di Claudio Ricci
«La scelta di guardare solo ad alcuni nomi della rosa fornita dal Pd, ha generato amarezza da chi nutriva la speranza di un incarico. Ma come alle primarie sono convinto che il partito saprà affrontare anche questa fase facendo sintesi e ritrovandosi compatto». Tocca al segretario Paolo Micozzi tracciare lo stato di salute del Pd dopo le nomine degli assessori da parte del sindaco Romano Carancini. Quattro democratici, tra cui Alferio Canesin, Narciso Ricotta e Mario Iesari, caranciniani della prima ora e Paola Casoni, nome giovane del direttivo che se da una parte non nuoce nessuno dall’altra ha escluso altri pretendenti di espressione renziana. «La nomina di Paola ha lasciato tutti sorpresi – commenta Micozzi – me compreso in maniera positiva. Non è una persona a cui piace apparire ma è molto concreta e determinata e sono sicuro che farà un ottimo lavoro per la città. Inoltre è espressione di quella volontà di rinnovamento anche rispetto alla formazione della lista. Non era una candidata ma in questo modo potrà avere aspettative future. Altri eletti faranno una prima esperienza in consiglio comunale e altri ancora entreranno negli organi di partito per costruire quella che sarà la futura classe dirigente tra 5 anni».
Inevitabile dunque il malcontento per la scelta di alcuni e non di altri. Ora Carancini dovrà confrontarsi con il partito in un incontro che verrà convocato dopo il primo consiglio comunale del 6 luglio: «Non ho ancora convocato niente – chiarisce il segretario – Dobbiamo decidere se sarà un direttivo o un’assemblea per tutti gli iscritti che sono stati pure decisivi nella consultazione elettorale. Proporzionalmente nel Pd lo scontento riguarda più persone perché la scelta era su 4 assessori. Come nelle altre liste si proponevano 6 nomi per un posto, nel nostro caso i candidati si sono moltiplicati con conseguente delusione per chi tra tanti non è stato scelto. La criticità si crea ora rispetto a quella sintesi fatta dopo le primarie quando il partito si ricompattò sostenendo in maniera anche più rilevante rispetto al 2010 il risultato di Romano. E’ naturale che si nutriva qualche aspettativa in più rispetto a una certa area. Il sindaco da parte sua ha anticipato che non avrebbe priviliegiato correnti rispettando i partiti nella loro interezza. Resto convinto che dopo questa iniziale amarezza si valorizzerà quella spinta positiva e propositiva per la nuova Giunta come stanno facendo tutti i partiti».
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Un segretario di partito dovrebbe reagire e non parlare solo, questo ,dall’inizio delle primarie .
non si capisce se è tutta scena quella si recita e basta che si vada avanti o è debolezza di agire.
Sono molto perplesso.
Adesso voglio proprio vedere cosa faranno i Renziani.
Perché sopresi? I latini dicevano: nomen omen.