di un immobile a Montegranaro. L’immobile è destinato in parte ad essere affittato e in parte ad essere utilizzato come magazzino e rimessa per la stessa Acom Spa e la Acom servizi srl. Il contratto con la Sparkle però cambia e lievita prima a 2 milioni di euro e infine a 4 milioni, con l’ultima maggiorazione già deliberata da Medioleasing in precedenza e giustificata dai costi necessari per ultimare l’edificio (500mila euro) e per installare il macchinario necessario alla produzione di radiofarmaci (1,5 milioni). Medioleasing, il giorno successivo alla stipula del contratto, eroga subito alla Sparkle 2 milioni di euro a fronte delle solite fatture per “opere edili legate al completamento dell’immobile”. Dei 2 milioni di euro della Sparkle, 1.4 milioni finiscono con un bonifico alla Icoc di Sagretti. 600mila euro, invece, Medioleasing li gira sempre lo stesso giorno alla società intestataria del primo leasing alla quale servono per chiudere un precedente finanziamento concesso da Banca Marche. Neppure la Provincia di Macerata e gli allora altri soci pubblici della Acom (comune di Montecosaro con quasi il 10%, comune di Tolentino e Università di Camerino con quote intorno all’uno per cento) sembrano intanto accorgersi di come stanno procedendo i lavori in quel di Montegranaro finché, nel 2013, Banca Marche vuole vederci chiaro e ricostruisce il finanziamento. E scopre, da una perizia del 2012, cioè di tre anni successiva all’erogazione dell’importo milionario, che l’immobile non solo si trova nello stato in cui fu acquistato da Medioleasing, cioè non completato e in abbandono, ma che è necessario porre in sicurezza il cantiere. Perdita stimata per la controllata di Banca Marche, 1,7 milioni di euro.
IL GRUPPO FORESI E I GRANDI RISCHI – In merito al gruppo Foresi, beneficiario da Banca Marche di decine e decine di milioni di euro, si può ricordare ad esempio come a settembre del 2012 l’istituto di credito segnalasse una prima anomalia alla Vigilanza di Banca d’Italia, anomalia in seguito puntualmente riscontrata dalle successive ispezioni condotte dagli uomini di via Nazionale. Medioleasing non avrebbe infatti segnalato nell’aprile del 2012 un’esposizione del gruppo superiore alla soglia di grande rischio e pari nel complesso a 64 milioni di euro. Sempre in relazione al gruppo Foresi, gli ispettori della Banca d’Italia hanno in seguito riportato nei loro verbali come su alcune operazioni di finanziamento – al pari di quelle verso i gruppi Lanari, Ciccolella, Casale, Degennaro e Cellulis – graverebbero “alee legali e reputazionali, associate alle diffuse irregolarità gestionali” che sarebbero emerse in relazione alle concessione del credito, irregolarità riconducibili, nel complesso dei cinque gruppi, “alla valutazione del merito creditizio, all’acquisizione delle garanzie e alla destinazione di alcuni finanziamenti”.
Al di là di quelle che saranno le conclusioni delle indagini da parte della Procura di Ancona, resta l’evidenza di come Banca Marche sia stata in passato l’origine di un enorme flusso di denaro indirizzato verso importanti gruppi e imprenditori – marchigiani e non – poi finiti per diverse vie al centro di indagini giudiziarie, con le somme concesse in molti casi dietro irregolarità e dirottate spesso in un intreccio di mille rivoli lontani dalle destinazioni originarie. Un flusso di denaro che, oltre a comportare perdite enormi per l’istituto di credito oggi commissariato dal ministero dell’Economia e al centro di un complesso piano di salvataggio, negli anni passati può aver inquinato molto in profondità la vita economica e sociale delle Marche, dal pesarese all’ascolano. Forse il motivo per cui in tutta la regione sono molto pochi coloro che parlano di questa vicenda e che chiedono sia fatta chiarezza.
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gestione allegra..?
tanto tutto il CdA era d’accordo. Mica solo i vari Gazzani e Bianconi … 🙂
Finirà tutto a tarallucci e vino (com’è giusto che deve finire).
Baciate le mani …
.., e intanto paghiamo!!
Un sistema neppure troppo raffinato per sostenere (im)prenditori con aziende decotte e spartirsi milioni di euro ai danni della tanto decantata “banca del territorio”.
A questi qua del territorio gli è sempre importato meno di zero, pensavano solo a razziare il razziabile come rozzi ladri di cavalli nel vecchio west. Con la differenza che nel vecchio west gli mettevano una taglia sulla testa, ai banchieri invece li indagano il tempo che basta perché tutto di prescriva e si perfezionino trust, fondi patrimoniali etc… Con queste prove, mi chiedo, ma che senso ha indagare ancora? Non basta lo scempio, lo stupro che questi mammasantissima hanno compiuto ai danni della collettività? Che altro serve?
Non capisco…
Complimenti a Marco Ricci per l’ennesimo articolo circostanziato e chiaro come l’acqua.Ma non chiaro a chi dovrebbe esserlo evidentemente.Continuo a chiedermi che cos’altro deve emergere per poter dimostrare le accuse mosse a questi signori.Ancora parliamo di presunte irregolarita’?Ancora c’e’ da capire come mai sia avvenuto il dissesto di bmarche?Cosa c’entra la crisi del mercato immobiliare con queste porcherie?E perche’ tutta questa facilita’ di erogazione del credito senza nessun controllo o verifica?Dentro bmarche erano tutti oltre che degli incapaci dei buoni samaritani che erogavano centinaia,migliaia di milioni di euro,cosi’ senza ragione o tornaconto?Qualcuno da tutto questo bordello schifoso ci avra’ guadagnato o no?Mi auguro di si per loro altrimenti superano per idiozia i protagonisti del film scemo piu’ scemo..E pensare che qualche dirigente allontanato da bmarche ha avuto anche la faccia di protestare ed intentare cause all’istituto…siamo tutti su scherzi a parte(capito Giovanni?…)
…come la mettiamo con quella miriade di piccoli imprenditori che ha lavorato per una vita con onestà, costretti a chiudere perché la banca ha negato il credito…??
Marco Aldi,non sono mai stato un sostenitore di Gazzani,ma con Bianconi,cda e con quello che hanno combinato Gazzani non c’entra asoolutamente niente.Ha commesso degli errori ma mettere in dubbio la sua onesta’ o ritenerlo complice dei ragazzi di cui sopra non e’ giusto.
Sig Livio .. Pensi ai soldi dei risparmiatori e azionisti che sono stati utilizzati per finanziare questi truffatori anziché le piccole imprese del territorio e tradire lo scopo della banca . …Se la crisi nelle Marche ha colpito più duro la causa è sicuramente dovuta al mancato sostegno finanziario di banca marche ( anzi spesso hanno revocato le linee di credito a piccoli artigiani e commercianti Senza preavviso)
Sempre precisi e chiari gli articoli di Marco Ricci.
A questo punto, però, quello che non riesco a comprendere è come si stanno muovendo le indagini….
Marco Ricci, in questi ultimi 2 anni, con diversi articoli ha fatto la ragiografia completa (di quello che c’era da radiografare) pertanto sarebbe ora che, dagli organi competenti, venisse formulata una diagnosi e, eventualmente se ci fose bisogno, che venisse anche proposta una cura…
Si è finito di indagare????????????????
Si va a processo?
QUANDO CI SI VA?
Non ci si va?
PERCHE’ NON CI SI VA??
Ci vanno solo alcuni?
A chi è arrivato eventualmente un avviso di garanzia?
Finalmente si inizia a far luce su una vicenda grave. Si sta parlando della prima Civita Park e della conduzione di Banca Marche, del direttore Bianconi e di Medioleasing, della facilità con cui venivano dati finanziamenti e della mancanza di seri controlli.
Tutte vicende avvenute fino al 2012-2013. Parliamo degli anni 2008-2009-2010-2011, fino a quando la Banca di Italia non è intervenuta su Banca Marche nominando dapprima il direttore generale Goffi e poi i Commissari.
Così come cambiano gli assetti in Civita Park e la responsabilità passa ad un nuovo amministratore.
E’ un capitolo che va ancor più approfondito e che farà emergere le responsabilità di chi ha agito in maniera scorretta e di chi in quegli anni, fino al 2012, non si è accorto di nulla.
In tutto questo il palazzetto non c’entra nulla e la foto con lo scheletro del Palas e i soldi che svolazzano o è un errore o una forzatura che va nella direzione di confondere le idee.
@ Giulio Silenzi
Vorrei ricordarle che la vostra amministrazione ha:
1) Fatto continuare la costruzione del centro Commerciale SENZA polizze valide a garanzia della parte pubblica;
2) Fatto aprire il centro commerciale sebbene Civita Park avesse un debito di 400.000,00 di Ici/ Imu non pagata nei confronti del Comune di Cvitanova Marche;
3) Impegnato il Comune di Civitanova Marche in un maggiore esborso di almeno 3.000.000,00 di euro per la Costruzione del Palas;
4) Fatto l’esatto contrario di quello che avevate scritto nel programma elettorale (cioè rispetto dei termini di consegna e della convenzione) concedendo di fatto 2 anni di proroga e stipulato una nuova convenzione;
5) Avallato lavori con materiali fuori capitolato;
6) Non avete sostituito il geometra comunale responsabile del controllo quando era deceduto permettendo a Civita Park di fare quello che voleva per un anno e mezzo;
7) Fatto i lavori del Palas SENZA bando pubblico;
8) Non avete richiesto la certificazione anti-mafia e lo avete fatto solo dopo che il MoVimento 5 Stelle ve lo ha richiesto con domanda protocollata;
Ma quello che è più grave è che avete continuato a lavorare con Mattucci pur sapendo chi era, visto che già prima della vostra elezione era stato agli arresti domiciliari per presunte collusioni con i Casalesi, e voi lo sapevate benissimi tutti a sinistra e destra.
Ma la cosa più grave è che avete continuato a lavorare
Esilarante l’intervento di Silenzi, poiché si guarda bene dal precisare che :
1) Silenzi da presidente della provincia ha autorizzato l’opera….
2) Silenzi da segretario del PD di Civitanova dal 2010 non ha detto nè scoperto nulla sulle fidejussioni pur essendo il PD all’opposizione e per legge compito dell’opposizione dovrebbe essere anche quello del controllo.
3) Silenzi era l’incaricato dal sindaco di seguire l’intera vicenda, e la Medioleasing eroga ben 38 milioni di euro su 68 durante questa amministrazione
4) Sempre questa amministrazione ha regalato 4 milioni di euro dei Civitanovesi per completare il Palas
5) E’ Silenzi quello che viene ritratto in più foto e pose sempre a fianco di Mattucci.
6) è questa amministrazione che ha permesso di fare le opere senza le fidejussioni, senza chiedere nè verificare un certificato antimafia fino alla richiesta del M5S fatta a Marzo 2014 che guarda caso viene chiesto solo dopo l’uscita di Mattucci dai vertici della Civita Park.
ma la domanda successiva e’…cuore adriatico e palas sono legalmente a norma oppure rischiano di finire sotto sequestro??? e i controlli strutturali e dei vari tecnici preposti ad esempio nel caso del palas dalla federazioni etc…sono realmente stati fatti con criterio oppure ci troviamo di fronte ad un ennesimo caso in stile gallerie della quadrilatero??’
Silenzi è l’unico che dice la verità. Infatti basta leggerlo al contrario. Non c’è nemmeno bisogno di confutarlo. E’ completamente schematico. Dice sì, leggere no, dice approfondire, meglio non farlo sopratutto per lui e i suoi adepti.” La verità, è sempre nascosta nei meandri della mente. Ed è lì che rimane.” Leonida Rubistein
Difronte ad un articolo inchiesta come questo, i grillini ripetono le solite litanie di cavolate sul palazzetto, a cui tra l’altro abbiamo risposto e che qui non c’entra assolutamente nulla.
Non dicono però nulla sulle questioni gravissime che l’articolo denuncia. Insomma, ossessionati da Silenzi e dal palazzetto, commentano “a prescindere” da quello che si scrive, dal contenuto dell’articolo/denuncia e cioè l’uso distorto di milioni concessi al gruppo Foresi e alla ICOC di Franco Sagretti, che seppur inquisito ha fatto una serie di conferenze stampa dove non si e’ capito dove voleva andar a parare.
Dai grillini non una parola su Sagretti e i capannoni fantasma, sui finanziamenti per i capannoni abbandonati, non una parola sulle decine di milioni che la Banca ha dato a Foresi, non una parola sulla Sparkle\Acom e l’imbroglio pugliese. No, su tutto questo i grillini tacciono e parlano del palazzetto che con tutte le vicende illustrate non c’entra proprio nulla se non per la foto che e’ stata impropriamente messa.
Silenzi scusi…ma il palas…chi la costruito la fata turchina???? e come sono stati assegnati i lavori senza un bando pubblico??? sono state pubblicate foto durante la costruzione del palas con dipendenti che giravano per il cantiere senza protezioni di sicurezza che …se non si fosse qualcosa dietro,,,,avrebbero portato alla chiusura immediata dei lavori…palas fatto con finanziamenti non chiari…con autorizzazioni che a questo punto saranno da veirifcare…con cartellonistica che non indicava neanche la ditta appaltatrice ne il direttore dei lavori….non e’ stata richiesta neanche la certificazione antimafia da quanto dicono quindi…il palas non mi sembra tanto “pulito”…oppure si ha un concetto di pulito molto distorto…forse diciamo politico…
@ Ceresani. Il Palas non esiste. E’ solo una opinione. La fiera, mi sa che non è neanche quella.
Ceresani In questo articolo non si parla del Palas ma di altro, e cioè di vicende gravissime e documentate almeno stando a quello che si legge. Invece Lei parla del Palas dicendo delle sciocchezze. Dimostra di non essere informato correttamente e si limita a ripetere cavolate altrui. Ho letto alcuni suoi commenti e l’avversione verso “i civitanovesi” e allora capisco la “sindrome palazzetto”
Ah ah signor Silenzi se vede bene il mio commento precedente io mi riferisco anche al Cuore Adriatico e non solo al palas.Per quanto mi riguarda quello che lei dice dei miei commenti se avra’ notato erano molto precisi e volti a far notare che:uno:un palas a norma e fatto come si deve,leggi e vedi anche foto pubblicate da cronache ma gli stessi cartelli posti presso il cantiere etc…che forse lei non ha letto…non si tira su in sei mesi…gatta ci cova…secondo il comportamento della societa’ sportiva lube tutto si poteva e si puo’ definire che moralmente eticamente e civilmente integerrimo e di puro esempio per le nuove generazioni poi se lei la pensa diversamente…politicamente parlando…perche’ la politica e’ proprio cosa aliena che si regola con le sue leggi,morale etica e spesso legalita’ rispetto non sa’ cosa sia beh liberissimo di pensarlo.
terzo ci spieghi allora come legalmente ha potuto tal mattucci ottenere (ma quali ???) affidi per costruire e dov’era la necessaria documentazione antimafia etc……lei non e’ persona non al dentro della questione mi sembra dato che spesso il suo nome e’ rimbalzato sia quando si parlava di cuore adriatico che di ente fiera (ma guarda un po’ sembra la banda del gatto furbo!!) e palas…
Per dimostrare di aver ragione non bisogna incolpare gli altri o addebitare accuse inventate atte ad ingannare come sono soliti fare i politici decadenti, ma occorre dimostrare la propria innocenza basandosi sulle proprie azioni. Leonida Rubistein
Uno degli errori più gravi della politica è quello di voler distruggere a tutti i costi l’avversario, con qualsiasi mezzo: “chi mi ha preceduto ha sbagliato…..io sono il più bravo anzi, sono immacolato”. Pochi hannoavuto il coraggio di riscrivere la storia delle fidejussioni che hanno caratterizzato l’opera che è stata completata e collaudata. Encomiabile il lavoro posto in essere in questi anni da Pierpaolo Iacopini non solo per aver messo in evidenza molte criticità che andavano sicuramente approfondite ma anche perché ha rappresentato, nel silenzio tombale di “farlocche” commissioni d’inchiesta, un punto di riferimento per chiunque vuole approfondire la triste storia delle scatole cinesi messe in atto da Martucci (non nuovo ad inchieste giudiziarie!!!!!). L’analisi dei comportamenti di questa amministrazione sono al vaglio sia dell’autorità penale sia di quella amministrativo contabile, in quanto interessate dal Movimento 5 stelle, e nessuno-ripeto nessuno- è in grado oggi di anticipare cosa accadrà. Farebbero bene i nostri attuali amministratori così come i precedenti, per quel dovuto rispetto che si deve a qualsivoglia organo di giustizia, tacere ed attendere con serenità i risultati dell’inchiesta. Un fatto è certo: Banca Marche è coinvolta in questo groviglio societario di “scatole cinesi” con danno per le piccole e medie imprese del territorio e di questo non possiamo non condannare quella gestione che ha privilegiato “i grandi”, che non hanno onorato i loro debiti, a scapito dei piccoli. Neppure possiamo trovare scusanti di alcun genere alla situazione civitanovese proprio a causa del reato di cui è accusato Mattucci: associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta
E’ Silenzi prima dell’intervento di Iacopini e Bottiglieri a collegare Civita Park e Banca Marche. Va da sé che se si parla di Civita Park, obbligatoriamente qui a Civitanova si finisce a parlare del Palas. Il dissesto di Banca Marche riguarda certo tutti quelli che sono stati truffati, è l’argomento dell’articolo, ma se Silenzi evitasse qualche volta, non lo fa mai, di arrampicarsi sugli specchi, o di ribattere su argomenti usando le solite capziosità di cui è maestro, non avrebbe certo distolto l’attenzione da Banca Marche al Palas. Così tutti i commenti probabilmente sarebbero stati attinenti all’articolo.