“No trivelle” e “No all’inceneritore” è il coro che negli ultimi giorni si è levato forte dalle Marche e dalla provincia di Macerata. Il timore che un nuovo impianto di combustione dei rifiuti, previsto nel decreto Sblocca Italia, possa trovare posto proprio nel territorio maceratese – tra le ipotesi ci sono l’impianto Cosmari e il cementificio Sacci di Castelraimondo – ha scatenato le reazioni di esponenti della politica sia locale che regionale. Il primo a dare battaglia è stato il Movimento 5 Stelle che nel capoluogo esporrà una mozione sulla realizzazione degli impianti in occasione del prossimo consiglio comunale del 7 settembre. Alla crociata grillina si sono aggiunti via via altre voci da ultima quella del sindaco Luigi Monti che ha lanciato un appello al governatore Ceriscioli per scongiurare la minaccia ambientale .
L’ultimo attacco arriva da Luigi Zura Puntaroni, capogruppo della Lega Nord in Regione.
«Il gruppo Lega Nord si oppone con forza a questa intollerabile ingerenza del Presidente del Consiglio – scrive Puntaroni – che evidentemente deve pagare qualche cambiale ai poteri che lo hanno messo a capo del Governo senza passare per il voto dei cittadini. Addio raccolta differenziata, l’importante è bruciare. Tutto ciò dimenticando che la nostra regione, e in particolare la nostra Provincia, già in maniera autonoma da anni differenzia un’altissima percentuale dei sui rifiuti con importanti costi a carico delle famiglie e che queste stesse famiglie non hanno piacere di vedersi devastare il proprio territorio con un impianto da 200 mila tonnellate-anno di rifiuti da bruciare, ben il doppio di quanto ipotizzato tre anni fa nel progetto iniziale di Sacci Cementi. La bozza del decreto leglisativo inviato alla nostra Regione all’inizio di agosto da Palazzo Chigi è accompagnata dal caldo invito del ministro dell’Ambiente, Galletti, a fare in fretta. Già nella riunione tecnica prevista per il 9 settembre il Presidente Ceriscioli dovrà esprimere un suo assenso. Il ballottaggio per l’insediamento del nuovo inceneritore interregionale sarà probabilmente fra il cementificio Sacci di Castelraimondo ed il Cosmari di Tolentino. Non è pensabile che pochi avventurosi affaristi che hanno dimestichezza con ministri e ministeri riescano a stravolgere il nostro futuro. Le popolazioni dell’alto maceratese hanno diritto di scegliere, determinare, immaginare un futuro migliore».
L’onda green della politica si infrange però sullo scoglio Ivano Tacconi. Il capo gruppo Udc del comune di Macerata, in contrasto alle richieste dei comitati No Triv, invita a riflettere sui ritardi in materia di approvvigionamento energetico nazionale, proprio nel giorno in cui l’Eni annuncia la scoperta in Egitto del più grande giacimento di gas naturale del Mediterraneo.
Il “no” a tutto quello che è sviluppo del paese, danneggia il futuro delle nuove generazioni – scrive nella nota Tacconi – Il 18 settembre, a Bari in occasione della Fiera del Levante, alcuni presidenti delle Regioni Adriatico e Ionico si riuniranno per studiare le strategie e contrastare l’installazione di impianti di perforazione su concessioni statali risalenti a trent’anni fa. Questa riunione contrasta con la fiera barese dove l’imprenditoria meridionale espone i propri prodotti. La competitività delle nostre imprese è ignorata da una parte della classe politica italiana. Per paura del solito consenso politico, (il voto) ci siamo dimenticati tutti che il nostro paese importa energia elettrica, petrolio e metano. L’Eni società modello in tutto il Mondo ha eseguito nel Mar del Nord Inghilterra, Svezia, Norvegia e Islanda pozzi petroliferi senza subire gli ostacoli dei comitati del “no”. Inoltre quei mari non hanno avuto un che minimo inquinamento vista l’alta teconologia delle nostre piattaforme. L’Italia deve crescere, l’occupazione si crea anche attraverso questi investimenti di livello internazionale, la fiducia e il controllo in un paese industrializzato è importante e necessaria altrimenti tutto degenera e si diventa dipendenti del vicino di casa che con il solito sorrisetto ironico, ci ordina sempre di cambiare rotta. Agli scettici chiedo più coraggio politico, affinchè i nostri ricercatori nel mondo tornino nel proprio paese a pari stipendio, che la Tav sia vista per le nostre merci, come un progresso e non uno scempio, che le nostre imprese possano essere più competitive con un’energia a pari costo, non possiamo vivere solo grazie all’estro dei nostri imprenditori».
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Bravo Ivano Tacconi, sono perfettamente d’ accordo con lei. La stessa cosa per la non tav. Se vogliamo progredire dobbiamo farle queste cose come le fanno gli altri e, se sono cose pericolose come si sente dire, lo dovrebbero essere per tutti perché l’ambiente e la natura NON hanno confini né politici né geografici
Tacconi lei con la sua clamorosa ignoranza è esilarante. Mai riso tanto in vita mia!!!
Quando un genitore dice no ad un figlio, dovrebbe essere anche in grado di dirgli il perché di quel no e cosa farebbe lui al posto del figlio. Invito tutti quelli che sono contrari alle discariche, agli inceneritori e quant’altro a dire come dovrebbe essere smaltito ciò che rimane della raccolta differenziata.
Ivano Tacconi è uno specialista del discorso generico, il quale non fa una grinza. Purtroppo, la teoria si scontra con la realtà: e la realtà parla di aumento dei tumori nelle zone prossime agli inceneritori. Tra l’altro, è stato un argomento forte della campagna di Carancini, lo spegnimento del camino del Cosmari (peraltro indipendentemente da lui che ci si è trovato, ma giustamente l’ha cavalcato): e adesso, Tacconi? Adesso che governi con Carancini, che fai: esalti la riaccensione del Cosmari? Perché, vedi: che c’è da dare fiducia al Paese nella direzione del futuro e del lavoro dei giovani, lo sappiamo tutti. Ma se l’impegno è quello di riaccendere gli inceneritori (chissà perché sempre qui da noi: perché non li costruiscono sotto casa di Ceriscioli?), è molto probabile che in futuro non ci saranno giovani…
Io invece – guarda un po’ quanto sono retrogrado… – punterei sul recupero sistematico dell’agricoltura, mediante la costituzione di cooperative giovanili guidate da vecchi contadini che fanno scuola, e tese a rivitalizzare le nostre colture tipiche, insieme alla riqualificazione architettonica delle aree rurali.
Agricoltura, allevamento, ma anche la pesca, tradizioni popolari, bellezze storiche e architettoniche, arte, cultura, turismo, agriturismo, etc.: queste sono le ricchezze dell’Italia, non le trivellazioni dell’Adriatico o gli inceneritori dell’immondizia!
Svegliamoci: come dai paesi europei confinanti compriamo l’energia elettrica, rifiliamogli pure l’immondizia. E se proprio ci tengono, vadano a trivellare il Mare del Nord.
Wladimiro Tulli – esagerando, ma di proposito – diceva sempre: “l’Europa dovrebbe pagare l’Italia per esercitare la bellezza. Anche a loro credibilità”.
Noi non siamo industriali, caro Tacconi: da noi è sempre mancata la borghesia. Noi siamo contadini. Siamo mezzadri. Lo dimostrano l’attaccamento al “campo”, la filosofia del risparmio, anche una certa “codineria” che a volte è disdicevole. Ma che potrebbe salvarci, se incanalata nel giusto verso.
Siamo troppi. Inoltre, siamo invasi da una marea nera e musulmana, che non si fermerà con i proclami e le pie accoglienze, che ci cambierà i connotati fisici e mentali. Ma neanche questo deve essere oggetto di discussione. Stiamo triplicando il numero degli abitanti del pianeta e la soluzione sarebbe una bella guerra atomica in Europa o un meteorite, che elimini l’80 per cento della popolazione mondiale. Per cui, l’inceneritore o il non inceneritore è un discorso che non mi tocca… Però, dato che saremo in molti ad essere inceneriti, l’inceneritore è inutile. Quindi, sono contro l’inceneritore.
Andrea Boccia, ridi…ridi… la tua cultura ti salverà da questi ignoranti. Il mio articolo inviato a C.M. è incompleto, parlava anche di un convegno int.le promosso dalla nostra Facoltà di Giurisprudenza riguardo alle perforazioni petrolifere in Mare Adriatico. Poi.. il Sindaco di Issy le Molineaux città gemellata con Macerata, nelle ultime elezioni è stato riconfermato dopo trent’anni con il 67% solo perché ha rimodernato il vecchio impianto di incenerimento con un moderno termovalorizzatore. A Filippo Davoli, posso solo dire dove stava quando noi democristiani davamo la terra a chi la lavorava da secoli ? La sua Dx con i “padroni” la Sx di all’ora con la dittatura del proletariato. Noi abbiamo creato imprese e vogliamo ripeterlo perché per vostra colpa politica quella rendita è finita e il Mondo sta diventando piccolo.
Non capisco come mai in Italia ci sono tanta gente ignorante o ci fanno , per interesse?, vogliamo energia a volontà , macchine come i suv con costi e consumi enormi, produciamo rifiuti a volontà buttando anche alimenti buoni che si potrebbe dare a chi ne ha bisogno , ma non vogliamo inceneritori e trivelle .
Fino ad ora abbiamo fatto arricchire gli Arabi e ora che abbiamo la possibilità di averlo nel n.s. Paese ci rifiutiamo di fare le trivellazioni e costruire ingeneritori.
Direi che, invece di mettere sempre veti sarebbe più intelligente dire si ,ma costruito con sistemi all’avanguardia in modo di non produrre inquinamento perché tutti gli altri paesi lo fanno, basta vedere la Germania che con i n.s. rifiuti ci si arricchiscono.
Tutta la gente che si sentono moderna dovè?
Caro Tacconi,
comincerei col dire che la dx non è mia: e certo lo è meno di quanto sia tua, che per decenni hai militato nella corrente democristiana di Rodolfo Tambroni (chissà che direbbe oggi, vedendoti sui banchi del centrosinistra?) e fino a ieri sei stato seduto sui banchi dell’opposizione, a fianco dei consiglieri di Forza Italia, Alleanza Nazionale, etc.
Vorrei poi sapere quale sarebbe la colpa “nostra” e cioè anche mia, per la quale la DC è finita: non sarà invece accaduto per colpa delle magnerecce a quattro ganasce di un monopolio durato quarant’anni? Per buona memoria, i guai della “balena bianca” cominciarono all’epoca del caso Piccioni (anni ’60). Si incancrenirono, poi, dal Compromesso storico (1978) fino alla stagione finale del CAF.
Fu un peccato sprecare in quella maniera un patrimonio ideale come quello voluto da Don Sturzo. Ma nonostante i guasti, in una cosa ti do ragione: mille volte meglio la DC dei pateracchi messi in scena dai successivi Casini, Buttiglione, Mastella, Udc, Cdu, Ccd, Popolari per l’Italia, Popolari per l’Europa, Margherita, Ulivo, etc.
Quanto alla sinistra, magari fosse rimasta fedele a sé stessa e si prendesse cura sul serio degli operai, mentre ne ha smantellato colpo dopo colpo tutte le tutele, dalla Scala Mobile all’art. 18! Altro che dittatura del proletariato: dal compromesso storico sono cominciati i guai anche dall’altra parte, fino all’abbattimento del Muro di Berlino (1989): ed ecco arrivare la Cosa 1, la Cosa 2, il pds, i ds, il pd…
L’allegra brigata – sopravvissuta sostanzialmente indenne alle mordacchie dipietrine di Tangentopoli – si è ricreata sotto nuove spoglie ed è indenne al potere: anzi, se possibile, con le mani ancora più libere. Superato lo smarrimento della “discesa in campo” di Berlusconi, ora son tutti lì beati che governano insieme alla faccia nostra.
Quindi, caro Tacconi, saluto con affetto le tue memorie giovanili, ma il quadro attuale è totalmente diverso. E solo per distrazione, credo, puoi affermare che riaccendere un inceneritore – o trivellare senza pietà il mare Adriatico – significa aprire le porte del futuro ai giovani: prima bisogna disinfestare l’ambiente politico. Poi guarire il popolo da una falsa idea di progresso.
C’ha proprio ragione il Sig. Andrea Boccia a farsi grasse risate. A me sto Tacconi me pare uno che cerca solo di stare a galla. E mi sembra che ci riesca bene essendo un esperto del ballo del grillo. Galleggi, Tacconi, Galleggi!
@Tacconi
la mia ( limitata ) cultura temo invece che non salverà me stesso nè gli altri perchè purtroppo c’è gente come lei, caro Tacconi, che ancora occupa – seppur appena di striscio, le poltrone di comando.
Nella sua surreale risposta alla mia battuta mi dice che è colpa di cm che non ha pubblicato le serissime, valide, scientifiche, incontrovertibili prove documentali che lei portava in allegato al pezzo:
1. un convegno promosso (da chi se la canta e se la suona da solo davanti allo specchio) all’ università di Macerata che a volte, purtroppo, fa da compare a gente immeritevole
2. del successo elettorale di un sindaco francese ottenuto per aver avallato la scelta di incenerire rifiuti.
Se lei basa su questi argomenti il suo convincimento che trivellare l’ Italia (già pesantemente sbucherellata fino a 50 anni fà dagli amici “alleati” ) e bruciare i rifiuti siano una risorsa che porta verso il progresso…mi portano a consigliarle, dopo le ennesime risate a squarciagola, una discreta, sommessa e onorevole uscita di scena.
Le posso soltanto e brevissimamente anticipare che l’Italia potrebbe già adesso sganciarsi da chi produce energia dal fossile o da tecniche falso ambientaliste come gli inceneritori.Potremmo vivere tranquillamente, produrre lavoro e dignità esportando le nostre conoscenze avanzatissime in questo settore. Non lo dico io, ma la scienza, quella vera e a disposizione dell’uomo e non degli avvoltoi delle lobbies dell’ energia.
Accidenti! ma allora non abbiamo capito nulla!
ci siamo impoveriti perché hanno spento l’inceneritore del Cosmari e la Basilicata è ricchissima perché da tanti anni ci sono le trivelle… si si! 🙂
Ma quanto siamo stupidi! il progresso è lì che ci aspetta e noi diciamo no come dei bambini dispettosi.
Siamo proprio irrecuperabili, continuiamo a credere che si può cambiare il mondo, innovare mentre invece è impossibile. Impossibile ridurre i consumi, impossibile crescere economicamente senza condoni e senza “foraggiare” il settore delle costruzioni eccetera.
Svegliaaaa il dopoguerra è finito e le maggiori economie mondiali innovano e vanno avanti anche con altri settori, quelli in cui l’Italia, senza politica industriale e senza politica di progresso vero e non parolaio, non eccelle.
Siamo un paese che ha detto no al nucleare ed è sopravvissuto contrariamente a quello che dicevano i “Tacconi” di allora e adesso pensiamo di risollevare l’economia con un po’ di petrolio?
E’ un operazione di facciata per soddisfare esigenze europee?
ma allora i nostri nonni e bisnonni per cosa hanno combattuto?